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Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma — 35.1907

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Castiglioni, Vittorio: Di un capitello romano con iscrizione ebraica: esistente nel cortile del palazzo della banca d'Italia in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.13730#0129

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Di un capitello romano con iscrizione ebraica

123

La traduzione letterale del testo ebraico suona:

Qui egli è sepolto
assennato, intelligente,
cioè Abramo
della genealogia di Levi

un vecchio stimato,
grande nel consiglio,
Tedeschi

principe del consiglio.

Il giorno in cui partì per il suo mondo

* il mese di Nissan santificava un Sabbato ;

nel giorno dodicesimo di esso, dell' anno 5330,
egli entrò nel giardino di delizie santificato.

Come si vede, 1' epitaffio è metrico, e si distingue in ciò da
tutti gli altri scoperti ed illustrati fino ad ora. Esso è composto di
due quartine di versi ottonari, divisi ciascheduno in due parti, da
quattro sillabe l'una. I versi sono liberi, vale a dire di quelli in
cui alla semivocale Shevà, che qui comparisce più volte, è attri-
buito il valore di una sillaba come alle vocali. 11 compo-
nimento poetico come tale, ha un valore nullo; infatti le due
parole che rimano nel secondo e quarto verso della prima quar-
tina, sono quasi eguali anche per significato, e così pure quelle
del secondo e quarto verso della seconda quartina. Nel secondo
verso di questa ultima, anzi, l'autore, appunto per la comodità
della rima, applicando alla .parola i punti vocali, avverte che si
deve leggere ttf^p in luogo del regolare ttf^p, del • che si ha
esempio anche nella Bibbia (!). — Il vocabolo egli del primo
verso è un cattivo pleonasmo per formare le quattro sillabe.
L' attributo ^StPtt assennato, del secondo verso, viene usato in
Italia anche come titolo rabbinico di primo grado; non pare
però che qui sia stato applicato al defunto in questo senso, chè
allora sarebbe stato messo nel primo posto, visto che non po-
teva precedere immediatamente il nome a cagion della rima; ma
semplicemente nel suo significato primitivo di assennato, come gli

(0 Numeri, VI, 11.
 
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