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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 4
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Lavagnino, Emilio: Andrea Bregno e la sua bottega
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0277

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ANDREA BREGNO E LA SUA BOTTEGA

251

basso la piccola scena. In alto, la linea trasversa
formata dal braccio sollevato che brandisce la
spada per dare il colpo mortale e dalle ali incro-
ciate dà tale slancio ed unità a questo gruppo, che
dobbiamo considerarlo una delle più belle opere di
scultura quattrocentesca esistenti in Roma. Il
monumento eretto dal Bregno nella Chiesa del-
l'Aracoeli fu molto ammirato dai romani. A quello
stesso periodo dobbiamo ascrivere un'altra opera
veramente importante del Milanese, forse il suo

11 basamento ripete, senza alcuna modificazione,
quello della tomba dell'Aracoeli. Sul basamento
poggia il sarcofago e su questo è distesa la figura
del defunto: la camera funebre, a differenza di
quella del monumento D'Albert, è fiancheggiata
da una coppia di lesene per parte, che slanciate e
agili raggiungono il coronamento a conchiglia del
piccolo edificio; e la variante del monumento l e
Coca rispetto all'altro, nella linea architettonica,
consiste in questo soltanto. Ma le due lesene, per

Fig. 2. — Roma, S. Maria in Aracoeli.
Andrea Bregno: Sepolcro del Cardinale D'Albert (particolare).

capolavoro, la tomba del Cardinal Coca, tomba
che il Cardinale stesso fece erigere, essendo ancora
in vita, in Santa Maria sopra Minerva. La iscri-
zione dice: « Joannes Didaei De Coca Hispanus
Presili Caragurruthonus vir integerrimus sibi vi-
vens posuit »* (pag. 946, fig. 63S).

L'affinità con l'altra tomba, quella del D'AI
bert, è evidente: tuttavia in questa della Minerva
riconosciamo maggiore scioltezza di movimento,
maggiore immediatezza d'ispirazione. La purezza,
l'armonia e l'eleganza della costruzione c: fanno
pensare ad un'opera greca.

1 Per le illustrazioni, indispensabili affinchè il testo
possa essere di qualche interesse per gli studiosi, siamo
costretti a rimandare il lettore a quelle del VI Volume
della Storia dell'Arie di A. Venturi, « La Scoltura ilei
Quattrocento ». Indicheremo volta per volta il numero
della pagina dell'illustrazione.

la loro agilità e snellezza, dànno a tutta la co-
struzione un'eleganza che nelle opere posteriori
il Bregno non riuscirà più a raggiungere. Inoltre,
mentre nella tomba dell'Aracoeli dal fondo della
camera funebre si affacciano i busti dei SS. Pietro
e Paolo, in questa nuova opera il fondo è decorato
con un affresco, dipinto probabilmente da Melozzo
da Forlì. Esso rappresenta Cristo giudice fra due
angeli e il Cardinal De Coca inginocchiato. Oggi
l'affresco è deperito e presto scomparirà; ma pos-
siamo ancora immaginare la tomba quale era, e
quanta bellezza le doveva venire dai colori fre-
schi e vivaci. Bisogna inoltre osservarla in tutti i
particolari e vedere con quale sapiente studio sono
disposti in armonia i vuoti e i pieni nel disegno
e con quale naturai leggerezza le candelabra si
profilano su per le lesene. Solo lo scultore del San
Michele poteva manifestare un ta.e senso ritmico,
musicate. Non è del Bregno il frammento deila
 
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