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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0135

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BIBLIOGRAFIA

urbinate. Giusto di Allemagna appartiene all’arte renana e le
prime lettere (C. R. D. Z.) che fanno seguito alla sua firma
nell’affresco sono forse da decifrarsi: civis ravensburgensis.
R. Schmidt, Das Pàradies des Guariento ini Dogeu-
palaste zu Venedig (Kunstkronik, XIV, 29).
L’affresco del Guariento ritrovato recentemente nella sala
del gran Consiglio del Palazzo ducale di Venezia fu dipinto
nel 1365: nel 1430 Jacobello del Fiore lo copiò conservando
anche i versi che si leggevano nel mezzo della pittura.

A. Seemann, Der Brunnen des Lebens von H. Hol-
bein (Zeitschr. f bild Ilunst, maggio, 1903).

L’A. ritiene che il grande quadro, ora nel castedo reale
di Lisbona, recante la firma: IOANNES HOLBEIN FECIT
1519, sia opera di II. Holbein il giovane.

P. Sgulmeko, Un committente di Niccolò Gioljìno, Ve-
rona, G. Franchini, 1903, in-8°, pag. 15 (Miscel-
lanea in nozze Pellegrini-Buzzi)

Questo articolo è principalmente dedicato a dar notizie e
descrizione del quadro di Nicolò Giolfino esistente nel Museo
civico di Verona. 11 committente sarebbe stato un Girolamo
Caliari.

E. Steinmann, Fin Votivgemàlde in S. Pietro in Vin-
coli zu Poni (Kunstkronik, XIV, 33).

L’affresco che sovrasta il sepolcro dei Poliamoli ha per
soggetto la leggenda della liberazione dalla peste dell’anno
682 e fu probabilmente eseguito per voto della pestilenza
del 1476: forse Antonazzo Romano ne fu il pittore.

J. Strzygoswki, Die Sophienkirche in Salonik (Oriens
christianus, 1901, 1, pag. 153).

La chiesa di Santa Sofia di Salonicco appartiene al tipo
architettonico della Santa Sofia di Costantinopoli alla quale
è contemporanea o di poco anteriore. Lo S. pensa che i
mosaici della cupola e dell’abside siano coevi alla costruzione
primitiva.

J. Weale, Les peintures des maitres inconnus ( Remi e
de Vart chrétien, 1903, pag. 277-278).

Illustrazione di un trittico attribuito a G. David di pro-
prietà del sig. H. Willet, a Brighton.

Incisioni, disegni, miniature, oreficerie, cerami»
che, intagli in legno, in avorio, ecc.

E. Anderloni, Opere e vita di Pietro Ande rioni, Mi-
lano, 1903, pag. 136.

Minuta narrazione della vita e dell’attività dell’incisore
che produsse le sue piu belle opere fra il 1824 ed il 1845.
Le riproduzioni del Mose al pozzo del Poussin, e de\VAdul-
tera e della Vergine fra angioli del Tiziano, sono fra le mi-
gliori dell’artista.

P. Bacci, Cinque documenti per la storia dell' arte
senese del XIII, XIVe XV secolo, Pistoia, tip. Si-
nibuldiana, 1903, in-40, pag. 27 {Per nozze Rossi-
Cassigo li-Ber taglioni).

Il n. 1 di questi documenti appartiene ad un registro di
spese fatte nel 1265 dagli operai di Sant’Iacopo di Pistoia,
per i pagamenti fatti a maestro Pace o Pacino, chiamato da
Siena a Pistoia per fare un calice d’oro gemmato e un testa-

vangelo d’argento dorato. Il terzo documento (17 aprile 1372,
Archivio della curia vescovile) ci parla di un calice di argento
dorato fatto dall’orafo senese Duccio di Donato, presentato,
insieme con altri arredi, paramenti e libri al vescovo Giovanni
di Vivenzo.

X. Barbier de Montault, Verres blancs au XIII
siècle {.Revue de Pari chrétien, 1903, pag. 133-134).
— Une croix p e dorale du XIII siècle (Revue de Vart
chrétien, 1903, pag. 407-408).

La croce, di fabbrica limosina, trovasi nella collezione di
M. Millory, a Ternay (Vienne).

X. Barbier de Montault, La Vierge et le Crucifix
de Parthenay (Revue de Vart chrétien, 1903, pa-
gine 408-410).

La Vergine, in maiolica, ed il crocifisso di legno inta-
gliato sono opere del xvill secolo appartenenti alla raccolta
Turpin, a Parthenay.

W. Bode, Zur neuesten Forschung auf dem Gebiete der
italienischen Medaillenkunde {Zeitschr. f. bild. Kunst,
novembre 1903).

Recensione della nuova opera di C. v. Fabriczy sui me-
daglisti italiani dal Rinasc. Il B. nega che sia opera del
Pisanello la medaglia ovale di L. B. Alberti; credè di una
medesima mano — ma non del Francia — le medaglie del-
l’Alidosi e del vescovo Rossi; attribuisce a Bertoldo la me-
daglia di Mattia Corvino; al solo Nicolò di Forzore Spinelli
un gruppo di 130 medaglie che il Fabriczy crede eseguite
da più artisti in relazione con Niccolò.

H. Bouchot, Ueber einige Inkunabeln des Kupferstichs
aus dem Gebiete von Donai {Zeitschr. f bild. Kunst,
dicembre, 1903)^

R. Banck, Der Illuminisi Jakob Elsner (Jahrb. d. kònigl.
preuss. Kunstsamml., 1903, XXIV, IV, pag. 302 e
seguenti).

Fra i miniatori che lavorarono a Weimar per Federico il
Saggio è il nome di J. E. il quale nel primo decennio del
xvi secolo miniò per il principe due libri. L’A. identifica
questi codici con due manoscritti della Biblioteca di Jena
miniati appunto nel 1507 per Federico il Saggio, e in base
a ciò attribuisce a J. E. altre miniature.

L. Delisle, Les heures de Jacqueline de Bavière {Biblio-
thèque de VÉcole des Charles, 1903, LXIV, III-IV,
Pag. 314-320)-

Miniature fiamminghe del XV secolo.

C. Dodgson, Jor-g Breu als Illustrateti' der Ratdolt-
schen Offizin {Jahrb. d. kinig preuss. Kunstsamml.,
1903, XXIV, IV, pag. 335-337)*

P. Durrieu, Les débuts des Van Eyck {Gazette des
Beaux-Arls, 1903, I).

Per determinare quali delle opere attribuite ai Van Eych
fossero state eseguite prima della morte di Hubert (1426)
varie supposizioni erano state emesse dallo Weale e dal-
l’Hulin, ma' esse mancavano di fondamento storico. Il Dur-
rien crede trovare tale fondamento nelle Ore di Torino.

Il codice, regalato da Jean de Berry a Robinet d’Estampes,
e passato da questo ad altri proprietari, non era nel 1413

L'4de. VII, 1?.
 
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