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Ramusio, Giovanni Baptista
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 2): Nel Qvale Si Contengono L'Historia delle cose de Tartari, & diuersi fatti de loro Imperatori, descritta da M. Marco Polo Gentilhuomo Venetiano, & da Hayton Armeno ; varie descrittioni .. — Venedig, 1559

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https://doi.org/10.11588/diglit.9381#0244

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DI M ESSER TOSATA BARBARO
GENTIL' H V O M O VENETI ANO
U viaggio della Tana 9 8c nella Perda*
*
£ S S O R D I O.

A terra (secondo quello che con euidentiTst'mc 4'mostrariont
prouano li Geometri) in comparatico del firmamento e tastro
piccola,quanto vn punto fatto nel rnezo della circonferentia di
vn chcolo:della qual ( per esser vna buona parte secondo l ope-
niondi alcuni ouer coperta da acque, ouero intemperata per
troppo freddo o caldo)quella parte che si habitat anchora mol-
to minore» Nientedimeno tanta è la piccolezza de gii huommi,
che pochi sitrouano, che n riabbiano visto qualche buona par-
ticella:cY niuno(senom'ingano)è,ilquale I habbia veduta tutta*
Et quelli che ne hanno visto pur qualche particella al tempo no
stro,per la maggior parte sono mercatanti, ouerohuomini dati alla mannarezzamei qua-
li due esserati) dal principio suo per sino al di presente, tanto i miei padri & Signori Vene
tiani sono ssati eccellenti, che credo con verità poter dire,che in questa cosa soprattianoà
gli altri* Impero che da poi che l'imperio Romano no fìgnoreggia per tutto,come vna voi
ta fece:cV che la diuersita de i linguaggi,costumi,et religioni hanno come à dir parlato et rin
chiuso questo mondo inferioreigrandissima parte di questa poca,la quale è habitabile, (aria
i ncognira,se la mercatatia ÓY marmarezza per quanto è stato il poter de Venetiani non 1 ha
uesseaperta»Traliquali,sealcunoèaldi dhoggi,che si habbia affaticato di vederne qual-
che parte,credo poter dir con verità di esser io vno di quellixonciosia che quali tutto il tem
po della gtouetu mia,cV buona parte della vecchiezza habbia còTumata in luoghi lontani,
in geti barbare,fra h uomini alieni in tutto dalla ciuilùà cV costumi nostri:tra li quali ho prò-
uatocY visto molte cose, che per non elsere vii tate di qua,à quelli che le vdiranno,i quali
per modo di dire,nò furon mai fuora di Veneria>forse parranno bugie.et quefta è siata prm
cipalmente la cagione,per la quale non mi ho mai troppo curato ne di scriuer quello ho vi-
rane et adio di parlarne molto.Majessendo al presente asfretto da preghiere di chi mi può
comandare:cY hauendo inteso,che molto più cose di c^ueste,che pareno incredibili, si troua
no scritte in Plinio,in Solino,in Pomponio Mella,in btrabone,in Herodoto,cV in altri mo*
derni,come è Marco Polo, Nicolo Cote nostri Venerian^cY in altri nouissimi,come è Pie*
ro Quirini, Aluise da Mosto,cY Ambrosio Còtariniino ho posfuto far di meno,che anch o-
ta io non scriua quello,che ho visto,prima ad honor dei Signore Dio, il quale mi ha scampa
toda infiniti pericoli- poi à contento di colui,che m ha astretto, cVà vale in qualche
parte di quelli che verranno doppo noi,specialmente se haueranno ad andar pe
regrinando,doue io sono stato:à consolation di chi si diletterà di legger co-
se nuoue:cY etiandio per giouamento della nostra terra, se per lo aue*
nire harà di bisogno di mandar qualch'uno in quei paefì ♦ onde
io diuiderò il parlar mio in due parti, nella pnmanarrerò
il viaggio mio della Tana: nella seconda quello di
Persia,non mettendo pero ne in l'uno ne in
l'altro à vna gran giunta le fatiche,li
pericoli'ià: i dilagai quali mi
sono occorss»
 
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