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— 138 —

medesima declinazione fu da noi riportalo in questi
medesimi fogli ; ed è YUpils scritto a lettere dorate in
un vaso sannitico di Cuma: vedi il luogo sopra cita-
to. Intanto farò notare che nella nuova iscrizione del
vaso capuano leggesi il dativo Vinicii, che io non
credo dissimile dal nome Vinuchs, e sta per Vinucei:
presentandoci un argomento che gli Oschi non altri-
menti che i Latini scambiarono in questa , come in
altre voci, YV con l'I. E lo stesso nome si legge nella
pompejana iscrizione osca di Adirano, ove è il que-
store V. Viinikiis ( Mommsen uni. Dial. p. 183): seb-
bene si vegga iu una forma differente.

Segue l'altro nome Veneliis, che dinota Venelius o
Venilius; e di fatti non è dissimile dal seguente Ve-
nileì della nostra medesima iscrizione. Noi troviamo
in epigrafi latine il nome Venelius nella vicina Nola
(Mommsen inscr. r. n. lai. n. 2044); e lo stesso no-
me con finimento osco vedesi scritto di caratteri etru-
schi in una tazza del real museo di Berlino (Mommsen
unter. Dial. p.316). E qui mi piace di avvertire che
probabilmente la gente Venilia dee riputarsi di origine
etrusca; perciocché nelle italiche tradizioni troviamo
rammentata una Venilia madre di Turno ( Virg..4m.
X, 75), ed un'altra ninfa dello stesso nome madre
di Canente ( Ovid. mei. XIV , 834 ). Segue nella e-
pigrafe del capuano vaso aeraciam deded. E poiché
nelle iscrizioni etrusche non comparisce giammai l'e-
lemento equivalente al d, anche qui troviamo la for-
ma del T , che ci darebbe la pronuncia lelet. Ma è
chiaro doversi ravvisare l'osco verbo deded, che oc-
corre in varie iscrizioni osche di Pompei ( Mommsen
unler. Dial. XXIV p. 183; XX. p. 180; e XXVI p.
184); e che rinviensi pure nel più antico linguaggio
de' Latini, siccome si raccoglie dalla iscrizione di Sci-
pione Barbato, e da altri monumenti. La parola ae-
raciam crediamo facile d'inlerpretare dall'oggetto me-
desimo, sul quale si legge la iscrizione. Trattasi di un
vaso di bronzo; e pare evidente che questo significato
debba darsi alla voce aeracia, come derivata da aes.
Ricordiamo che aeraceus è un addiettivo , cui si at-
tribuisce la intelligenza di aerarius, o attinente a bron-
zo: sicché, ove supponiamo la ellissi di un sostantivo
dinotante vaso, ovvero una generale parola come res,

avremo nell' aeracia il significato di vaso di bronzo ,
ovvero generalmente di oggetto di bronzo. Dalle qua-
li considerazioni ricaveremo il senso preciso della no-
stra iscrizione , eh' è come segue : Vinucius Venelius
vas aeneum dedit Venilio Vinicio. E qui notiamo di
passaggio come la nostra iscrizione ci fornisca un al-
tro argomento per conchiudere doversi trarre dal la-
tino antico le basi di qualunque interpretazione dell'
osco linguaggio; il che sembra ormai riconosciuto da
tutti coloro, che coscienziosamente si rivolsero allo
studio di quel dialetto. L'altra osservazione, che sor-
ge spontanea dalla nostra epigrafe , si è che trovan-
do un Vinucio Venelio che fa un dono ad un Venilio
Vinicio, potremmo probabilmente dedurne un appog-
gio alla teoria sostenuta con copiosi esempli dal eh.
Garrucci ; che cioè gli Osci adoperassero sovente un
doppio nome (bullett. an. I. pag. 41. e segg. ). Sa-
rebbe infatti straordinario il supporre che i due per-
sonaggi indicati nella iscrizione di Capua avessero un
prenome simile in entrambi al nome dell' altro, e vi-
ceversa. Comunque sia di ciò ; a noi sembra che il
monumento del Sig. Bonichi sia di grandissima luce
alle ricerche sullo stato dell' antica Capua. 11 lavoro
arcaico del monumento sembra appartenere a Greco
artefice, piuttosto che ad Estrusco. D'altra parte os-
servammo di sopra che i caratteri della iscrizione so-
no etruschi, e probabilmente di etrusca derivazione
la gente Venilia rammemorata nella epigrafe apparte-
nente all' idioma degli Osci o Sanniti. Avremo dun-
que ritrovato nel nostro monumento un compendio
delle vicende di quell' antica città ; una indicazione di
fatto delle popolazioni, le quali tennero stanza in quella
regione; dir vogliamo gli Etruschi, i Greci,ediSan-
nili. E noi siamo di credere che questo vaso appar-
tenga a' primi tempi della occupazione Sannilica di
Capua, quando durava tuttora la influenza etrusca
nella scrittura, la quale dovette poi cedere a quella
de'nuovi padroni. Non altrimenti io do spiegazione
delle altre iscrizioni osche in caratteri etruschi, delle
quali ho parlato di sopra, che provennero da Nola e
da' sili vicini. Ci additano esse la precedente occupa-
zione etrusca, la quale esercita la sua influenza alme-
no pe' carc-tteri su' nuovi dominatori. La nazione San-
 
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