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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 6 (Novembre e Decembre 1868)
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Epigrafe storica scoperta in Porto alludente agli ultimi spettacoli gladiatorii ed alla loro abolizione
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L' immagine del pastor buono scoperta nel cemetero sotto il bosco degli Arvali
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0091

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— 87 —

epigrafia il nome del magistrato è posto alla (ine, ha
tutto il sapore delle formole e della letteratura dei
tempi del regno gotico e del celebre segretario di Teo-
dorico, Aurelio Gassiodorio. A quei tempi convengono
egregiamente le pessime forme delle lettere; nò discoli-
vongono la palma e la corona graffite a pie dell'epi-
grafe in luogo dell' acclamazione feliciter o d'alcun
altra simile formola di lieto augurio. Questi simboli
(massime la palma) nelle epigrafi pubbliche del secolo
quinto furono molto usitali. Teoderico fu principe di
grande animo e diè efficace impulso perchè i romani
magistrati e senatori curassero ogni maniera di pùb-
bliche opere ed utilità. Anche in Porto, che l'ostrogoto
re chiamò ornatissimam civitatem, delle benefiche im-

prese di lui sono stati scoperti chiari indizi (1). Perciò
inchino ad attribuire l'epigrafe e la memoria dell'
ignoto Acolio Abido ai tempi del regno gotico , cioè
alla fine del secolo quinto o ai primi decennii del
sesto, piuttosto che a quelli dell'ultimo periodo dell'im-
pero occidentale. Ma qualunque sia l'epoca precisa di
sì rara epigrafe , essa è necessariamente del secolo
quinto o del sesto ■ ed è singolare monumento al-
ludente all'abolizione dei gladiatori, della quale la sola
storia ecclesiastica e la narrazione del martirio di
Telemaco ci avevano fino ad ora dato conto e testi-
monianza.

(1) V. SNibby, Analisi T. Il p. 620, G21.

L'immagine del pastor buono scoperta nei eemetero sotto i! bosco degli Anali.

Ho promesso un disteso ragionamento sul sotter-
raneo cimitero scoperto al quinto miglio della via por-
tense sotto il bosco sacro dei fratelli Arvali.Le esca-
vazioni, che quivi si vengono ogni dì continuando e
che presto giungeranno al loro termine, mi consigliano
a rimettere ai futuri fascicoli il promesso discorso ,
perchè nulla manchi alla pienezza dei dati coll'ajuto
dei quali mi studierò di risolvere le proposte questioni.
Intanto però ho divulgato nel precedente fascicolo ed
in questo m'accingo a brevemente illustrare una pittura
di quell'ipogeo, la cui scoperta può sembrare oggi d'una
importanza assai maggiore di quella, che negli anni pas-
sati le sarebbe stata attribuita (vedi sopra pag. 74).

§• i-

Descrizione dell'arcosolio e dei suoi affreschi:
ricerche sulla sua età.

Un piccolo arcosolio costruito di tufi e rivestilo
di intonaco adorno di affreschi sta quasi di fronte al-
l'ingresso dell'angusto cubicolo, nel quale regnano le
immagini dei santi Simplicio, Faustino, Beatrice e Ru-
fìniano. Il monumentino non è scavato nel tu fa ma
costruito, perchè fa parte dei rinforzi e dei muri, sui
quali sorse all'aperto cielo 1' oratorio a quei martiri
dedicato dal papa Damaso. Laonde questa prima os-
servazione anche sola ci indirizza a scoprire l'età delle

immagini dipinte sull'arcosolio: esse non debbono es-
sere anteriori all'oratorio ed al suo fondatore. Avanti
la nicchia nel pavimento era collocata l'iscrizione di
Vincenza morta nel medesimo dì, in che morì anche
Damaso (1). La quale pietra, benché possa essere stata
collocata assai dopo fabbricato il monumento dipinto,
pure merita d'essere tenuta a conto; perchè concorda
con gli altri indizi, che vengo notando, dell'età da-
masiana. I caratteri speciali dell'affresco bene s'addi-
cono a quel tempo medesimo. Nel parapetto dell' ar-
cosolio vediamo rozzi arabeschi di color rosso sul fondo
bianco; e tutta la fronte da ampie fasce di cattivo co-
lor rosso è scompartita in riquadri. Sopra la cima del-
l'arco è dipinta una cartella parimente rossa colle sue
anse a coda di rondine: sopra la quale nulla fu scritto.
Cotesto sistema di grossolana decorazione è assai lon-
tano da quello dei migliori tempi della pittura cimi-
teriale cristiana; e non saprei attribuirlo a secolo più
antico del quarto o, se vogliamo, del terzo volgente
al suo fine. Le immagini ritratte nei quadretti sono
le seguenti. Nella parete esteriore della fiancata destra
a chi guarda è effigiato il pastore in mezzo a due
pecore: egli appoggia la sinistra alla verga e stende
l'altro braccio mostrando la zampogna ad una delle
pecore, che verso lui solleva il muso e amorosamente

(1) Vedi sopra pag. 28.
 
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