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— 186 —

e da' Romani paedcros, spiega con ciò la scelta del sog-
getto di Pelope, le cui relazioni con Nettuno non era-
no punto dissomiglianli a' rapporti nella palestra fra
gli uomini e gli efebi: le quali osservazioni sono dovute
in gran parte allo stesso eh. Gargallo-Grimaldi. In
quanto alle due Sfingi che chiudono le due rappre-
sentazioni , e nelle quali ravvisa l'a. una funebre in-
telligenza, crede che siane dovuto il tipo e la idea a'
monumenii dell'arte asiatica : secondo le cose da lui
altrove esposte [journ.des Savants 1850 p. 86-92)-
Da ullimo ricorda esistere nel Museo britannico una
patera volcente collo stesso soggetto di un giovine
eroe nudo fra due cavalli, egualmente denominato
nUE+SirnOS (Birch in Archaeologia voi. XXXI p.
265 e seg. ) : ed osserva la comunicazione di vasi di-
pinti , di una fabbrica contemporanea, fralle due e-
trusche città Vaici e Capua: dal che trae unapruova
indiretta della origine etrusca di Capua.

L'altro importante vaso, sul quale richiama l'at-
tenzione de'lettori, è l'anfora nolana da me pubbli-
cata con la nascita di Bacco appellato AIOS <f>oS da
una faccia, e dall'altra Minerva, un toro, ed Ercole
(mon. ined. di Barone tav. I pag. 1-7 ed appendice
pag. I-1V ). In quanto alla prima faccia del vaso, il
sig. Raoul-Rochette segue interamente la mia illu-
strazione : e solo aggiunge la considerazione che in
un importante vaso Corintio da lui pubblicato (Choix
de peint. de Pomp. p. 73 vign. n. V) vedesi il giovi-
ne Bacco uscir colla metà del corpo dalla coscia di
Giove : e che ora il nostro vaso di Capua , del pari
anteriore ad Euripide, ci mostra un indizio di rela-
zioni di arte e di credenza fra Corinto e Capua, che
richiamano lo stabilimento del corintio Demarato in
Elruria, e danno un appoggio alla origine etnisca di
Capua. In quanto all'altra faccia del vaso, egli non
vede nel toro se non che V animale simbolico di Mi-
nerva, nella sua qualità di dea Luna : del che si pro-
pone tenere più ampio discorso in altro lavoro. L'al-
tro monumento di cui favella l'autore è il frammento
di vaso brucialo , di cui fu da me data in prima la
descrizione (mon. ani. ined. di Barone p. 38), rap-
presentante un bacchico soggetto, col nome del fab-
bricante Pistoxenos, e del pittore Epictetos. Dal tro-

var questi medesimi fabbricante ed artista in vasi di
Caere, di Videi, e di Canino, io desumeva relazioni
di commercio fra quelle città dell'Etruria e Capua ;
e l'autore aggiunge trarsi da ciò un' altra pruova in-
diretta della origine etrusca di Capua.

Dopo di ciò il signor Raoul-Rochette parla delle
pruove dirette dell'elruscismo di Capua, e della Cam-
pania. Ricorda da prima le varie patere di Nola e di
Sani' Agata de Goti con iscrizioni osche in caratteri
etruschi, opponendosi alla idea del eh. Mommsen ,
che immaginava una colonia etrusca formata da'Ro-
mani. L'a. ammettendo invece la tradizione di una
Etruria Campana, non trova difficoltà a ravvisare la
influenza etrusca in queste iscrizioni graffile sopra
vasi di Nola e di Sant'Agata de'secoli 5. e 6. di Ro-
ma. Richiama in seguito l'altra patera di Capua con
iscrizione etrusca pubblicata dal eh. Garrucci ( bull,
nap. n. s. an. I tav. I n. 2 p. 84-87), e l'altra con
le lettere NVO ( bull. di. tav. I n. 3 p. 87 ), nelle
quali ravvisa egli pure epigrafe etrusca piuttosto che
greca: e da queste deduce una evidente dimostrazione
della origine etrusca di Capua. Noi ci riportiamo su
questa ricerca a quel che avemmo la occasione di os-
servare più volte (vedi sopra p. 110, 138 e seg. ,
e 177) : e solo aggiungiamo che non ci sembra pro-
babile il supporre che alcuni de' vasi con caratteri
etruschi discendano sino al sesto secolo di Roma.
Anzi dall' arte appunto del vaso di bronzo posseduto
dall'egregio signor cav. Bonichi(l), noi traemmo
tutt' altre conclusioni, che escludono affatto la idea
di una colonia etrusca proposta dal eh. Momm-
sen. Per quel che concerne la epigrafe NVO , noi
non vorremmo ravvisare in essa alcuna traccia di e-
trusco ; ma parci piuttosto uno di quei nomi di vasi,
che trovansi frequentemente segnali sotto il piede delle
antiche stoviglie seguiti spesso da un numero, e tal-

(1) Prendiamo questa occasione per annunziare che il sig. Bo-
nichi è possessore di una ragguardevole collezione di duemila e
più medaglie imperiali ne'ire metalli, la quale offre la più perfetta
conservazione ne' pezzi di maggior rarità , e specialmente ne' me-
daglioni , che ascendono al numero di cencinquanta. Egli ci ha
permesso di pubblicare alcuni contomiali inediti, de' quali ci ha fa-
vorito i zolfi : e che formeranno, a Dio piacendo, parte delle pub-
blicazioni del terzo annodi questo bullettino.
 
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