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Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

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Nr. 6 (Novembre e Decembre 1868)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0098

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— 94 —

Il celeberrimo cimitero di Priscilla sulla via Salaria nuova
ba anch'esso chiamato a se l'attenzione dei curatori delle sacre
romane necropoli. I lavori ed i restauri quivi fatti nei prossimi
anni esigevano pronto compimento. Nel fondare nuovi muri e
sostegni e nel ricercare il piano delle gallerie in varii punti sono
tornati in luce frantumi di epitaffi, i quali benché ciascuno da sè
isolatamente sieno di poco valore, pure esaminati nelle loro re-
lazioni colle altre epigrafi e colla storia del sotterraneo meritano
d'essere tenuti a conto ed in molto pregio. Il cimitero di Pri-
scilla vanta origini antichissime ed apostoliche, e le romane tra-
dizioni ne dicono fondatrice la nobile stirpe dei Pudenti cristia-
ni. Già ne\h Roma sotterranea (T. I pag. 188 e segg. ) e nel
breve testo che accompagna le immagini scelte della B. Vergine
Maria nelle catacombe romane (pag. 15-19) ho dimostrato come i
monumenti tutti del sotterraneo e massime le iscrizioni confer-
mino pienamente questi dati e queste notizie. Negli epitaffi del
cimitero notabilissima, perchè fornita di manifesti segni di ar-
caismo e di contemporaneità alle origini della cristiana epigrafia,
m'è sembrata una speciale famiglia propria di questo solo cri-
stiano sepolcreto : essa è composta di semplici nomi, aggiunti
appena qualche volta gli apostolici saluti pax tecum o pax tibi
e i simboli o dell'ancora o della palma o dell'uccello; tutto di-
pinto col minio in grandi lettere sopra tegole sovente assai
grandi e dei migliori tempi imperiali. Parecchi nuovi frammenti
degli epitaffi di questa famiglia sono ora riapparsi; nè punto di-
scordano dal sistema degli altri epitaffi fino ad oggi noti spet-
tanti a sì vetusta serie di memorie dei primitivi fedeli. Nei no-
velli frantumi leggo e supplisco i nomi di antico sapore: eur OPA,
oj)OLLON«VS , IIILAR- ; ai due primi, dei quali abbiamo le
lettere finali, null'altro è aggiunto fuorché ad EurOVk l'uccello,
e la palma ad opOLLOiNWS.

Nel medesimo cimitero ho sovente osservato iscrizioni incise
in marmo con lettere di speciale ed assai buona calligrafia com-
poste con le formole del più latino e classico stile. Altre ve-
stigia e reliquie ne sono state ora raccolte; e studiandomi di
ricompoine i minuzzoli, ho trovato con mia grande soddisfazione
un CÀEGILws o CAEC5L?'o. Chi ha letto nella Roma sotterranea
le lunghe mie disquisizioni sugli antichi Cec lii e i Pudenti cri-
stiani, proseliti nobilissimi della fede predicata dagli apostoli e
dai primi loro successori, intenderà perchè tanta attenzione pre-
sto a coleste reliquie dell'epitaffio d'un Caeciltus o d'una Cae-
cilia inciso in belle lettere del secolo secondo o del terzo nel
cimitero famigliare dei Pudenti. Però finché non ne avremo rin-
venute altre lettere o del cognome aggiunto al gentilizio o di
qualche titolo d'onore , che ci autorizzino ad aggregare anche
cotesto novello Gecilio cristiano alla stirpe senatoria, non ardirò
annoverare questo marmo fra i monumenti certi dei Cecilii no-
bili convertiti al cristianesimo nè fra quelli dei loro probabili
vincoli con i Pudenti. Una sola iscrizione è stala trovata in-
tera: è scritta in belle lettere alquanto ondulate, similmente a
quelle del vicino epitaffio d'un Tito Flavio Felicissimo, del quale
ho parlato nel citato testo sulle immagini della B. Vergine pag. 19,
e che bene possono convenire all' età dei Flavii Augusti , cioè
al primo periodo del cimitero di Priscilla ed alla prima e seconda
generazione dei Cristiani di Roma. Il classico laconismo del
nuovo epitaffio gareggia con quello del titoletto di Tito Flavio

Felicissimo: e parrai probabile, che ambedue sieno vicini di tempo,
come lo sono di luogo.

BONAVIAE COIVGI
SANCTISSXMAE

Bonavia ; è cognome composto dalle voci bona avia, ov-
vero bona via, ma fino ad ora inaudito (]).

Le osservazioni, che ho accennato di volo, sulla molta antichità
di cotesti epitaffi e sul loro valore per la storia del cimitero di
Priscilla e delle cristiane origini di Roma non debbono essere
giudicate leggermente sulle sole poche parole deltale per un ar-
ticoletlo di notizie. Esse debbono essere coordinate al complesso
di prove, che fornisce l'esame topografico e critico dei gruppi
e delle famiglie di epitaffi sotterranei. Il metodo di siffatto esame
e la palpabile e quasi matematica esattezza delle conseguenze,
che se ne cavano, sono ampiamente dimostrali col fatto e sopra
un grande numero di monumenti nei due tomi già divulgati
della Roma sotterranea.

R,VVELIifi> I»BSE§&© .Via.^SiS'l. Scoperta ti' un
bassorilievo cristiano «Se! secolo quarto.

In Ravello presso Amalfi il sig. Navile Reid ha rinvenuto
nel soppresso convento della Trinità una pietra servita nel medio
evo a chiudere un sepolcro. Essa è la metà d'un antico sarco-
fago adorno d'immagini sacre nello stile del secolo quarto. 1 tra-
vamenti di questo genere meritano d'essere registrati geografi-
camente, come indizi della diffusione del cristianesimo nelle varie
contrade del mondo antico e dell'unità tipica e simbolica, che
regna nelle opere dell'arte cristiana primitiva d' ogni regione.
In fatti nel sarcofago di Ravello il centro è occupato dalla im-
magine della donna orante, come in tante e tante simili sepol-
crali urne di tutta l'Italia, della Francia e della Spagna. Nel-
l'estremità destra a chi guarda (la sola superstite) siede sopra
cattedra la Vergine Maria col capo velato da ampio pallio ; e
solleva sulle sue sue braccia il bambino Gesù per mostrarlo ai
Magi. Il primo dei quali offre una solida corona (di oro), il se-
condo sopra un piatto una massa foggiata a guisa di pan di
zuccaro (la mirra); il terzo sopra simile piatto tre grossi grani
(d'incenso) Tutto il gruppo e il vestiario persiano dei Magi
sono imitazione fedele del tipo di cotesta scena evangelica tante
volle effigiato in monumenti d'ogni genere e d'ogni paese fatti
nei primi secoli. Sulla cattedra della Vergine è scolpita una
targa terminata inferiormente a punta ; il cui campo però è
vuoto e privo di insegne blasoniche. Nel medio evo, quando il
marmo fu trasferito ad un altro sepolcro , dee essere stata co-
minciata e non finita la scultura di cotesta targa gentilizia.

(1) V. De Vit, Onomasticon lalinum, ove con diligenza più unica
che rara il dottissimo autore registra tutti i nomi proprii latini oggi noti per
gli scrittori ed i monumenti: e niim esempio vi si legge del cognome Bo-
navius, Bonavia.
 
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