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FUSTAVO GRIZZONI
meno la ricorrenza delle linee della trabeazione, sottostante all’inizio della vòlta. Veniva
così a stabilirsi una decisa linea di demarcazione fra la decorazione del tamburo e quella
della cupola propriamente detta, secondo il principio dall’artista già adottato nel lavoro della
cupola di San Giovanni. Anche le figure sommariamente schizzate sopra il cornicione sono
affatto diverse da quelle eseguite. E da notare poi che quivi pure passarono per la mente
Lorenzo Costa: Abbozzo. Firenze, Uffizi
(Fotografìa Philpot)
dell’autore due diversi pensieri, avendo egli voluto provare da un lato del foglio a tracciare
delle figure sedute sulla trabeazione, colle gambe penzolanti all’ingiù, analogamente di nuovo
a quelle della cupola di San Giovanni, sedute sulle nuvole, dall’altro lato immaginandole stanti
in piedi. Si può dire pertanto che i due preziosissimi schizzi hanno il valore di veri docu-
menti comprovanti e rispecchianti l’evoluzione dell’idea creativa del sommo artista fra quanto
egli aveva immaginato dapprima nella cupola minore e quello che con maggiore libertà e
vastità di concetto stava per effettuare nella maggiore, in quella cupola ch’è il non plus
tiltra nell’arte dello scorcio e del chiaroscuro.
FUSTAVO GRIZZONI
meno la ricorrenza delle linee della trabeazione, sottostante all’inizio della vòlta. Veniva
così a stabilirsi una decisa linea di demarcazione fra la decorazione del tamburo e quella
della cupola propriamente detta, secondo il principio dall’artista già adottato nel lavoro della
cupola di San Giovanni. Anche le figure sommariamente schizzate sopra il cornicione sono
affatto diverse da quelle eseguite. E da notare poi che quivi pure passarono per la mente
Lorenzo Costa: Abbozzo. Firenze, Uffizi
(Fotografìa Philpot)
dell’autore due diversi pensieri, avendo egli voluto provare da un lato del foglio a tracciare
delle figure sedute sulla trabeazione, colle gambe penzolanti all’ingiù, analogamente di nuovo
a quelle della cupola di San Giovanni, sedute sulle nuvole, dall’altro lato immaginandole stanti
in piedi. Si può dire pertanto che i due preziosissimi schizzi hanno il valore di veri docu-
menti comprovanti e rispecchianti l’evoluzione dell’idea creativa del sommo artista fra quanto
egli aveva immaginato dapprima nella cupola minore e quello che con maggiore libertà e
vastità di concetto stava per effettuare nella maggiore, in quella cupola ch’è il non plus
tiltra nell’arte dello scorcio e del chiaroscuro.