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— 154 —

CELLARVM — VÀLERIVS HERMONIVS MAXI-
MVS VC—CONSCAMP1NCOAVIT ADQVEPER-
FECIT : e senza recare in mezzo la seconda , che è
gemella a quesla, cangiate soltanto le parole RIPAM
A PARTE SINISTRA in queste altre RIPAM A PAR-
TE DEXTRA passo tosto alla terza: PROBEATITV-
DIN E TEMPORVM — FELICIT ATEMQ VE PVBLI-
Ci STATVS • IMP — D • D • D • N • N • N THEODO-
SI • ARCADI ET HONOR — PERENNI VM ■ AVGV-
STORVM — RIPAMMACELLI DEXTRA LEBA-
QVE — ADGRATIAM • SPLENDOREMQVE — CI-
VITATIS PVTEOLANAE INSTRVCTVM (sic) —
DEDICAVIT • FABIVS • PASIPHILVS ■ V • O—
AGIS • VICEM PRAEFECTORVM PRAETORIO—
ET • VRBI. In queste iscrizioni adunque non solo ab-
biamo una irrepugnabile testimonianza dell'avere esi-
stilo in Pozzuoli una ripa, cioè a dire un grandioso
argine, a destra e sinistra del macello; ma anco l'età
in che la grande opera fu intrapresa e compiuta indi
apprendiamo. Che il consolare della Campania Va-
lerio Ermonio Massimo è veramente un personaggio,
del quale, per quanto ora ricordo, altri monumenti
o memorie non ci sono pervenute; ma la sua duplice
iscrizione è senza fallo dettato del secolo quarto ; e
quella di Fabio Pasifilo posta a memoria della dedi-
cazione di quella ripa medesima, che il consolare Mas-
simo avea incoata e compiuta, dimostra l'età di que-
st'impresa non poter risalire oltre agli anni dell'im-
pero di Valentiniano giuniore o Teodosio. Perocché
questo è veramente l'unico cenno, che l'antichità ci ha
tramandato della vicaria prefettura amministrata da
Fabio Pasifilo; ma pure egli è facilissimo il determi-
narne l'anuo preciso (1).

L'iscrizione fu posta sotto gli augusti Taodosio,
Arcadio ed Onorio, e l'ordine di questi nomi dimostra,
che Teodosio è non certamente il giuniore, ma il se-
niore. Ora costui morì nel 17 Gennaio del 395, ed
avea innalzato il figliuolo Onorio a collega dell'impe-
ro nell'anno 393. Ma da quest'anno fiuo al settembre
del 394 tutta l'Italia fu in balia del tiranno Eugenio ;

(1) Leggansi le identiche conclusioni tratte nello slesso tempo
dal dottissimo Borghesi, e da noi pubblicate nel precedente foglio
del bulleltino.—V Editore.

e le due prefetture, del Pretorio cioè e di Roma, fu -
rono tenute a nome, non di Teodosio, ma d'Eugenio
dai due Nicomachi padre e figliuolo, come ampia-
mente ho dimostrato nella memoria, che su quest'ar-
gomento ho divulgato negli Annali dell'istituto di cor-
risp. arch. anno 1849.

Adunque Fabio Pasifilo non potè reggere l'Italia e
Roma a nome di Teodosio, Arcadio ed Onorio prima
del settembre del 394 ; e nel gennaio seguente già il
primo di quegli augusti era defunto. Che anzi questa
dimostrazione cronologica illustra in pari tempo e
conferma la storia, i fasti degli urbani prefetti, e la
straordinaria potestà commessa a Fabio Pasifilo. Im-
perocché la forinola vices agens praefectorum ec. non
indica già la notissima ed ordinaria giurisdizione d'un
vicario del prefetto , ma una singolare ed estraordi-
naria potestà ; come rilevasi dalle seguenti parole di
Cledonio grammatico: Me cui vices mandanlur propter
absentiam praefectorum, non vicarius, sed VICES A-
GENS, non praefecturae, sed PRAEFECTORUM di-
cilur tantum: e l'essere qui congiunte nella persona
medesima la giurisdizione de' prefetti del pretorio
d'Italia e della città di Roma conferma la singolarità
e la natura eccezionale e provvisoria di cotesta carica.
Ora appunto negli ultimi mesi dell'anno 394 una ca-
gione straordinarissima fè vacare i seggi di quelle due
prefetture, voglio dire la sollenne sconfina d'Eugenio
per le armi di Teodosio il grande.

Il vincitore adunque, ricuperata appena l'Italia,
nominò Fabio Pasifilo luogotenente, o come direbbesi
oggi, commissario straordinario , a tenere momenta-
neamente le veci de' due prefetti ribelli; del qual fatto
quest'unica epigrafe puteolana ci fa testimonianza (1).
Questa notizia della ripa di Pozzuoli e dell'anno pre-
ciso in che fu dedicata è d' un singolare ajuto a stabi-
lire e svolgere la dichiarazione dei graffili del vetro
borgiano assai più compiutamente, eh' io non feci
quando la prima volta trattai quest'argomento; e per-
ciò colgo volontieri l'occasione portami dal dotto sig.

(1) Non è questo il luogo di cercare chi fosse cotesto Fabio fri-
siQlo, ma veggasi intanto quello che de' PasiBli del secolo IV scrisse
il Borghesi nella Dichiarazione d' una lapida gmteriana negli
Atti dell'accad. di Torino, tomo XXXVIII.
 
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