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dal eh. Movers (das Phoenizische AUerthum tom. II
pag. 334 e seg. ) : e paro che la leggenda fenicia sia
infatti da interpretare assolutamente fcOfcDD , siccome
egli ha fatto. Negli esemplari, a' quali si riporta il Ge-
senius le lettere sono disposte in una linea , laddove
nella nostra monetina sono collocate in giro ; ed è pur
notevole in essa la forma dell' Aleph finale, che si ac-
costa molto alla penultima delle forme più antiche
esibite nella tavola alfabetica del detto Gesenius. Sup-
pongo che quei segni, i quali si veggono oltre le
quattro lettere, componenti la iscrizione nella meda-
glia del sig. Mongelli, fossero piccole rosioni del me-
tallo prese dal disegnatore per particolari elementi.
Ciò si rileva non solo dalle altre pubblicazioni, ma
ancora dalle medaglie che ho potuto osservare, e spe-
cialmente da un esemplare con epigrafe conservatis-
sima posseduto dal eh. sig. Principe di San Giorgio;
ove è pur da notare che la iscrizione è parimenti di-
sposta in giro, e uon già in una sola linea.

6. Testa di Apollo laureata a s., innanzi la epigra-
fe EIHMAN

)( Leone stante a d., sopra il pentalfa, sotto la li'
nea de'piedi APIIANÌ2N Ae. 9—«

7. Testa di Diana con turcasso sulla spalla a d.
innanzi la epigrafe APITAN

MAN

)( Fulmine, sopra e sotto in due linee ,g Ae. 6-

La prima di queste medaglie fu pubblicata nelle
tavole del Carelli, colla iscrizione EPHMAN (Carelli
tab. XCI n. 12, vedi la pag. 18 della ed. di Lipsia),
ed anche prima sin dal 1821 ne aveva fatto conosce-
re un altro esemplare il Sestini ( Descriz. di alcune
med. greche del mus. pari, di S. A. li. Mons. Cri-
stiano Fed. principe ered. di Danimarca pag. 1 e 2
tav. I num. 3), leggendovi EYMAN. Nella moneta
del Mongelli manca la lira dietro la testa di Apollo ;
la quale (1) comparisce in un esemplare conservatis-
simo della collezione Santangelo, ove è pur sicura la
leggenda EIHMAN, che ne resta quindi pienamente
conosciuta , e fermata , dopo le dubbiezze di lezione
(v. Avellino suppl. ad Ilal. vet. n. pag. 24 n. 35, e

(i) Vedevasi pure la lira in altro del museo Zurlo descritto dal-
l' Avellino (op«fC t. H p, 62).

Mommsen unter. Dialek. p. 93 , 94 ). Del resto non
dovrebbe sorprendere una varietà di lezione per im-
perizia dell'artista, e ne fornimmo l'esempio colle me-
daglie dell'antica Dalvon, ove il nome di magistrato
ora si legge MINATE , ora AAIHATS in esemplari
di ottima conservazione (vedi la nostra memoria sulle
medaglie dell'antica Dalvon nelle meni, della reg. ac-
cad. Ercol. toni. IV part. 2 p. 272 e s.). Non vi ha
dubbio che anche nel nostro EIHMAN vada ravvisalo
il nome messapico di un magistrato, quali ne furono
risconlrali sulle medaglie di Arpi (v. le nostre osser-
vazioni nel I anno di questo bulletlino p. 108). Nulla
diciamo sul simbolo del pentagono, o pentalfa, di cui
ci estendemmo a discorrere in altro nostro lavoro
(novelle dilucid. sopra un ant. chiodo mag. p. 23 e
seg. : a p. 24 richiamammo pure la moneta di Arpi).
E sui differenti tipi veggasi pure nel citato luogo il
Sestini. L'altra monetina fu pubblicata dall'Avellino
(opusc. t. II p. 128 tav. V fig. 7), il quale vi lesse
egualmente EIHVIAN: noi abbiamo credulo di ripub-
blicarla per offrire un confronto all'altra medaglia di
modulo maggiore. E qui osservo che lo stesso nome
di magistrato si scrive ora EIHMAN ora EIHVIAN :
e parci che i due caratteri H ed I- sieno da ritenere
siccome aventi la medesima forza. Potrebbe da taluno
pensarsi ad aspirazione, la quale ne'popoli messapici
s'incontra non di rado anche nel mezzo delle parole.
E la numismatica ce ne fornisce l'esempio nelle mo-
nete di Ascoli colla epigrafe ATr-TSKA ( Millingen
considcr. p. 154-155, e supplem. pi. II n. 15 p. 9 :
Friedlaender die oskische Munzen tav. VII 1,2,3,4
p. 54-56, Mommsen unter. Dialek p. 201 e 204),
sulle quali son da leggere le cose ultimamente osser-
vate dal Raoul-Rochelte (journ. des Savants 1854
pag. 298 e seg. ). E sulle aspirazioni nel mezzo delle
parole è da vedere ciò che scrive il eh. Osann (Syl-
loge inscr. pag. 72). Ma è noto ritrovarsi il digamma
fra due vocali, mentre nell' EIHVIAN vedesi V aspi-
razione precedere una consonante. Da ciò deduciamo
che il segno o aspirazione \r, II abbia il valore di un
V: il che si conferma dalla lezione del Sestini, s'ella
è ben verificala. Di fatli 1'ETMAN (forse EvyLxvris
o altro simile nome) sarebbe la scrittura e la pronunzia
 
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