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che ho altrove dimostralo essere il ludus gladìaloriut
(v. questo Bulletta an.I.p.98 s.) lessi ARMATVRIIS,
che taluno forse amerà meglio di richiamare all'osci-
smo della E per I, siccome in PVGNABI1T di graffilo
letto già dal comm. Avellino.

Seguiva nella slessa parete il nome di un tal Natale
scritto con alfabeto misto (tav.VIII.n.2) NATALIOC,
nel quale alla greca desinenza, ed al C lunato vedesi
congiunto 1? L latino. Leggevasi appresso latinamente
(tav.VIII.n.3) NATALIS, e (tav.VIII.u.4)NATALVS
proveniente da corrotta pronunzia , o forse da scor-
rezione dello scribente , come in altro luogo lessi
MARTALIS certo per MARTIALIS. Seguiva con let-
tere assai più grandi (tav.VIII.n.5) SVAVIS e sotto-
posto il numero XV, poi un fallo graffito, e disotto
(tav.VIII.n.6) F11NYTOS con lettere greche , ma V S
finale di corsivo latino. Vedevasi dipoi ben disegnata
una tromba ricurva di quella medesima figura che nei
monumenti antichi, ed in Pompei stesso osservasi già
sull' intonaco dipinto del podio dell'anfiteatro in mano
ad un corniceli dei giuochi gladiatori!. Disotto a que-
sta (romba (tav.VIH.n.7) IIQVILLVS colla ortogra-
fia della li per E, che fa bel riscontro al Inventila no-
tato di sopra. Ambedue queste voci vengono ad ar-
ricchire la lingua latina , che par si piacesse di due
forme in VLVS ed in ILLVS , la prima delle quali
significò in origine derivazione di vocabolo, siccome
vedesi in Aequiculus, in Saliculus, in Apulus,'mPae-
diculus : appresso usurpossi comunemente nel senso
diminutivo, che ebbe quindi due uscite: così Proculus
e Procillus (il Procillus ha nuovo esempio tra i graffili
nella leggenda PROCILLVS ET IACINTVS PR1N
APVLEI), Nepolulus trova il Nepolillus in una lapida
diFrigento edita dal Guarini (Commenl. XII. p.27),
il Lupulus guadagna Lupillus per una iscrizione da me
copiata in Vinchiaturo presso Campobasso. Lascio di
paragonare Catulus e Catillus, Rcgulus e Regillus, 0-
ricula ed Oricilla, Vasculum e Vascillum, Furcula e
Furcilla,Osculumed Oscillum,Crusculum eCruscillum,
Tusculus e Tuscillus, Pupulus e Pupillus, Curculum e
Corcillum, e cento altri più ovvii. Conteneva lo slesso
intonaco una parte di alfabeto greco, che ci si è con-
servato , e procede dall' A al A (tav. YIII.n.8), Altri

alfabeti aveva di già copiati, trai quali imporla la co-
noscenza di due impressi sulla calce ancor fresca. Veg-
gousi sottoposti l'uno all'altro in due righe colla sin-
golarità che il secondo va da destra a sinistra appunto
come 1' osco. In ambedue gli 's-^ikòy e i ofyfuc sono
lunati, e \'Mfjayx è della forma riputata corsiva. Nel
secondo v'è dippiùda osservare, che l'antico scrittore,
provatosi ad un esperimento tutto nuovo per lui di ri-
voltare a sinistra la forma delle lettere, non vi riuscì
pienamente. Perocché tranne il B, la E, lo Sei C,
lasciò rivolti a destri il r, lo Z, il K, e di più invertì
l'ordine di qualcuna, collocando il I dopo il-K,e l'O
dopo il II, e dimenticò affatto il P. La figura dell'00
riputala corsiva vedesi qui in un alfabeto regolarissi-
mo e quadrato. E siccome può supporsi ragionevol-
mente autore di questo graffito qualche giovane, che lo
apprendesse alla scuola, avremo anche rilevato quali
esempii si proponessero nelle scuole pompeiane dai
grammatici die v'insegnavano il greco, ed inoltre una
curiosa conferma dell'antichità di un uso osservato an-
che ai tempi di S. Girolamo, il quale, come ben os-
serva il eh. Ab. Cavedoni, ricorda , che , apud nos
Graccum alphahclum nsque ad novissimam lilleramper
ordinem legilur, hoc esl ALPHA, BETA et celerà, usque
ad £2; rursumque, propter memoriam parvulorum, so-
lemus leclionis ordinem inveriere (Comm. in Ierem. c.
XXV, 26 ) : e forse la trasposizione di qualche lettera
potrà essere accaduta per l'uso medesimo, che si aveva,
che ipse inler se ordo crebre lurbatur (Ep. CVII, 4-.).

Difatti fra le iscrizioni greche copiale da me, che
son ben numerose coll'C e col C lunato vedesi intro-
dotto l'U) di questa stessa forma. Il signor Franz ha
scritto che queste lettere sian passate nell'alfabeto qua-
drato ex scriptura cursivaesimili (Elem. Epigr. Graec.
p. 232), e ne ha citati gli esempii più antichi dai pa-»
piri, e dai monumenti di Egitto, Nei papiri di Erco-
lano vedesi il C e £ lunati col piccolo U). Se facesse
ancora uopo alcun argomento per provar spuria l'e-
pigrafe di Ercolano, di cui si tenne tanto conto dai
letterati e per tanto tempo , dovrebbe esser questo ,
che si ricava dai graffili in greca lingua, che ci assi»
curano del vero alfabeto usalo in queste città greche
nei primi tempi dell' impero,
 
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