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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0132

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86

BIBLIOGRAFIA

Scultura.

P. Bacci, Cinque documenti per la storia deWarte se-
nese del XIII-XV secolo, Pistoia, 1903.

Il secondo documento contiene la memoria dell’alloga-
zione dell’avello di messer Cino da Pistoia a Cellino di Nese,
su disegno di Maestro. . . da Siena, scultore (1337, 11 feb-
braio; 1339, 27 di dicembre: Arch. del Comune). Questo
documento serve a sradicare la comune opinione che ritiene
il cenotafio di Cino come opera di Cellino, e mostra invece
come Cellino non fosse che il semplice accollatario del mo-
numento, il quale fu disegnato ed eseguito da un innomi-
nato Maestro da Siena. Serve inoltre a correggere due altre
false affermazioni : quella che il monumento fosse eretto
per voto della città di Pistoia, e l’altra che le ossa di Cino
riposino presso il cenotafio, come indica la bugiarda iscri-
zione del 1839.

X. Barbier de Montault, Tornbeau sculptépar Ger-
mani Pilon (Revue de Vart chrétien, 1903, pag. 209-
212).

È la tomba, che si credeva perduta, di Maddalena di
Alesso (1583).

W. Bode, Zu den neuesten Erwerbungen des Kaiser
Friedrich-Museum ( Jahrb. d. kónigl. preuss. Kunst-
samml.y 1903, XXIV, IV, pag. 318-319).

Illustra il mirabile busto di Acellino Saivago, opera di
Ant. della Porta detto il Tamagnino (a. 1500), donato al
Museo insieme con un ritratto di Rubens.

W. Bode, Fin neues Madonnenrelief Donatello’ s?
(.Kunstkronìk, XIV, 28).

L’A. pubblica un bassorilievo di terracotta rappresentante
la Madonna ritta in piedi col Bambino in braccio (di pro-
prietà privata in Firenze) opera forse della scuola di Dona-
tello, ed un’altra terracotta di A. Riccio, proprietà di J.
Bohner, in Monaco.

A. Bryicczynskt, La porte de bronze de la cathédrale
de Ploch (Revue de l’art chrétien, 1903, pag. 138-
142).

La porta che adorna ora la chiesa di Santa Sofia di Now-
gorod fu fatta fare nel XII secolo da Alessandro vescovo di
Blucich (Plock) e racconta, in 48 formelle, fatti del L’uovo e
del Vecchio Testamento.

C. de Fabriczy, Alcuni documenti su Mino da Fiesole
(.Rivista d'arte, 1904, I, 1, pag. 40-45).

Documenti riferentisi alla tavola di Dietisalvi Neroni, in
Badia (a. 1470), e al tabernacolo di wSant’Ambrogio (a. 1481).
Mino testò nel 1484 lasciando all’Opera di Santa Maria un
modello per la facciata del duomo.

L. Jusrr, Giovanni Pisano und die toskanische Skulp-
turen des XIV Jahrh. in Berliner Museum {Jahrb.
d. kònig. preuss. Kunstsamml., 1903, XXIV, III,
pag. 247 e seg.).

Nel pulpito di Siena le differenze fra le maniere dei di-
versi cooperatori non sono notevoli: tutti lavorano sotto la
diretta influenza di Niccolò Pisano. — Ma nella Fonte Mag-
giore di Perugia (1278-1280) appaiono maggiori differenze

fra le varie parti e già si possono attribuire a Giovanni le
statuette rappresentanti « Roma capud mundi », a Ecclesia
romana », « Divinitas excelsa », « Victoria magna » e Pietro
e Paolo; i bassorilievi delle Arti liberali, caratteristici per la
loro plasticità e per le prop >rzioni non sempre esatte. L’A.
discute la serie delle prime opere di Giovanni: il fonte di
San Giovanni fuor civitas, in Pistoia, non è da attribuirsi
che alla scuola di Niccolò ; la Madonna della Cintola, in
Prato, è da ritenersi del 1275 c. per la somiglianza ch’essa
ha con le opere di Niccolò Pisano; intorno al 1285 dovette
essere eseguita la statua della Madonna col Bambino, nel
Museo di Berlino, più larga di fattura e più gotica. L’A.
combatte l’opinione esposta da M. L. Richter secondo cui
la facciata della cattedrale di Siena appartiene alla fine del
Trecento: la facciata fu invece eretta circa il 1290, proto-
maestro Giovanni, del quale sono opera le statue di Sibille
e di Profeti che la adornano. — Nel pulpito di Pistoia (1301)
lo stile di Giovanni Pisano si evolve sempre più, sino all’opera
del pulpito del duomo di Pisa, del quale le figure di sostegno
non furono lavorate, come si crede, da Tino di Camaino, ma
da Giovanni stesso: ciò l’A. afferma in base a considerazioni
stilistiche. A questo pulpito appartengono le due Sibille della
collezione Beclcerath, ora nel Museo di Berlino. Tra il 1305
ed il 1308 fu eseguita la Madonna dell’Arena di Padova,
con la quale ha stretta relazione la statuetta eburnea della
cattedrale di Pisa. Le migliori opere degli scolari senesi di
Giovanni, quattro figure di santi, trovansi ora nel Museo di
Berlino.

R. Koechlin, La sculpture belge et les influences fran-
gale s aux XIII et XIV siècles {Gazette des Beaux-
Arts, 1903).

Nel 200, secondo l’A., l’arte belga è una provincia di
quell’arte internazionale, d’origine francese, diffusasi in tutta
l’Europa occidentale. Nel Belgio gli scultori presero dalla
Francia tutte le formule dell’arte — soprattutto i motivi di
ispirazione — e v’aggiunsero ben poco d’individuale. Ivi
l’arte del principio del 300 non fu che il seguito imme-
diato e logico della dugentesca, senza conquistare nulla nel
campo realistico, contrariamente a quello che molti scienziati
hanno ritenuto. Il realismo entrò nell’arte belga molto più
lentamente di quanto s’è creduto finora.

B. Marrai, Donatello nelle opere di decorazione ar-
chitettonica, Firenze, 1903, in-8°, pag. 50.

Scritto di carattere polemico, in risposta all’articolo pub-
blicato dal De Fabriczy (ne L’Arte, 190.2) sulla questione
del tabernacolo d’Or San Michele.

G. Poggi, La cappella e la tomba di Onofrio Strozzi
nella chiesa di Santa Trmita, Firenze, Barbèra,
1903, in-8°, fig., pag. 23.

La cappella di Onofrio Strozzi, non conosciuta dai più
sotto questo nome, perchè nel 1698 fu adibita ad uso di sa-
grestia, contenne già VAdorazione dei Magi di Gentile da
Fabriano, ed è pur sempre importantissima, sia per le qua-
lità architettoniche, sia per la decorazione della porta e per
la tomba dello Strozzi. Se ne occupò in modo speciale il
Reymond, e qui il Poggi intende particolarmente a conte-
 
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