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Note bibliografiche
plice da usarsi era questa : quantae altitudìnis mons sii egestus,
ut locus fieret tantis operibus, invece se n' è adoperata una
eccessivamente breve, per mancanza di spazio, nel posto ove
l'iscrizione doveva incidersi. Stabilito che l'epigrafe significhi
che un monte fu spianato per lasciarvi 1' area libera agli edifizì
clie dovevano sorgere, il Mau, con minuta analisi, viene a con-
cludere che il mons non può provenire che dall' antico aggere
di Servio, sulla cui area sorgeva la parte meridionale del Foro
Traiano.
Sono queste, rapidamente riassunte, le due ipotesi del So-
gliano e del Mau, che saranno certamente discusse, ma che,
per la loro ingegnosità, meritano in ogni caso molta conside-
razione.
Nel volume 28 (1907), pag. 249-272, 373-400 àeìY American
Journal of PhiloL, è notevole un articolo di Minton Warren sulla
iscrizione della stele arcaica nel Foro Romano ; l'A. ne propone
un supplemento.
È da poco tempo pubblicato il fascicolo secondo della se-
conda parte del volume XIII del Corpus Tnscriptionum Latino-
rum di Berlino. Contiene: 1. Inscriptiones Germaniae Inferiori^
(A. Domaszewski) ; 2. Milliaria Galliarum et Germaniarum
(Th. Mommsen, 0. Hirschfeld, A. Domaszewki).
Nella prima parte del sesto volume della Pauly-Wissowa
Real Encyclopàdie der Class. Altertumswissensehaft, testé
pubblicato, sono notevoli i seguenti articoli: ab epistulis (Ro-
stowzew); equites Romani (Kùbler); equites singulares (Liebe-
nam); Esquiliae, Esquilinaporta, Esquilinus mons, ecc. (Hùlsen);
Etrusker (G. Kòrte e F. Skntsch) ;- Eusebios von Caesarea
(Schwartz).
I fascicoli 39 e 40 del Bictionnaire des Antiquités Grecques
et Romaines (Sagliò-Pottier), editi da poco tempo, contengono
articoli dalla voce pithoigia alla voce quorum honorum. Note-
voli sono gli articoli : plebs (Lécrivain) ; poena (Glotz, Lécrivain) ;
Note bibliografiche
plice da usarsi era questa : quantae altitudìnis mons sii egestus,
ut locus fieret tantis operibus, invece se n' è adoperata una
eccessivamente breve, per mancanza di spazio, nel posto ove
l'iscrizione doveva incidersi. Stabilito che l'epigrafe significhi
che un monte fu spianato per lasciarvi 1' area libera agli edifizì
clie dovevano sorgere, il Mau, con minuta analisi, viene a con-
cludere che il mons non può provenire che dall' antico aggere
di Servio, sulla cui area sorgeva la parte meridionale del Foro
Traiano.
Sono queste, rapidamente riassunte, le due ipotesi del So-
gliano e del Mau, che saranno certamente discusse, ma che,
per la loro ingegnosità, meritano in ogni caso molta conside-
razione.
Nel volume 28 (1907), pag. 249-272, 373-400 àeìY American
Journal of PhiloL, è notevole un articolo di Minton Warren sulla
iscrizione della stele arcaica nel Foro Romano ; l'A. ne propone
un supplemento.
È da poco tempo pubblicato il fascicolo secondo della se-
conda parte del volume XIII del Corpus Tnscriptionum Latino-
rum di Berlino. Contiene: 1. Inscriptiones Germaniae Inferiori^
(A. Domaszewski) ; 2. Milliaria Galliarum et Germaniarum
(Th. Mommsen, 0. Hirschfeld, A. Domaszewki).
Nella prima parte del sesto volume della Pauly-Wissowa
Real Encyclopàdie der Class. Altertumswissensehaft, testé
pubblicato, sono notevoli i seguenti articoli: ab epistulis (Ro-
stowzew); equites Romani (Kùbler); equites singulares (Liebe-
nam); Esquiliae, Esquilinaporta, Esquilinus mons, ecc. (Hùlsen);
Etrusker (G. Kòrte e F. Skntsch) ;- Eusebios von Caesarea
(Schwartz).
I fascicoli 39 e 40 del Bictionnaire des Antiquités Grecques
et Romaines (Sagliò-Pottier), editi da poco tempo, contengono
articoli dalla voce pithoigia alla voce quorum honorum. Note-
voli sono gli articoli : plebs (Lécrivain) ; poena (Glotz, Lécrivain) ;