Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

DOI Heft:
Fasc. 1
DOI Artikel:
Venturi, Adolfo: La scuola di Nicola d'Apulia: impressioni e note
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0044

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
ADOLFO VENTURI

Fra Guglielmo: Gruppo di accoliti
Firenze, Museo Nazionale - (Fotografia Alinari)

e nella profonda compenetrazione del-
l’antico col nuovo. Studiando le opere
classiche nella bottega di Nicola, vi ag-
giunse la propria grazia. Egli mutò nel
suo scompartimento la proporzione delle
figure del maestro, che sono sempre di
forte rilievo, sempre di gagliarda e ferrea
tempra. Accorciò le sue, le abbreviò, le
restrinse. Ma sorgono dalle tombe le donne
elette, come ninfe dalle onde del mare ;
si vedono a tergo, col dorso ignudo, col
manto cadente intorno ai fianchi; le loro
carni tenere hanno un chiaroscuro fine e
tenui penombre.

Arnolfo che dà ai marmi la dolcezza,
la voluttà, lavorò a Perugia, con tutta
verosimiglianza, le tre ninfe che ornano
il sommo della fonte Maggiore, fuso
nel 1277 in bronzo da maestro Rosso pa-
dellalo, al quale fu attribuito, mentre basta
la trabeazione di quest’artefice, firmata,
nella porta laterale a sinistra della catte-
drale di Orvieto, per non rendergli tanto
e grandissimo onore.

I due cibori di Santa Cecilia in Tran-
stevere e di San Paolo fuori le Mura ba-
stano invece a riconoscere la gentilezza
toscana d’Arnolfo, il rifiorire della greca
bellezza nelle sue forme sottili, raffinate,
dolcissime. In uno de’ pennacchi delle ar-
cate trilobe del ciborio di San Paolo vi è
la figura d’Èva imitata da una Venere;
ne’ capitelli di quel monumento, vi sono
teste di un Dioscuro diademato, di Giu-
none, di Nettuno, di Giove; nelle nicchiette
angolari impostate sui capitelli, vi è un
apostolo con un rotulo nella sinistra, av-
volto nel pallio, col destro braccio uscente
dal seno del pallio, proprio come nelle
statue degli antichi oratori. Ma meglio
che in ogni parte, Arnolfo si dimostra
nella volta del tiburio, ornata alla romana
da formelle quadrate con bianchi quadri-
fogli: i quattro costoloni sono riuniti nel
centro da una gran rosa dalle foglie accar-
tocciate, dietro le quali quattro serafini
stendono le ali unite a croce. Aprono
quei serafini le braccia, attenendosi con
le mani a fiori di giglio che spuntano
dalla rosa espansa: tutti e quattro con
la stefane sulla fronte, con auree stole,
 
Annotationen