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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 3 (Maggio e Giugno 1868)
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Un' impostura epigrafica svelata: falsità delle insigni iscrizioni cristiane di Alba, che si d'cevano trascritte dal Berardenco nel 1450
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0049

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— 45 —

Un' impostura epigraflca svelata. Falsila
che si d'cevano trascritte

Ai serii cultori della scienza epigrafica è già noto
il processo d'impostura sagacemente condotto e con-
chiuso con piena evidenza dal eh. sig. prof. Giovanni
Muratori e confermato dal giudizio del eh. sig. corani.
Carlo Promis contro il Meyranesio, autore del Pede-
montium sacrum, convinto d'avere inventato il codice
d'iscrizioni di Dalmazzo Berardenco da ninno visto
mai e da lui solo citato e celebrato (1). Ma i lodati
critici, inlesi a svolgere e porre in chiaro i più ma-
nifesti indizi ed argomenti dell' impostura, poco hanno
ragionato delle cristiane iscrizioni prodotte da quel
preteso codice. Esse sono state sempre per me una
croce; e fino dal 1850 mi ispirarono gravi dubbii
sulla sincerità del Berardenco o del manoscritto a lui
attribuito dal Meyranesio ; i quali dubbii furono tema
di epistolare discussione tra me ed il Gazzera. Nè il
dotto subalpino potè al tutto quietare i miei scru-
poli ; e perciò li feci trasparire in più d'un passo del
mio primo tomo delle Inscriptiones christianae. Or
eccoli dimostrati provvidi e ragionevoli dalle severe
ricerche e dall' inappellabile sentenza del Muratori e
del Promis ; ed ecco liberate da gravi imbarazzi e da
eccezioni non giustificate le regole, che mi studio di
trovare e di stabilire dello stile epigrafico cristiano,
per dare forma e sistema di vera scienza a questa
parte del monumentale patrimonio della storia. Laonde
stimo pregio dell' opera ragionarne brevemente agli
speciali cultori delle cristiane antichità.

Dalmazzo Berardenco, nato in Cuneo nel 1414, se
crediamo al Meyranesio morto nel 1793, percorse quasi
tutto il Piemonte e ne trascrisse le antiche lapidi in un
tomo in foglio d'oltre 400 carte. Non basterebbero
le parole a commendare il pregio e la rarità d'un
siffatto codice contemporaneo delle origini degli studii
epigrafici in Italia, quando Ciriaco d'Ancona viag-
giava oltre le Alpi ed oltre il mare in cerca di iscri-
zioni e di monumenti greci e latini. Per questo spe-
ciale pregio il volume mi dava un irrequieto desi-
derio di vederlo ; dovendo esso prendere luogo tra i
primi documenti della storia e degli studii dell' epi-

(1) II codice di Dalmazzo Berardenco, osservazioni di Giovanni F. Mu-
ratori. - Sopra Giuseppe Meyranesio e Dalmazzo Berardenco, appunti cri-
tici di Carlo Promis, negli Atti dell'accademia delle scienze di Torino,
anno 1867.

Ielle insigni iscrizioni cristiane di Alba,
dal Berardenco nel 1450.

grafia. Ma non è meraviglia eh' io non sia giammai
venuto a capo del mio desiderio ; il codice non es-
sendo giammai stato visto da occhio al mondo, come
dimostra a pieno il Muratori. Il Meyranesio fìnse di
possederlo e d'averlo dato ad esaminare a parecchi ;
i cui nomi però citò sempre dopo ch'essi erano morti
nè potevano rispondere del fatto loro ; e cadde anche
in contradizioni, che svelano la fallacia delle sue pa-
role, come avviene sempre agli impostori. Egli di-
vulgò nel suo Fede monti am sacrum molte epigrafi, ed
altre ne comunicò ai dotti, dicendo d'averle trascritte
dalle misteriose copie del Berardenco. L'esame accu-
rato della classe profana di coteste epigrafi le dimo-
stra falsissime : in quanto alle cristiane il Meyranesio
ne die quindici al barone Yernazza, narrandogli che
il Berardenco le aveva vedute in Alba nelV anno 1450.
Sono epitaffi di vescovi, di preti, di diaconi e di sem-
plici fedeli della chiesa albense ; documenti impor-
tanti dei suoi fasti, nominando essi non meno di sei
tra i primi vescovi di Alba ed essendo arricchiti ezian-
dio delle date consolari degli anni 339, 365', 380,
396, 402, 493, 510, 553. Il Vernazza ne spedì
copie al Marini ; che le pose senza sospetto tra le
cristiane nella grande sua raccolta manoscritta. E ve-
ramente, come osserva il Promis, « di rado hanno
» quei titoli intrinseci caratteri di falsità, desunti es-
» sendo dai tanti di quei tempi e tutti simili » (1).
Ciò nulla ostante , quando il Gazzera per la prima
volta divulgò quelle iscrizioni (2), e il Cavedoni le
approvò, d'alcune ripetendo anche il testo (3) , io ne
scrissi al Gazzera le parole seguenti, delle quali al-
lora conservai copia. « Non le asconderò un mio dub-
» bio, che cioè tutte le iscrizioni albensi trasmesseci
» soltanto dalle schede del Berardenco sieno state fìnte
» da qualche letterato di mala fede, che volle pren-
» dersi giuoco del Meyranesio. Conosco parecchi
» esempi di queste letterarie ribalderie ; e parmi
» avere qualche ragione, che sarebbe lungo l'espor-
» re, per dovermi mettere in guardia contro queste
» iscrizioni, che niuno vide mai, eccello il preteso

(1) Promis, 1. c. pag. 18.

(2) Iscriz. crisi, antiche del Piemonte pag. 9 e segg.

(3) Memorie relig. etc. di Modena serie 3. T. XI p. 388 e segg.
 
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