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COSS. (Gazzera pag. 21, 22). Ora l'ommissionedel
nome di Arcadio nella seconda è conlraria a tutte le
regote delle formole consolari in questi anni ed agli
esempi delle iscrizioni superstiti del 396 note fino ad
oggi. Inoltre il QVINCTILtfs del primo epitaffio è cosa
al tutto inaudita nei monumenti cristiani, e basta essa
sola a dare sentore di impostura.
Nell'epitaffio del vescovo Amando la deposizione
di lui è segnala XIV KAL. AVG. EVSEBIO ET AL-
BINO YC COS (Gazzera p. 13 ). Ma nelle lnscr. christ.
T. I pag. 401 ho dimostrato l'impossibilità di accet-
tare per genuina questa data del 493, nella quale non
solo contro ogni regola Eusebio orientale è posto in-
nanzi ad /libino occidentale, ma quell'Eusebio è ci-
tato in un mese, in che il consolato di lui in Italia
non era noto.
L'anno 510 in un' epigrafe albense è segnato
MANLIO ANICIO SEVERINO VG COS. Ma il console
di quell'anno fu il celeberrimo Boezio filosofo; il
quale se ebbe i nomi di Manlio Anicio Severino, fu
però designato specialmente col cognome BOETHIVS
e nelle formole consolari BOETHIO \Wiore CONS.
Perchè adunque sul marmo di Alba sono registrati i
nomi meno usi tati, e quello che è richiesto dalla le-
gittima forinola è ommesso?
Taccio delle sigle COS e COSS in tempi, nei quali
esse non erano più in vigore, e molte altre minute os-
servazioni circa lo stile epigrafico. La censura dei dotti
Torinesi, che per altri capi hanno dimostrato la fal-
lacia delle lapidi pseudo - berardenchiane, conferma
quanto veraci sono le regole delle formole cronologi-
che e dello stile epigrafico cristiano; e con illustre
esempio ci insegna, che meritamente sono sospette di
poca genuinità quelle, le quali a siffatte regole senza spe-
ciale ragione contradicono. Si guardino adunque gli
archeologi cristiani e gli storici ecclesiastici dal citare
d'ora innanzi gli epitaffi ed i fasti della chiesa di
Alba in Piemonte.
Appendice al discorso sulle iscrizioni illustranti l'amministrazione delle antiche cave dei marmi.
Nel fascicolo precedente ragionando delle iscrizioni nome quivi è parimente inciso, fu il servo o Fappai-
incise sui massi di marmi grezzi ho dimostrato, che latore, al quale fu assegnata la speciale cura del-
esse si riferiscono alle miniere donde quelli furono 1' escavazione di quel posto della miniera. Ecco adun-
estratti, non al luogo dello sbarco e molto meno alle que chiarito il valore di cotesto vocabolo e delle cifre
ripe del Tevere. Le semplici cifre numerali, chetai- numerali, che lo accompagnano, nelle iscrizioni dei
volta salgono sopra il migliajo, sono il numero d'or- massi di marmi.
dine di ciascun masso ; e fa loro somma rappresenta Ripescando altresì nelle mie carte ho trovato due
quella del prodotto di ciascuna caesura od officina epigrafi da porre a confronto con quelle, che ho ci-
melallica nel corso d'un anno. Oltre queste cifre però tato nel predetto discorso. Quivi ho insegnalo che la
quasi ogni masso ne ha un' altra preceduta dalla voce voce officina designò le miniere ; e che officina Emi-
LOCVS ovvero LOCO , della quale voce non ho de- liana fu chiamata quella del rame presso Sarrelonis,
terminato il valore in cotesta classe di epigrafi. Dopo come testifica un' iscrizione incisa sulla roccia. Ora
stampato quel discorso m'è tornato alla mente , che osservo, che nel museo Britannico di Londra ho ve-
il Boss ha lette le seguenti iscrizioni sulla viva roccia duto verghe d'argento rinvenute in Inghilterra ed in
nell'isola di Paros (1). Irlanda colle impronte seguenti:
HERMOA HERMO
LOG CCXCV LOC
EX OFFE
HONOBINI
EX OF PA
TBICI
L'editore le interpretò così : hi titilli latinis litteris
in rupe incisi terminos indicare videntur ejus loci,
qui hamini cuidam, cujus nomen a syllabis HEBMO in-
cipiebat, ad usum fructum fuerit concessus. Eum locum Benché piuttosto alla fucina del metallo, che alla mi-
in ducentos nonaginta quinque pedes patuisse conjectari niera mi sembri dover essere applicata la voce OFFE-
potest. Ma il confronto di queste lettere con quelle dna di cotesti sigilli, pure essi meritano d'essere ricor-
dei massi di marmi grezzi dimostra più chiaro della dati ed esaminati insieme alle epigrafi illustranti l'ani-
luce meridiana , che il locus CCXCV segnato sulla ministrazione degli antichi metalli. Chiamo poi rat-
rupe di Paros designava uno scompartimento della tenzione dei dotti Irlandesi sul nome Patricius im-
miniera del marmo pario ; e che l'Ermolao, il cui prontato appunto nella verga d'argento rinvenuta in
__ Irlanda ; dove questo nome è sì celebre per averlo
illustrato il famoso apostolo di quella gente, santo Pa
(1) lnscr. graecae ined. Athenis 1842 p. 44. tlÌZÌO.
