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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 3 (Maggio e Giugno 1868)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0052

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— 48 —

Notizie

ROMA - Continuazione degli «scavi nel cimi-
tero cristiano al quinto miglio della via por
tuensc dove fu il bosco sacro degli Arvali.

Dopo le scoperte avvenute nel luogo citato e narrate nel
fascicolo precedente, si è continualo ancora per poco a sca-
vare quivi sotterra e sopra terra; ma la stagione estiva ha
sospeso i lavori, che saranno ripresi uell' autunno o nell' in-
verno. Le escavazioni come ho detto continuate hanno messo
in luce la pianta dell'abside dell1 oratorio damasiano, la cui
conca fu adorna di musaici; ma sventuratamente non ne ri-
mangono che gli sciolti cubi e le impronte nei frammenti
dello stucco. Dell1 epistilio damasiano coli'epigrafe dedicato-
ria niun altro pezzo è comparso. Se così infruttuose sono stale
le ricerche sopra terra, un inaspettato successo viceversa ha
coronato quelle degli scavi sotterranei. Varcata una frana pros-
sima al cubicolo, ove sono dipinte le immagini del Salvatore
e dei quattro santi, ci si è aperta dinanzi una spaziosa re-
gione sotterranea, che dà al cimitero svolgimento ed ampiezza
maggiore di quanto avevamo potuto da principio congetturare.
Le vie sono molte e sgombre di terra; i loculi quasi tutti
chiusi, talché vediamo per la prima volta una sotterranea re-
gione poco meno che vergine ed avente I' aspetto della pri-
mitiva integrità. Non ho parole bastami a deplorare, che una
sì rara e desiderata scoperta, la quale potrebbe essere un vero
tesoro per la cronologia e la storia dell'epigrafia cimiteriale,
sia resa sterilissima dalla povertà dei sepolcri privi di epi-
taffi e chiusi con tegole di provenienze assai varie, offerte dal
caso e perciò improntate con i sigilli di officine diverse
senz'ordine nè legge veruna. Nò anche vediamo quegli og-
gettivi d'ogni specie, che i Cristiani solevano infiggere nella
calce attorno ai margini delle nicchie, come sa ogni me-
diocre conoscitore dei suburbani cimiteri. Qui appena qualche
frantume di terra cotla è fermato nella calce per segnale e
memoria, che valesse a far riconoscere tra tante centinaja
di anonimi loculi quello di qualche caro: dinanzi ad alcune
nicchie è murata una mensoletta per sostenere la lucerna.
Di lucernine in terra cotta semplici e rozze abbiamo raccolte
parecchie: una sola figurata, ed ha l'impronta della colomba.
ìSiun vaso di terra cotta o di vetro fu murato presso cote-
sti loculi. Sulla calce sono qua e là graffiti i monogrammi
di Cristo di varie fogge, massime della decussata ed anche

alcune croci in circa equilatere 4-. Tre iscrizioni sono al-
tresì graffite sulla calce; una delle quali per fortuna è conso-
lare e ci insegna almeno una data cronologica certa e precisa.
Segna l'anno dei consoli Modesto ed Arinleo, cioè il 372,
settimo del pontificato di Damaso. Adunque le nuove sco-
perte non ci danno ancora argomento nè indizio di età an-
teriore a Damaso; ma bene ci danno un sepolcro anteriore
di dieci anni al 332, quando Graziano ordinò in Roma l'ese-
cuzione delle leggi contro il cullo idolatrico. Ciò sarà tema
di accurate ricerche per chiarire, se il bosco sacro degli Ar-
vali fu occupato dai Cristiani prima del 382; ovvero se la
regione sotterranea ora scoperta fu posta fuori dei limiti di
quel bosco. Essa si lega ad arenarie, che poterono fornirle
sbocchi nel fianco della collina: e così si moltiplicano gli
esempi dei nostri cimiteri suburbani compenetrati con le are-
narie, ma da queste distinti; come ogni occhio vede e inse-
gna all'osservatore senza bisogno di raziocini!.

Fra tanti e tanti loculi intatti nè anche uno è chiuso con
marmi o frammenti delle epigrafi arvaliche. Cosi è confermato
quello che ho scritto nel fascicolo precedente, che cioè non
mi sembrava probabile il guasto degli arvalici edifici essere
cominciato nell'epoca di Damaso e della sepoltura sotterranea.
Una sola eccezione al fatto predetto è di tale natura, che
conferma la regola. Un frantume degli atti arvalici dei tempi
di Trajano è slato rinvenuto nella chiusura d'un loculo. Esso
però non era collocalo regolarmente nella chiusura verticale:
ma inzeppato, come dicono gli uomini dell'arte, sopra le
tegole chiudenti la bocca della nicchia; e queste tegole erano
straordinariamente spalmate e coperte di creta. In somma la
fronte di quel loculo fu richiusa e restaurata in età posteriore
alla prima chiusura. Parimente fu trovato un pezzo arvalico
nel fondo d'un' arca scavata sotto il pavimento; la quale classe
di sepolcri è, almeno in parte, assai posteriore a quella dei
loculi intagliali nel tufa delle pareti.

Queste ed altre osservazioni insieme alla descrizione di-
ligente della rinvenuta sotterranea regione accrescono la ma-
teria del promesso discorso sul cimitero cristiano nel bosco
degli Arvali. Manterrò la promessa dopo compiuta (spero
nel prossimo autunno ) Y esplorazione delle rovine e della
pianta del damasiano oratorio.

TIPOGRAFIA SALY1UCCI
 
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