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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 4
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Brizio, Anna Maria: Defedente Ferrari da Chivasso
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0267

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DEFENDENTE FERRARI DA CHIVASSO

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ispirata a profonda sensibilità cromatica la colo-
razioni' delle carni, più arrossale ed accese in S. Cri-
spino vestito di rosso, più brune in S. Crispiniano,
con tonalità verdastre nel nudo del Bambino,
d'un più fermo rosato nel volto della Madonna
che acquista una levigatezza di smalto. Magnifica
è la predella: nella scena che si svolge entro la bot-
tega del calzolaio Defendente raggiunge il cul-
mine della sua potenza impressionistica attra-

zioni, emerge il complesso del suo stile e della sua
personalità. Se risaliamo ai pochi articoli che par-
lano di lui, scorgiamo ch'essi sempre lo conside-
rano come un buon prospettico, perchè diede
sfondi architettonici alle sue tavole, senza ac-
corgersi che era questa una pura manualità in
contrasto con la maniera per nulla plastica di trat-
tare la figura; gli attribuiscono un colorito vene-
ziano, perchè ha tonalità scure e calde, senza ve-

Fig. 23. — Caselle Torinese, Municipio.
Defendente Ferrari: La Madonna col Bambino e Santi.
(Fot. Ist. ital. d'Arti grafiche, Bergamo).

verso le tonalità cromatiche, e nella scena della
flagellazione si rivela con un'energia tutta nuova
nel disegno dei nudi.

A questo possiamo riunire l'altro trittico della
Natività, nell'ultima cappella a sinistra della
medesima chiesa (fig. 25). Anche qui i colori sono
bruni e dorati, con rossi bellissimi nell'ombra e'
minutissimi tratteggi lineari nei colpi di luce.
Così quest'oscuramento di colore caldo e fondo
rappresenta l'ultima maniera di Defendente Fer-
rari nelle opere in cui egli non ebbe a collabora-
tori gli allievi e non si lasciò sviare da precon-
cetti formali.

* **

Dallo studio critico delle principali opere di
Defendente, esaminate in successione cronolo-
gica attraverso i loro sviluppi e le loro modifìca-

dere che della scuola veneziana egli è molto meno
sintetico: fanno di lui persino un introduttore del
Kinascimento in Piemonte, senza notare che del
Rinascimento egli ha solo qualche particolarità
esteriore, ma nessun carattere essenziale: non il
senso prospettico dello spazio, non il senso pla-
stico e costruttivo della figura, non la capacità
di comporre sinteticamente la scena. Tutti questi
elementi formali: plastica, prospettiva, chiaro-
scuro, se pur s'incontrano nella sua opera, gli
sono quasi imposti dal di fuori: prima dall'influenza
esercitata su di lui dal suo mastro Spanzotti —
e infatti vediamo questi elementi abbondare
nelle opere giovanili —; poi dalla esigenza di
assecondare il gusto generale del tempo, che or-
mai anche in Piemonte si andava tutto imbe-
vendo dei principi estetici del Rinascimento ita-
 
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