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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 2
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Moschini, Vittorio: Giaquinto artista rappresentativo della pittura barocca tarda a Roma
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n6

VITTORIO MOSCHINI

carica di colore, nella luce e nell'ombra, dando alla
pittura un senso notevolmente diverso da quella
pienezza di tondeggianti e colmi piani di colore
che vediamo nel bellissimo bozzetto per questo
affresco, conservato al Prado (fig. 7). Questo boz-
zetto pare (lo conosco solo in fotografia) supe-
riore allo affresco, specie in quanto ad ampiezza
plastica.

Nè questo dico per uria preconcetta tendenza
a preferire i bozzetti all'opere compiute: basti
confrontare le due rappresentazioni del Santo

Dalla decorazione della navata passiamo a
quella della cappella maggiore, ove il Giaquinto
dipinse la volta e i due quadri su tela ai lati del
presbiterio.

Nel primo, a destra, di questi quadri (fig. 8) è
rappresentato il martirio di Santa Marta alla pre-
senza del marito Mario e dei figli Abaco e Audi-
face, anche essi destinati al supplizio.

Un nesso di motivi trasversali appena accennati
dà spazio alla composizione e ne collega i piani.
Dai due spettatori stesi sulla zona di terreno a

Fig. 8. — C. Giaquinto : 3fartirio di S. Marta.
Roma, S. Giovanni Calibita.
(Fot. Gab. Fot. Ministero Istruzione).

incoronato, dell'angelo che accenna, della madre
e del giovinetto morente.

Fatto, del resto, che dovremmo notare assai di
frequente in uno studio completo sull'opera del
Giaquinto. Trattandosi di pitture il valore delle
quali tutto consiste nella vivacità del sensuoso
colore, nella freschezza briosa della pennellata,
era ben naturale che molto di quel brio si venisse
a perdere nei quadri grandi e finiti, condotti con
relativa lentezza (per quanto i vari fa presto del
barocco abbiano operato nel modo che tutti sanno,
più per bisogno di immediatezza espressiva che
non per innata faciloneria).

Per quanto ricco coloristicamente, stridono
alquanto nell'affresco della gloria di S.Giovanni
di Dio certi accostamenti di rossi con azzurri e
con verdi, specie nel gruppo del santo incoronato.1
Ma con quanta pastosità e morbidezza bruni
grigi, ori e argenti si accordano nel gruppo dei tre
santi, con quanta intensità splendono strappi di
azzurro tra la nuvolaglia!

1 Tuttavia si tenga conto del fatto che i colori sono cre-
sciuti di tono.

sinistra in primo piano nell'ombra, sì da costi-
tuire scenografica quinta, al gruppo dei congiunti
della santa, da questo a lei che offre il collo alla
spada del carnefice nerboruto, dal carnefice allo
sfondo del paese, è tutto un nesso di atteggiamenti.
Per una stessa ragione uno dei martiri, gentile
giovinetto in vesti di paggio, avanza di traverso
verso destra e quel giordanesco cavaliere cavalca
verso lo sfondo levando la grande bandiera che si
spiega anch'essa nello stesso senso. Ma tale legame
di movimenti sarebbe stato di per sè troppo tenue
se l'artista non si fosse valso di un altro elemento
per dare unità alla scena: la luce. Questa accentua
le variazioni pittoriche del tocco, sfolgora im-
provvisa sulla figura della martire, così ampia-
mente dipinta in serici drappi di raso bianco e ce-
leste, e la profila sullo sfondo della foresta (figura
che fa ben pensare a certune del Cavallino), batte
sul triplice gruppo dei martiri destinati al suppli-
zio e specie sulla veste di raso del giovinetto che
si nasconde il volto con una mano per non vedere
l'uccisione della madre, sì da dare primario valore
a tale personaggio.

Un fresco vivace pennellare concreta le figure
 
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