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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 9.1903

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Franchi de'Cavalieri, Pio: I SS. Gervasio e Protasio sono una imitazione di Castore e Polluce?
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https://doi.org/10.11588/diglit.18746#0131

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I SS. G-ERVASIO E PROTASIO

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di due martiri, i quali essendo, od essendo ritenuti, gemelli, of-
frivano una certa somiglianza con loro ; non è mai lecito rica-
vare che Marco c Marcelliano, d’incontrastabile storicità ‘, sono
un travestimento di Castore e Polluce.

Ci fermeremo sull’espressione òaculum senectutis meae et ge-
minimi lumen? Ma qui non si parla di stelle, si parla dei due

pozzo (Xax.y.M tccpwSei [Syn. Cpol. 326, 35], mentre gii Atti originali non
consultati dall’H. missus est in foveccm et dimissa super eum massa are-
naria), chiama subito al confronto il martirio di Lauro e Floro (imita-
zione dei Castori) uccisi nello stesso modo (L PaSutarw copiax>. AS. Ili
aug. 524 d), e tanto gli basta per sospettare che Kastoulos sia « a dis-
guise of Kastor » (p. 55). Non riflette che Castolo è un martire asso-
lutamente storico e che la sua fine in un pozzo (martirio di cui l’agio-
grafia romana ci dà, del resto, parecchi esempi) fu, secondo ogni vero-
simiglianza, suggerita, a chi certo non sapeva nulla di Lauro e Floro,
dal giacere il suo sepolcro in fondo ad un’arenaria (cf. de Rossi, Bull,
crist. 1865, 9-10; Allard, Ilist. des pers. IV 362). Nè pensa l’H. che se
tutto il gruppo di Sebastiano e compagni fu trasportato al 18 dee., perché
vi si trovava un martire che ricordava Castore, ad ogni modo questo
martire non era già il Castulus gettato nel pozzo, ma Castorius (nei testi
greci KàcjTcop) che finisce in mare. Il quale Castorio l’H. sembra con-
fondere con Castulus dove affibbia (p. 56) al sinassarista l'ingenuità di
avere scritto, una volta, Kastor invece di Kastoulos. — Anche nello studio
di Floro e Lauro si dà peso a qualche coincidenza, cui tutto c’induce
a credere casuale. Codesti due martiri gemelli, che, secondo la leggenda,
erano uOAóoi di professione, vengono giudicati dall’H. una imitazione
dei Dioscuri, perché loro si attribuisce la erezione di un tempio. Infatti,
egli dice, Pausania ricorda (III, 24, 5) un tempio di Atena Asia stimato
opera di Castore e Polluce. Quanto alla interpretazione che l’H. ag-
giunge di Aawspcrai (epiteto dei Castori), e cioè XtdoE,óoi o loc~óuoi, biso-
gnerà aspettare, prima, che sia provata, poi, che si trovi essere stata
in qualche modo conosciuta al tempo e nel luogo in cui sorse la leg-
genda di Lauro e Floro. — Come riprova della sua sentenza, che Lauro
e Floro sono in fondo i Dioscuri, il professore inglese allega un passo
del La pace e la guerra di Tolstoi, d’onde apparisce che il popolo russo
riguarda i due martiri (Frola e Laura) come protettori dei cavalli. Ma
questo non prova nulla, poiché nelle leggende antiche i due martiri del-
l’Illirico non hanno a far altro che con pietre e con fabbriche, come i
celebri cinque marmorari della vicina Pannonia. Anzi non mi parrebbe
da escludere che la leggenda dei primi sia in qualche modo dipendente
da quella dei secondi, ne sia cioè una infelicissima imitazione.

1 La loro cripta sepolcrale è stata ultimamente ritrovata da Mons.
Wilpert (v. Nuovo Bull. 8, 1902, p. 250-253).

NUOVO BULL. D’ÀRCH. CRIST.

Anno nono.

io
 
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