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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 6 (Novembre e Decembre 1868)
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L' immagine del pastor buono scoperta nel cemetero sotto il bosco degli Arvali
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0092

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— 88 —

lo guarda (i). Veste tanica succinta, le cui estre-
mità inferiori sono insignite del segno f^J due volte
ripetuto. Sulla fascia rossa in cima alla parete in let-
tere bianche è scritto PASTOR. L'epigrafe dichiarativa
d'una sì ovvia immagine è anch'essa indizio contrario
all'antichità della medesima, come già da molto tempo
in simili casi ha osservato il giudizioso Settele (2). Quel
segno poi ricamato sulla tunica nelle pitture dei su-
burbani cimiteri fino ad ora era stato visto soltanto
sopra la tunica del celebre fossore Diogene, il cui se-
polcro fu adorno di immagini in parte superstiti, spet-
tanti senza dubbio veruno agli ultimi anni del secolo
quarto od ai primi del quinto. Talché tutti i confronti
di segni estrinseci collimano al medesimo punto ed alla
medesima data cronologica. Lo stile poi e il disegno della
figura sono assai simili a quelli di altri affreschi della
predetta età. Altrettanto osservo nelle lacere vestigia
delle immagini dipinte sulla fronte dell'arcosolio.

Quelle del lato sinistro sono al tutto perdute;
perciò ho fatto delineare soltanto la metà destra del
monumento. Quivi nel quadretto inferiore è dipinta
una pecora; e nel superiore parmi ravvisare le tracce
della figura d' Abramo , che leva la destra per im-
molare il figliuolo ; accanto a lui è 1' ariete , che
doveva prendere il luogo d'Isacco. Oggi i colori sono
quasi al lutto svaniti : negli scorsi mesi , quando ò
stata fatta accurata copia dell'affresco, le tracce delle
immagini erano abbastanza visibili , ma non si pote-
rono discernere nel capo dell'animale i segni distin-
tivi dell'ariete. Ciò non ostante parmi che l'insieme
della composizione, confrontata con il nolo tipo del
sacrificio d'Isacco, la determini in questo senso; e perciò
sul capo del protagonista supplirò quelle poche vestigia
di lettere scrivendo ABRAHAM. Ad ogni modo è certo,
che nel capo di questa figura, come sopra quello del
pastore, ne fu scritto il nome: e ciò conferma il si-
stema adottato dal pittore di dichiarare con epigrafi
i soggetti delle simboliche e storiche scene, e conse-
guentemente l'eia non molto antica dell'affresco.

i n

Del segno fì-j sulla tunica del pastore.

Molti cercheranno in vano in che consista il pre-
gio o l'importanza di questo dipinto , e perchè io ab-

(1) Sulla composizione del pastore, che in luogo di portare la pecora
sul collo stringe colla destra la siringa, vedi la Roma sott. T. Il p. 353.

(2) Atti della pont. accord. d'arch. T. II p. 74, 75.

bia voluto divulgarlo a parte e con qualche cura de-
scriverlo ed accennarne 1' età. Veramente esso nulla
c'insegna di nuovo ; nò il pastore vestito di tunica
adorna di quei due segni sembrerà ai periti singola-
rità degna di speciale attenzione. Gli archeologi bene
sanno, che quella foggia di croce più volte s'incontra
sui monumenti cimiteriali ; e poiché una tunica adorna
di simili segni è indossata dal fossore Diogene , ne
raccoglieranno soltanto , che verso la fine del secolo
quarto alcuni Cristiani di Roma fecero ricamare sulle
loro tuniche in luogo delle callicule e dei davi que-
gli ornamenti cruciformi, come nei lembi dei pallii
fecero cucire talvolta lettere, talvolta segni di croce (1).
Ma non tutti ragioneranno così alla semplice sopra
cotesta immagine di Cristo sotto le divise del pastore
e sui ricami della sua tunica. Sono appena pochi
mesi, che in qualche giornale di Francia ho letto l'an-
nunzio d'una osservazione data quasi per grande no-
vità, che nelle romane catacombe si vede sopra molti
monumenti, e segnatamente sulla veste di Gesù Cri-
sto fossore (sic), il primitivo asiatico segno di fe-
licità, lo svastika dei Bramani e dei Buddisti. Il Cri-
sto fossore non ha giammai esistito nella cristiana
iconografìa; ed è evidente l'equivoco, ch'è slato preso
attribuendo a Cristo la notissima effigie del fossore
Diogene. Ma in fine se si vuole un Cristo portante
l'asiatico segno sulle sue vesti, eccolo trovato nel no-
vello cimitero rinvenuto sotto il sacro bosco degli
Arvali.

Quale sarà adunque l'importanza della scoperta,
che oggi divulgo? In quanto a novità il valore ne è al
tutto nullo. L'asiatica croce appellata volgarmente gam-
mata, perchè composta di quattro greche lettere r
(gamma), è da lunga età assai nota nei cristiani mo-
numenti di Roma. Qualche raro esempio ne è stato
riuvenuto anche fuori di Roma. Quelli, che ora ri-
cordo, sono un' epitaffio di Chiusi in Toscana (2) ed
uno del museo di Mannheim : il primo parmi del
secolo terzo ; il secondo è d'un Hugdulfus e spetta a

(1) La croce nuda equilatera è dipinta sul lembo del pallio di Mosè
in un affresco del cimitero volgarmente chiamato di s. Saturnino sulla
via Salaria nuova (V. Perret, Catac. de Bome T. Ili pi. VI; il cimitero
per errore quivi e chiamato di Priscilla).

(2) Cavedoni, Ragguaglio di due antichi cimiteri di Chiusi p. 69.
Una pietra del museo di Bergamo, sulla quale col monogramma X è
incisa la croce gammata , mi sembra proveniente da Roma.
 
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