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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 4
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Brizio, Anna Maria: Defedente Ferrari da Chivasso
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0255

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DEFENDENTE FERRARI DA CHIVASSO

22Q

tenuta da S. Giuseppe, che gli illumina le dita,
due o tre pieghe delle maniche, l'orlo del turbante
e le sporgenze del viso. Questi colpi di luce sono
resi con pennellate lineari da cui il volto è impres-
sionisticamente deformato. Rifrazioni di luci, ri-
tiessi vaganti si fermano ora a linee ora a bioccoli
sfrangiati sulla parete scura che s'alza dietro la
Madonna; e per meglio raccoglierli, l'artista ha
fatto il pavimento a piccoli gradini. In alto un
alone di luce più fredda e azzurra rivela appena.

Fig. ii. — Torino, Museo Civico: L'Arcangelo Gabriele.
(Fot. Dall'Armi).

attraverso piccole punteggiature, un indetermina-
tissimo paesaggio. E questa una delle opere più
estreme luministicamente che abbia ideate I te-
fendente Ferrari.

Parallela e contemporanea a questa, si afferma
nella sua opera la tendenza decorativa, che si vale
degli stessi elementi figurativi: linea e colore,
interpretandoli in altro modo. La linea non è più
spezzata e interrotta, ma è ritmicamente condotta
a circoscrivere figure incorporee; il colore è meno
tendente al tono, più delicato e brillante, con mag-
giore continuità di stesura. 11 disegno è curato con
gusto di miniatore e più frequente è l'uso dell'oro.

Un gioiello di quest'aspetto dell'arte defehden-
tesca sono le due tavole dell'Annunciazione del
Museo Civico di Torino (fig. 11-12). La loro grazia,
un po' manierata e raccolta, che taluni hanno
scambiato per misticismo, è invece una umanizza-

zione della tradizione lineare gotica, fatta da un
artista di squisito gusto decorativo.

Ambedue gli aspetti sopra esaminati possono,
con somma evidenza, studiarsi in un'opera, ri-
masta finora sconosciuta, che appartiene agli
anni e allo stile migliore del Ferrari.

In una cappella dell'antico convento di S. Gi-
rolamo a Biella, ora sconsacrato e divenuto pro-
prietà della famiglia Sella, mi fu indicato da Lio-
nello Venturi un coro cinquecentesco, ch'è inne-

Fig. 12. — Torino, Museo Civico: Annunciazione.
(Fot. Dall'Armi).

gabilmente fattura del pittore di Chivasso. Non
nella costruzione, uè nell'ornamentazione risiede
il suo pregio. Sotto quest'aspetto esso è anzi una
opera modesta, benché in buono stile Rinasci-
mento, senza forte originalità. Sono venti stalli
profondi, divisi da bracciuoli altissimi, retti da
un doppio sostegno; una mensola e una sfinge fi-
nemente lavorata, e sormontati da una triplice
ornamentazione a foglie minute ed ovuli e da una
larga scritta a caratteri maiuscoli. Nulla quindi
di particolarmente notevole. Dalla bottega di
intaglio di Defendente erano uscite opere ben al-
trimenti pregevoli, come attestano le ricche cor-
nici azzurro-dorate, che ornano ancor oggi in
gran numero trittici e tavole sue.

L'interesse e il valore di questo coro sta nella
decorazione a pittura degli spazi rettangolari che
sormontano ciascuno stallo. Ognuna di queste

L'Arie. XXVII, 29.
 
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