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di meritare per tal modo il premio della bellezza (vedi
le cose da noi osservate sopra un magnifico vaso di
Pisticci, che ci presenta il lavarsi di Pallade bullelt.
ardi. nap. an. I p. 103). Nè diversamente fu da noi
inteso un simile vaso, che vedesi al suolo in una scena
di xa,XXo7riff!xós figurata sopra una patera del museo
Jatta ( bull. cit. an. V tav. I p. 26 ). Questa intelli-
genza acquatica non isconverrebbe ad una Nereide, il
cui nome slesso, quasi proveniente da xkv£w, prestasi
spontaneamente alla significazione di abluzione , e di
purificazione. Nel qual senso disse il tragico , ©a-
XoLffira. xkv^a Trarrà ràv&pw7rutv xxxà (Eurip. Iph.
T. 1193).

Ma facendo un più attento esame del simbolico
recipiente tenuto dalla Clymene, sorge la idea che
esso non sia chiuso, ma contenga invece taluni oggetti,
de'quali quello che più sporge al di sopra offre la
forma del muliebre xreìs. Questa notevole particola-
rità attribuisce alla patera di Fasano una religiosa e
mistica intelligenza. È noto in fatti come un tal sim-
bolo fosse adoperato ne'misterii, e come vi si recas-
sero intorno quelle focacce, che ixuXXoì venivano de-
nominate : nelle quali cerimonie più che al lascivo
scherzo di Iambe pare si alludesse alla universale ge-
nerazione (Creuzer Symbolik toni. IV p. 376 seg. 3.
ediz. ). Dopo queste considerazioni la figura di Cly-
mene nel nostro vaso effigiata potrebbe favorire la
spiegazione datane in rapporto ad altri monumenti dal
dottissimo Welcker, il quale la identifica colla stessa
Proserpina (annali dell' Ist. 1845 p. 176 seg.). Ed
ognun vede quanto la presenza della dea de' misteri
innalzerebbe la significazione di tutta questa simboli-
ca rappresentanza.

La seconda figura di questo importante dipinto è
1' ?ApfWa. Tra Venere ed Armonia esistono rapporti
mitologici : essendo ella nella teogonia esiodea figlia
di Marte e di Afrodite (v. 937). E poiché il suo
nome che vien da àpiió&iv , esprime la ben disposta
acconciatura, ben le si attribuisce il simbolo della cas-
setta contenente i femminili giojelli, i quali ben si ag-
giustano sopra un' avvenente persona. E se si richia-
mano le tradizioni, nelle quali ricordasi il suo fa-
moso monile, ravvisar si potrebbe un rapporto fralle

gioje da lei recate e le narrazioni che la concernono.

In quanto all' EwcXs/a, sappiamo eh' ella si ebbe
nell'Attica un particolare culto ( Paus. I , 14 , 5) :
ma non credo che avesse rapporto al celebre nome
dell' Artemis Eukleia venerata specialmente da' Beoti
(Plut. Arist. c. 20). Probabilmente nell'Attica, come
sul nostro vaso, non indicò quella voce che la per-
sonificazione della gloria, e della nobiltà. E tanto
più siamo di ciò convinti, quando ricordiamo che
la Eucleia era in Atene onorata insieme colla Euno-
mia ; incontrandosi in una iscrizione un sacerdote
EwcWas xoà Eyvofx./aS ( Boeckh c. inscr. gr. tom. I p.
364 n. 258). Questo confronto è pur di particolare
interesse pel nostro vaso, nel quale veggonsi le due
medesime personificazioni fra loro vicine. Del resto
il simbolo della corona , come insegna di vittoria e
d'immortalità , ben si è messa nelle mani della Eu-
cleia, che fa quasi l'ufficio della Nike (1). Nel no-
stro vaso YEunomia tien pure un calatisco rovescia-
to , ed un balsamario. Egli è ben conosciuto che lo
stesso nome si ebbe una delle Ore (Hesiod. Theog.
v. 902: Pind. 01. IX. v. 17, XIII, v. 6 : Orph.
h. XLII, 2 : Apollod. lib. I, c. Ili, 1, 2), e che
fu così appellata la madre delle Grazie negli orfici
inni ( LIX , 2 ; v. Lobeck Aglaoph. p. 398 ). Que-
ste nozioni son certamente sufficienti a spiegar la stret-
ta relazione con Venere e colla scena del nostro va-
so , e danno pur sufficiente spiegazione del simbolo
dell' unguentario ; essendo gli odorosi unguenti desti-
nali ad accrescer le grazie di una vaga persona. Quindi
è che noi troviamo Peitho detta spirante unguenti
nell'Antologia, (WptforyovS (Anth. Palat. XII, 95, 1):
e presso Eustazio 4\ (iuqoxwia.wv%ap;S (opusc. p. 181,
4). È pur da ricordare che Alcmane diceva fra loro
sorelle Peitho , la Fortuna, e la Eunomia, e tutte fi-
glie di Prometheia ( fr. 45 Schneid. v. Plularch. de
fortit. Rom. 4. pag. 318, A): sebbene sembri una
particolare idea di questo filosofo poeta. Passo all'ul-
tima figura, che vien denominata IIANNTKIS cer-

(1) Di un altro vaso , ove Peitho è aggruppata colla Eucleia vedi
Chrislie upon Etrusc. vas. 13, Raoul-Rochelte mon. inéd. tav.Vili,
2 p. 40 s. de Witte e Lenormant élite des mon. céramogr. tom. II
p. 68; irta. Peitho p. 26.
 
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