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Ramusio, Giovanni Baptista
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 2): Nel Qvale Si Contengono L'Historia delle cose de Tartari, & diuersi fatti de loro Imperatori, descritta da M. Marco Polo Gentilhuomo Venetiano, & da Hayton Armeno ; varie descrittioni .. — Venedig, 1559

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https://doi.org/10.11588/diglit.9381#0336

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LA LETTERA CHE MANDO ARMANO

ALL'IMP E1ADORE ADRIANO,
nella qual racconta ciò che si truoua mitigando
d'intorno al mar Maggiore,
A L t 1MPERADOR CESAR TRAIANO
ADRIANO AVGVSTO,
Antan manda. Salute*
Intano aTrapezunte citta greca come dice quel gran Senophon
te,pcsta sopra il mare, populata da quelli di Sinopia,8£ con piacere
guardammo il mare Eusino di la ondeanchoraSenophonte,S£
voi il guardafìe già. Et gli altari per tesh'monianza vi restano an*
chora , li quali in verità furon fatti di mal pulita pietra. Et perciò le
(colpite lettere non vi fì scorgono chiaramente . Le quali son gre^
che, ma drsettose fì come icritte da gente barbara ignorate. Io ho £
dunque deliberato di rifar gli altari di pietra bianca,8£ d'intagliami
lettere con bene appareti note. Euiri anchora vna vostra imagine
in piaceuole atto col dito steso verso il mare, ma il lauoro ne vi 0
simiglia, ne è per altro molto bello .La onde mandatene vna degna d'essèr chiamata col vo*
stro nome nel medefìmo atto. Per docile iì paese è attissimo ad eterna fama, Euui anchora vn
tempio di pietre quadre non biasimeuolmente edificato. Ma la figura di Mercurio che ve no
è ne al tempio, ne pure al medefìmo paeie conueneuole. Hor se vi par ben fatto màdatemene
vna di cinque piedi al più. che cofì fatta stimo io douere elTere massimamente alla misura del
tempio conueniente. Vn'al tra anchora mene potrete mandare di Philefìodi quattro piedi»
Percioche non mi par fuor di ragione che elio Ila nel medefìmo tempio, ÒC nel medefìmo alta
re col suo antico. Et di colomche vi verranno alcuno a Mercurio,chi a Philefìo, &C chi all'uno,
&C all'altro farà sacrifìci. Et infìeme aggraderanno quelli, ÒC quelli a Mercurio , ÒC a Philefìo.
A Mercurio aggraderanno essi, percioche Ignoreranno il suo descendente, 8£ a Philefìo hoj*
norando il suo antico nella maniera che anchora io in quello luogo ho fatto magnifico sacrifiV
cio,non come Senophonte nel porto di Calpe. Il quale per difetto di beiìie da sacrifìcare tolsè
dal carro l'un bue. Ma que medefìmi della terra han fatto l'apparecchio non iscarsamente. Et
quiui riabbiamo hauuta carne a gran douitia sopra quella ad honore de gsIddsj beuendo lar^
ghissimamente. Hora io so ben che non ve naìcosò chi fìa colui per la cui felicita prima hab* F
biamò fatte le nostre preghiere,eiìèndoui già noto il nostro coslume, ÒC essèndo voi consape;?
noie a voi medefìmo di meritare, che ciaseun prieghi per la vofìra felicita, anchora coloro che
meno di me sono siati beneficiati da voi. Hora mouendoci da Trapezunte,la prima giornata
arriuammo al porto d'Hiiìc^cY facemmo efìerritar que pedoni, che vi sono» percioche quiui
vna schiera di vostra gente a pie,come sapete di mora.Et i venti cauallieri che sono al Ilio serui*
gio fu mefìieri che anchora essi lanciafìèro le Iancie loro. Quindi nauigammo da principio aiti
tati dalle matutine aure che spirauano da fiumi, da remi msiememente. Percioche le aure
erano fredde come dice anchora Homero,2£ non ballanti a chi volesle far tosto.Poi soprauen*
ne bonaccia,in maniera che i remi sòlamente ci aiutauano Pplcia vna nube di repente lcuatast
fì squarciò di verso fìrocco massimamete,St mando giù impetuoso vento, ÒC a noisòmmamen
te contrario,il qual non dimeno sol ci fece volita. Percioche dopo poco cominciò il mare ad
ondeggiare in girila che l'onde non pur per gli remi,ma sopra la parte dinanzi della nane quia
cì,&l quindi discorreuanoabondeuolissimamente. Quella inveritàè colà alpra da raccontare.
Et dall'una parte gittauamo fuori l'acqua, dall'altra sopramontaua. Ma l'ondeggiare non era
da trauerso. Et per quelle cagioni di forza, a gran pena, 8£ fatica ci soipingeuamo co remi, ÒC
dopo molto asfannare venimmo ad Athene. Percioche nel Ponto Ensino è anchora vn paese
che vien cofì cognominato. Et quiui è vn tempio d'Athena cioè della Dea Pallade fatto alla
 
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