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tanto bene distinta colle forme dell' indico Bacco la
Ogura del vincitore.

In maggiore sostegno della premessa spiegazione
mi par che venga un cognome di Bacco, dir voglio
quello di 0p»cc(xj3os (Triumphusj: giacché se ne attri-
buisce la origine alle spoglie recale da Dioniso dopo
l'indiana spedizione (Diod. Sic. lib. IV cap. V). Sic-
ché un trofeo formato dallo stesso Bacco non può ri-
ferirsi che alle medesime gloriose imprese , per le
quali si disse introdotto il primo uso del trionfo colle
spoglie de' vinti nemici.

Tutte queste ragioni mi fanno credere meno pro-
babile una conghiettura, che mi era sovvenuta alla
mente, per rimuovere la difficoltà messa innanzi dal
eh. Panofka.

Io aveva pensato alla vittoria di Bacco su' domi-
natori delle Beotiche città, edalla fondazione di Eleu-
tere: (Diod. Sic. lib. IV cap. II extr. Vedi ciò che
scrive il dottissimo Lobeckh Aglaophamus p. 661 ed
il Bolle rech. sur le culle de Bacchus tom. IH p. 280
e segg. e 331 e segg. ). Ma queste tradizioni messe
in rapporto del pompejano dipinto non trovano quella
spontanea applicazione , che si richiede per abbrac-
ciare un' archeologica conghiettura.

Besterò dunque nella idea che il soggetto sia allu-
sivo alla indiana vittoria di Bacco, e forse ancora alla
fondazione di Nicea.

Mi riserbo di presentare più estese ricerche in altro
mio lavoro ; perciocché la brevità è essenzialmente
richiesta nella presente pubblicazione. Minervini.

Notizia di alcune iscrizioni messapiche.

Debbo alla gentilezza del mio egregio amico sig.
Ciro Moschitti (1) la notizia di alcune iscrizioni mes-

(i) Il sig. Moschilti è autore di un volgarizzamento delle istorie
romane di B. g. Niebuhr, fatto sulla traduzione francese del sig.
Golbéry ed impresso in Napoli in tre volumi in 8. pe' tipi di Gae-
tano Nobile 18i6 segg. Noi raccomandiamo a' lettori del ballettino
1' acquisto di questa versione, nella quale, oltre alcune note del tra-
duttore, vedesi pure una carta della Italia antica, la quale nelle e-
dizioni tedesca e francese mancava, mentre si rende utilissima per
1 a intelligenza della prima parte dell' opera.

sapiche , le quali ora più non esistono , ma sì leggo-
no in un antico manoscritto nella casa di D. Vittorio
Prioli di Lecce. Non sono in esso riconosciute per e-
pigrafi messapiche , ma lo scrittore D. Scipione de
Monti annunzia averle ritrovate su di un antico muro
della città di Lecce. Sono esse le seguenti :

1) AOKIHI KOHI HAI"ABATI

2) TAKB AT AKBriITAI KI

3) OIKOBOIHI BiriAS MOROAS

É risaputo che finora una sola iscrizione di Lecce
era conosciuta, la quale pur da un antico manoscritto
trovasi pubblicata dal Mommsen ( Unterit. Dial. pag.
59. Taf. IV). È importante adunque il vedere arric-
chita quella medesima località di tre altre iscrizioni.
Leggiamo la prima dividendo le parole in tal guisa :
Aoxi'fa Kch r-x7rapa.r;, ovvero
Aoxàri KoH hay«par<
giacché rimane per noi dubbioso, se il terzo elemento
della terza voce deggia riputarsi un r ovvero un P.

Nessuna di queste voci incontra il paragone in al-
tre messapiche iscrizioni ; giacché il Koh non è da
confrontare affatto col KXch della iscrizione di Vaste:
osservo solo che quella specie di digamma premesso
alla parola hxyaparj non è nuovo nella ortografia di
quel dialetto ; siccome ci venne fatto di osservare nel
primo anno di questo bullettino pag. 108.

La seconda iscrizione sembra poco esattamente ri-
copiata , e non sapremmo in qual modo divider si
debbano i vocaboli , che la compongono.

Forse potremmo supporre che la decima lettera fos-
se un IH ; nel qual caso si leggerebbe la iscrizione
Taxpo. TUXpvhi itu.ix.1

In questa seconda iscrizione, come nella terza ,
neppure abbiamo il confronto di parole simili nelle
poche iscrizioni messapiche finora conosciute. La terza
dice così Owopoih piyict? fxopoas

Non abbiamo ancora elementi bastevoli di confronto
per venire a probabili conclusioni sulla intelligenza
di queste novelle epigrafi di Lecce. Saremo perciò
contenti di riportarle, rimandandone a miglior tempo
la conghietturale interpretazione. Minervini.

P. Raffaele Garrccci d.c.d.g.
Giulio Minervim — Editori,

Tipografa di Giuseppe Cataneo.
 
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