COSS. (Gazzera pag. 21, 22). Ora l'ommissionedel
nome di Arcadio nella seconda è conlraria a tutte le
regote delle formole consolari in questi anni ed agli
esempi delle iscrizioni superstiti del 396 note fino ad
oggi. Inoltre il QVINCTILtfs del primo epitaffio è cosa
al tutto inaudita nei monumenti cristiani, e basta essa
sola a dare sentore di impostura.
Nell'epitaffio del vescovo Amando la deposizione
di lui è segnala XIV KAL. AVG. EVSEBIO ET AL-
BINO YC COS (Gazzera p. 13 ). Ma nelle lnscr. christ.
T. I pag. 401 ho dimostrato l'impossibilità di accet-
tare per genuina questa data del 493, nella quale non
solo contro ogni regola Eusebio orientale è posto in-
nanzi ad /libino occidentale, ma quell'Eusebio è ci-
tato in un mese, in che il consolato di lui in Italia
non era noto.
L'anno 510 in un' epigrafe albense è segnato
MANLIO ANICIO SEVERINO VG COS. Ma il console
di quell'anno fu il celeberrimo Boezio filosofo; il
quale se ebbe i nomi di Manlio Anicio Severino, fu
però designato specialmente col cognome BOETHIVS
e nelle formole consolari BOETHIO \Wiore CONS.
Perchè adunque sul marmo di Alba sono registrati i
nomi meno usi tati, e quello che è richiesto dalla le-
gittima forinola è ommesso?
Taccio delle sigle COS e COSS in tempi, nei quali
esse non erano più in vigore, e molte altre minute os-
servazioni circa lo stile epigrafico. La censura dei dotti
Torinesi, che per altri capi hanno dimostrato la fal-
lacia delle lapidi pseudo - berardenchiane, conferma
quanto veraci sono le regole delle formole cronologi-
che e dello stile epigrafico cristiano; e con illustre
esempio ci insegna, che meritamente sono sospette di
poca genuinità quelle, le quali a siffatte regole senza spe-
ciale ragione contradicono. Si guardino adunque gli
archeologi cristiani e gli storici ecclesiastici dal citare
d'ora innanzi gli epitaffi ed i fasti della chiesa di
Alba in Piemonte.
Appendice al discorso sulle iscrizioni illustranti l'amministrazione delle antiche cave dei marmi.
Nel fascicolo precedente ragionando delle iscrizioni nome quivi è parimente inciso, fu il servo o Fappai-
incise sui massi di marmi grezzi ho dimostrato, che latore, al quale fu assegnata la speciale cura del-
esse si riferiscono alle miniere donde quelli furono 1' escavazione di quel posto della miniera. Ecco adun-
estratti, non al luogo dello sbarco e molto meno alle que chiarito il valore di cotesto vocabolo e delle cifre
ripe del Tevere. Le semplici cifre numerali, chetai- numerali, che lo accompagnano, nelle iscrizioni dei
volta salgono sopra il migliajo, sono il numero d'or- massi di marmi.
dine di ciascun masso ; e fa loro somma rappresenta Ripescando altresì nelle mie carte ho trovato due
quella del prodotto di ciascuna caesura od officina epigrafi da porre a confronto con quelle, che ho ci-
melallica nel corso d'un anno. Oltre queste cifre però tato nel predetto discorso. Quivi ho insegnalo che la
quasi ogni masso ne ha un' altra preceduta dalla voce voce officina designò le miniere ; e che officina Emi-
LOCVS ovvero LOCO , della quale voce non ho de- liana fu chiamata quella del rame presso Sarrelonis,
terminato il valore in cotesta classe di epigrafi. Dopo come testifica un' iscrizione incisa sulla roccia. Ora
stampato quel discorso m'è tornato alla mente , che osservo, che nel museo Britannico di Londra ho ve-
il Boss ha lette le seguenti iscrizioni sulla viva roccia duto verghe d'argento rinvenute in Inghilterra ed in
nell'isola di Paros (1). Irlanda colle impronte seguenti:
HERMOA HERMO
LOG CCXCV LOC
EX OFFE
HONOBINI
EX OF PA
TBICI
L'editore le interpretò così : hi titilli latinis litteris
in rupe incisi terminos indicare videntur ejus loci,
qui hamini cuidam, cujus nomen a syllabis HEBMO in-
cipiebat, ad usum fructum fuerit concessus. Eum locum Benché piuttosto alla fucina del metallo, che alla mi-
in ducentos nonaginta quinque pedes patuisse conjectari niera mi sembri dover essere applicata la voce OFFE-
potest. Ma il confronto di queste lettere con quelle dna di cotesti sigilli, pure essi meritano d'essere ricor-
dei massi di marmi grezzi dimostra più chiaro della dati ed esaminati insieme alle epigrafi illustranti l'ani-
luce meridiana , che il locus CCXCV segnato sulla ministrazione degli antichi metalli. Chiamo poi rat-
rupe di Paros designava uno scompartimento della tenzione dei dotti Irlandesi sul nome Patricius im-
miniera del marmo pario ; e che l'Ermolao, il cui prontato appunto nella verga d'argento rinvenuta in
__ Irlanda ; dove questo nome è sì celebre per averlo
illustrato il famoso apostolo di quella gente, santo Pa
(1) lnscr. graecae ined. Athenis 1842 p. 44. tlÌZÌO.