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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 3 (Maggio e Giugno 1868)
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Utensili cristiani scoperti in Porto
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0048

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— 44

una, che ho riserbalo all'ultimo luogo. Più volte ho
ripetuto, che nel musaico di s. Costanza leggiamo DO-
MINVS PACEM DAT sul volume, che il Signore affida
a s. Pietro. Il eh. P. Garrucci stima che la parola
PACEM quivi sia stala alterala nel ristauro del mu-
saico; e che essa in origine sia stata LEGEM. E ve-
ramente che la formola solenne dell'epigrafe segnata
sul volume divino affidato all'apostolo sia DOMINVS
LEGEM DAT, lo ho confermato con la testimonianza
delle lettere residue nella pittura celimontana ordinata
dal papa Formoso, e sopratullo delle parole LEX DO-
MINI ora scoperte nel piatto vitreo portuense. Ma non
perciò dobbiamo precipitare la sentenza sull' interpo-
lazione moderna della voce PACEM nel musaico di s. Co-
stanza; nò tenere senza dubbio per falsa cotesta va-
riante. Nella copertura dell'evangeliario donato al duo-
mo di Milano dall'arcivescovo Gilberto ho notalo, che
il Salvatore ritto in piedi tra i due apostoli tiene un vo-
lume sul quale è scritto: LEX ET PAX. Sarà egli un
caso fortuito, che cotesta bellissima sentenza epiloghi
appunto le due formole varianti della cui antichità e ge-
nuinità disputiamo? Io non lo credo; e piuttosto opino,
che l'arcivescovo Eriberto abbia voluto riassumere am-
bedue le epigrafi, che ai suoi dì si leggevano talvolta
alternale negli antichi musaici e bassi ri lievi: Domimis
legem dal, Dominus pacem dal. In fatti la legge e la
pace sono due correlativi dichiarati dai padri e dal
linguaggio ecclesiastico. Ottato di Milevi opponendo
agli scismatici donatisti le parole del salmo: beatus vir
qui non abiit in Consilio impiorum .... sed in lege
Domini vohmtas ejus, raccoglie molti passi delle scrit-
ture, che parlano della pace e conchiude col solenne
pacem meam do vobis dell'Evangelo (1). La pace nel
linguaggio ecclesiastico, massime dei secoli nei quali
ebbe tanta voga la scena di che ragioniamo, signifi-
cava la comunione colla chiesa: e perciò agli scisma-
tici Ottato e gli altri padri inculcavano essere legge
di Cristo la pace. Or bene Pietro, che Oliato appunto
nel luogo citato chiama principem nostrum, era pre-

dicato centro e fonte della comunione ecclesiastica.
Perciò alle epistole formate appellate pacifiche, cioè te-
stimoniali della comunione cattolica, che i vescovi da-
vano ai fedeli trasmigranti da luogo a luogo, si soleva
prefiggere Y iniziale del nome di Pietro. E il centro,
al quale come tanti raggi convergevano coleste lettere
formate della pace e comunione ecclesiastica, era la
cattedra di Pietro: ergo cathedram unicam, scrisse Ot-
tato, sedit prior Petrus, cui successit Linus, Lino Cle-
mens etc. Damaso Siricius, cum quo tolus orbis com-
mercio formatarum in una communionis societate con-
cordati}). Il Buonarroti congettura, che alcuna allusione
a cotesle lettere pacifiche si celi nell' epigrafe DOMI-
NVS PACEM DAT del musaico di s. Costanza (2). Oggi
noi sappiamo, che il pacem è quivi sostituito al legem
della formola più usitata e originaria. Ma la variante
ò giustificata dal linguaggio e dai simboli della cristiana
antichità, che in Pietro ci additano il secondo Mosè,
cui il Salvatore affida in speciale modo la sua legge
e la sua pace; ed è suggellata dalla splendida sentenza
LEX ET PAX scritta sul codice divino nell'evangelia-
rio di Milano.

Nella lucerna di Valerio Severo, ricordata nei pa-
ragrafi precedenti di questo discorso, la formola Do-
minus legem dal è applicata ad un semplice fedele;
essa quivi soltanto dichiara, che Severo è entrato nel
gregge di Cristo e ne ha accettata la legge (3). L'epi-
grafe in quel bronzo non è scritta sopra un volume
dato da Cristo direttamente al neofito, ma sulla cartella
affissa alla cima dell'albero della mistica nave, nella
quale Valerio Severo veleggiava verso il porto di salute.
Del resto è cosa di per sè evidente la differenza che
corre tra l'uso speciale della formola sopra illustrata
in qualche singolare cimelio, e tra l'uso solenne della
medesima espresso o sottinteso nella grandiosa com-
posizione di Cristo risorto e trionfante sul mistico
monte, che astanti gli altri apostoli o il solo Paolo,
consegna il codice della evangelica legge a s. Pietro.

(1) De schismale Donatisi, lib. II cap. V.

(1) L. c. lib. II cap. III.

(2) Vetri p. XIV, 29.

(3) V. Bull. 1867 pag. 27, 28.
 
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