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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 5 (Settembre e Ottobre 1868)
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Il trionfo del cristianesimo in Occidente nel 394: notizie raccolte da un inedito carme scoperto in Parigi
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Annotazione bibliografica sopra un'insigne iscrizione cristiana di Catania
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0079

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— 75 —

fici, come per disteso altra volta ho dichiaralo nel Bui-
lettino (1).

E qui chiudo il mio discorso ; perocché l'indole
di questi fogli mi permette appena di dare brevi cenni

(l) Bull. 1865 p. 5-8; 1866 pag. 54- 56.

sopra i grandi temi e gli oscuri problemi della storia
cristiana, non di svolgerli ampiamente nè di discu-
terne tutte le prove. Delle vestigia dell' idolatria in
Roma dopo il 394 sotto l'impero di Onorio e nel
corso del secolo quinto tratterò appena qualche nuova
scoperta me ne darà 1' occasione, che afferrerò ala-
cremente.

Annotazione bibliografica sopra un' insigne iscrizione cristiana ili Catania.

Nel quaderno del 17 Ottobre della Civiltà cattolica leg-
giamo l'erudito commento del eh. P. Garrucci sopra un insi-
gne epitaffio cristiano conservalo in Parigi nel museo del Lou-
vre; del quale ecco la distesa lettura. Nilae (1) Florentinae
infan[l)i dulcissimae alque innocenlissimae fìdeli factae parens
conlocavit. Quae pridie nonas martias ante lucem pagana
nata Zoilo correttore provinciae, mense octavo decimo et vi-
cesima secunda die completis fìdelis facta fiora noctis oclava
ultimum spiritimi agens supervixit horis quatluor , ita ut
consueta repeteret ; ac defuncla Hybl{a)e hora die[i) prima
septimum kal. Octobres. Cujus occasum curn uterque parens
omni momento fleret, per noctem majeslatis vox exlitit, quae
defunctam lamen(l)ari prohiberet ; cujus corpus pio foribus
martyrorum (2) cum loculo suo per pr(e)sbyterum humatu(m)
e{st) 1111 nonas Octobres.

Il dotto commentatore a buon diritto tiene in gran pregio
il recitato testo , eh' egli crede noto fino ad ora soltanto per
la prima ed unica cattiva trascrizione mandatane dalla Sicilia
al Muratori ( Thes. inscr. 1916,4). E fa rimprovero ai recenti
epigrafisti di non citare nè punto nò poco sì rara epigrafe; della
quale parimente nello scorso secolo appena il Zaccaria (imita-
to dal Gener) fece, dice egli, qualche menzione. Laonde annunzia
avere scoperto l'insigne marmo nel museo del Louvre ; ed in-
segna a leggerne la data non intelligibile nel cattivo esem-
plare muratoriano. Dichiarati poscia i pregi del testo, ne rac-
coglie la testimonianza di martiri spettanti ad lbla Megara
ignoti alla storia ecclesiastica.

Ecco però una ricca serie di cenni bibliografici, che mentre
indicano l'insigne iscrizione non essere stata al tutto negletta
dagli epigrafisti, ce ne danno esatte notizie ; e la dimostrano
originaria non d'ibla Megara, ma di Catania. Nel cui suburbio
fu Hybla major e furono cimiteri cristiani con sepolcri di mar-
tiri illustri, fra i quali primeggiava quello della celebre ver-
gine Agata.

Vito Maria de Amico nella sua Catana illustrata T. Ili
p. 233 divulgò un esemplare del nostro epitaffio assai migliore
del muratoriano; e registrò le circostanze della preziosa scoper-

ta. Avvenne questa nel 1730 in un cimitero cristiano di Cata-
nia dissotterrato nella villa Rizzari e descritto nel libro citato.
Dal Ferrara (Storia di Catania p. 376) imparo il sito preciso
di quella villa fuori della porta di Aci. Nel quale tratto del su-
burbio catanese pieno di sepolcreti sono state sempre trovate
fino a' nostri giorni cristiane iscrizioni greche e latine, altre con
date del secolo quinto, altre senza data; la massima parte però
fornite di indizi dell' età della pace. La nostra epigrafe sem-
brava essere stata tolta ab antico dal suo primo sepolcro: indi-
zio favorevole alla sua molta antichità. L'osemplare, che ne stam-
pò il de Amico fu riprodotto dal Castelli principe di Torremuzza
nella grande raccolta delle iscrizioni sicule a pag. 271, e poi
dal prelodato Ferrara (1. c. ); il quale nota che il marmo è scom-
parso da Catania e non si sa dove sia ito a finire. Per to-
gliere ai dotti il rammarico nella perdita di sì pregevole la-
pide, citandola io nel tomo I delle Inscr. christ. p. XI ho scritto:
Ferrara tam pretiosi monumenti jacluram deplorai; sed la-
pidem ego vidi in museo Parisiensi: altrettanto ho accennato
nel Bullettino 1864 p. 32. Ed avendone nelle mie carte un' ottima
impronta, l'ho fatta qui delineare nella pag. 74 n. 2. Essa è una
delle epigrafi più maltrattate dall' antico incisore poco pratico
dell'alfabeto.

Il Muratori ebbe la sua copia dall'ai). Lucchesi; il quale con
altri difetti cadde in quello di scrivere nella linea 4 CORP in
vece di CORRP. Da colesla corruttela venne, che il Muratori
non riconobbe quivi la data, ma esitando lesse nata suo corpo-
re. 11 Mazzochi brevemente illustrò quest'epigrafe nella Recensio
adorimi in causa Hilari pag. 43: ed avendone sotto gli occhi
soltanto la stampa muratoriana, interpretò il passo citato naia
corpore (tenus). Nel 1856 il eh. P. de Buck tolse ad esame
l'interpretazione del Mazzochi , e nulla volle decidere intorno
al senso delle oscure sigle segnate nella linea quarta (1). Ma
1' editore catanese aveva stampato ZOILO CORRE; e sì il Ca-
stelli, che il Ferrara bene s'avvidero dovere noi quivi cercare
il nome del correttore della provincia (2). Laonde anch'io nei
prolegomeni de hisloricis temporum notis ho annoverato que-
st' epigrafe tra le sepolcrali cristiane segnate con la data del

(1) Nel marmo NI1AE : il eh. P. Garrucci stima che l'incisore abbia W Collection de prie* historìques, Bruxelles 15 Fevrier 1856 pag.
errato scrivendo così in luogo di IVLIAE; congettura assai probabile. 479, 480.

(2) Idiotismo in luogo di Iffartyrum, già noto per altri esempii. (2) Ferrara, I. c. Castelli, Le. enei trattato De veterumSiculorum
Vedi Bull. 1864 pag. 32, ove è citata anche questa iscrizione. epochis chronologicis premesso al lodato volume delle Inser. Sic. p. LXII.
 
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