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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 4
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Ortolani, Sergio: Coltura ed arte, [4]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0293

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COLTURA ED ARTE

267

somma, quel rivo abbeverare e nutrire il nuovo sentimento del mondo, confluendo negli ; r-
gini della filosofia di Giovan Battista Vico, dove si pretende una suprema conciliazione delle
grandi intuizioni protoromantiche con l'ordine tradizionale della conoscenza: ecco infine
tanto oscuro travaglio trovare il suo più pratico e fruttifero fine in quelle classi borghesi
napoletane e lombarde del '700, ispiratrici e sostegno ai Prìncipi riformatori, dato che da
esse si generava quel Risorgimento italiano che non tanto è frutto del Romanticismo otto-
centesco e nemmeno è figlio della Rivoluzione Francese o del Regno Napoleonico quanto
un vero e proprio secondo Rinascimento dell'Italia.

Ed ecco intanto immettersi via via nei moduli di quel ci ss'cismo toscano, riformato
da Raffaello e da Michelangelo in senso romano, la sensualità venezianesca e i principi
generatori del barocco — colore e movimento — fino a trasformare la tradizione architet-
tonica e plastica in una novella realtà pittorica e musicale ch'ebbe determinazione non più
dall'individuo inteso come un chiuso mondo, ma dalla cosmica sensibilità dell'ambiente,
cioè dal sentimento che l'azione umana si continua e propaga nello spazio ed è al tempo
stesso il risultato d'una universale collaborazione.

Senza intendere questo, non si comprende l'essenza nè la funzione storica del barocco.
Roma assorbe a poco a poco entro le norme della misura e del volume, fino a schiantarle
spesso come cardini tarlati, quei nuovi elementi, e così romanizzato, il venetismo può bene
propagarsi in Italia, in Spagna e, dopo il retorico e oratorio classicismo di Re Sole — più
che arte propedeutica all'arte in un paese dove l'arte tende ad essere inevitabilmente
un agile e talora sostanzioso discorso — nella Francia settecentesca del roccocò.

11 Barocco è dunque l'arte del protoromanticismo italiano adattato alla società cat-
tolica e svuotato di altezza spirituale e morale, ormai che la Chiesa stessa, quasi esaurita
dalla enormità del suo sforzo, si ripiega sulle sue vittorie, verso la metà del seicento, per
ridursi a uno dei tanti staterelli italiani: e questo spiega la sua popolarità e la sua immensa
diffusione.

* • ♦

L'opera architettorica, come ciascun'altra umana o terrestre, era nel Cinquecento
sentita esterna all'uomo. Il senso ch'egli aveva del palazzo e della statua come di cose iso-
late nel loro conchiuso ritmo e silenzio disumano, cose a cui si poteva girare intorno (tanto
che solo per questo i toscani ritenevano inferiore arte la pittura) ci riporta ancora una
volta a quella posizione dello spirito contenuta e incomunicabile che cercammo innanzi
di definire toscana. Invece nel momento barocco, mentre l'oratorio si muta in dramma
lirico, il bassorilievo e la statua assumono funzione di pala d'altare e l'architettura si fa
teatro dell'azione umana, si modella su quel gesto, cerca di realizzarne l'universale eco cen-
tuplicata, raccoglie insomma il compito del paesaggio nelle tele veneziane, dell'orchestra
nella musica del Monteverde e diventa paese del sentimento umano, cioè cerca di riprodurre
quell'ambiente fantastico che già la musica creava quale nido e sfondo alla passione dell'as-
solo e delle voci esprimenti il movimento sentimentale dell'attore. È il mondo che guarda
l'uomo e partecipa con lui, che esiste anzi e si atteggia solo in quanto a lui converge e lo
continua: ecco perchè le opere del barocco si devono guardare in genere da un punto pro-
spettico, cioè dal fuoco, dal polo, dal luogo dove s'è posto chi le ha create. L'Architettura è
divenuta Scenografia.

E la Plastica s'è fatta Pittura: è questo infatti il compromesso veneto-romano dei Car-
racci, applicato all'affresco, all'addobbo del soffitto e delle pareti: quello che, con più o
meno ricche abbeverate al fonte veneziano o con maggiore o minore cristallizzazione nei
moduli classicheggianti e manierati raccolti dalle Accademie, si divulga nel sei e settecento
quale pittura decorativa. Che s'intende con questo termine? Quale è il valore della parola
decorazione? Essa implica sempre un giudizio restrittivo circa la qualità artistica dell'opera
che è chiamata a qualificare, non perchè ci dice che la sua motivazione è pratica (cosa
 
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