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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 1
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Sinibaldi, Giulia: Le opere di Andrea del Sarto che si conservano a Firenze
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0043

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/./:' OPERE Dì ANDREA DEL SARTO

21

Basta vedere come egli li abbia aboliti nella storia seguente della visita di Maria a
sant'Elisabetta, che è una delle sue rare espressioni proprio personali, (fig. 9).' Egli non
fece mai meglio. Incontrastato dominio di superfici piane. Gli elementi architettonici
si riducono a una estrema semplicità, a una geometrica simmetria, a linee sottili verti-
cali e orizzontali, tra superfici d'ombra, di penombra e di luce sommessa. Contro questo
pacato velario s'agita l'atmosfera, si sbattono al vento i panni stesi. Ecco ciò che rimane
della forma: delle tele di vessilli che sventolano. Ogni particolarismo è abolito: perchè
non frazionino la luce, i capelli sono nascosti: o hanno l'unitezza della stoffa. La stoffa
è l'amore del pittore: la stoffa unita, morbida, stesa gli offre le maggiori possibilità del
modellato a macchie, a falde d'ombra e di luce.

Tutto è soggetto al fine stilistico, che libera l'arte dal plasticismo michelangiolesco

Fig. 10. — Andrea del Sarto: Tributo a Cesure.
Poggio a Caiano, Villa reale. (Fot. Alinari).

e cui servono qui mirabilmente, come mezzi necessari, quella facilità e quella rapi-
dità di Andrea, che altra volta producono opere stucchevoli e vuote.

Per far meglio sentire il valore dello spazio e dell'aria, le figure si rimpiccoliscono,
s'allontanano, si spargono. Ma il pittore non le getta a caso; nel disporle, come nel dise-
gnare gli elementi architettonici, egli non segue le libertà del loro sventolio, ma s'attiene
a una regolare simmetria, cioè alla pili astratta e semplice idea di composizione: ciò ri-
specchia gli idealismi dell'arte sua e del suo tempo.

Nella storia seguente 2 il michelangiolismo torna ad appesantire le forme, a indu-
rirle, a rilevarle e dà loro una grandezza che è propria delle cose dell'ultimo periodo di
Andrea, tanto lodato dal Vasari, naturalmente. A torto. Vi si notano alcune belle cose e
anche questa ha i suoi pregi, ma il miglior tempo è finito.

Per seguire l'evoluzione della maniera di Andrea nei monocromati dello Scalzo, non
ho parlato di altre opere condotte dopo il ritorno di Francia, due tra le quali raggiungono
l'eccellenza della visita di Maria a Sant'Elisabetta.

Del 1521 è l'affresco del tributo a Cesare (fig. re), nella villa reale di Poggio a Caiano.

1 Fu pagata nel novembre del 1524. («Prospetto
cronologico » cit., pag. 70).

- Rappresenta la nascita di San Giovanni e fu

pagata il 24 di giugno del 1526. (« Prospetto cro-
nologico » cit., pag. 71).
 
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