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Grata nome eh' egli credeva proprio di Callipolis
(considér. p. 146), e cosi si ritenevano ancora da
non pochi numismatici ; sebbene la grave difficoltà
mossa dall'Avellino conlra una tale opinione (bull,
arch. nap. an. I p. 130 ) facesse tuttavia a' più con-
siderati dichiarar per incerte queste medaglie. Ora la
nuova iscrizione rPA^A mentre da un lato dimo-
stra la falsità di tutte le precedenti attribuzioni, pruo-
va dall'altro l'esistenza di una incerta cillà o dell'an-
tica Calabria, o delì'^j5wZm denominata Graxa, la
quale avuto riguardo a' tipi del pecteri, e del delfino
si manifesta una città marittima e littorale. Nella te-
sta imberbe del ritto sarà da riconoscer forse un Vul-
cano, e la rosione della moneta dietro la testa, in-
dicata pur nel disegno, impedì di osservare il for-
ceps, che per avventura eravi effigiato. Non vorrei
facilmente pensare ad Ulisse, sebbene questo eroe in
altri monumenti apparisca parimenti giovanile ed im-
berbe (v. sopra p. 14. e le cose da me osservate in-
torno ad un vaso ruvesenelle mem. dellareg. acc. Er-
colan. tom. IV part. I p.260, 262,281). Comunque
sia , ci sembra dubbiosa l'attribuzione fatta dal sig.
Raoul-Rochelte a Cuma e ad Ulisse di alcune mone-
tinedibronzo (mon. inéd. p.253; cf. p.24l, 3), nelle
quali il eh. Fiorelli vide Glauco invece dell' Itacese
[Annoi, di numism. t. I tav. Ili n. 7, 8 p. 186-189).
E gli argomenti opposti dal eh. sig. Principe di San
Giorgio {memorie numismal. 1854 p. 31 ) sono tali
che sembrano, escludere la possibilità di una medaglia
di bronzo in Cuma: sebbene il dotto archeologo fran-
cese non abbia per ciò abbandonata la sua idea (Journ.
dessav. 1854 p. 307 not. 3). Un'ultima osservazione
aggiungo sulle monetine di Graxa, ed è che veggonsi
in esse adoperati ora i globetli, ora gli astri ad indi-
carne il valore: e questo sistema corrisponde a quel
che venne osservato nella numismatica di non poche
città ; traile quali mi contenterò di citare neìì'Apulia
medesima Caelium, e Venusta, che pur della doppia
indicazione di peso fan mostra nelle loro medaglie.
14. Abbiamo pubblicata questa medaglia, perchè

offrirebbe notevoli particolarità, se potesse attribuirsi
a' Bruttii ; siccome accenna la leggenda ■ • ETTI • •
Ma non possiamo tacere i nostri dubbii sulla epigrafe,
ponendo mente alla identità de'tipi con quelli di una
comune moneta della Beotia (Mionnet suppl. t. IH p.
507 n. 36 da Hunter tab. XIII fig. 13 ); della quale
osservammo presso il lodato signor principe di San
Giorgio un esemplare di fabbrica perfettamente simile
a quello da noi pubblicato (1). Per lo che si rende
probabile lo scambio del • -IflT1 ■ • in ■ -ETTI* • • ;
trattandosi di una iscrizione poco conservata.

19. Non dubitiamo che questa medaglia apparten-
ga alla Sicilia, ove sono frequenti i tipi del toro a
volto umano, e della testa imberbe. Anche qui può
credersi errata la epigrafe IEPA. E noi, non man-
cando di offrire allo studio de'dotti il disegno, ci aste-
niamo dall' accumular conghielture ; attendendo no-
velli confronti, che chiariscano meglio 1' attribuzione
di questa medaglia.

Medaglia di Eraclea, nel real museo Borbonico.

Nel chiudere questo articolo mi sia lecito di retti-
ficare una nozione di fatto. Io notai che la medaglia
di Eraclea pubblicata sotto il num. 18 della tav. IX
mancasse alla collezione del real Museo Borbonico
(p. 142). Ora debbo dichiarare che ho verificato la
esistenza nel real museo di questo interessante pezzo,
dal catalogo del regio medagliere del eh. Avellino,
ove la trovo descritta nel seguente modo.

Heraclea Lucaniae ? Figura virili* nuda sm. saxo
insidens, cui pellis leonis imposila, dexlra canlharum
sinistra clavam • ' ' EI12N

)( Acgis, in qua caput muliebre dm. laureatum cri-
nibus retro colleclis Ar. 2.

MlNEUVINI.

(i) Prendo questa occasione per renderò pubbliche grazie al eh.
signor principi; di San Giorgio per la gentilezza che non tralascio
mai di usarmi, perméttendomi di studiare le antiche medaglie della
sua raccolta, che va di giorno in giorno aumentando con novelli
acquisti.

Giulio Miservini — Editore.

Tipografia di Giuseppe Catanko.
 
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