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ATTILIO ROSSI
Le già notate reminiscenze tratte dall’arte di Pinturicchio e palesi con sufficente chia-
rezza nell’affresco dell’Assunzione, muovono a riferire l’esecuzione delle pitture di Tivoli ad
un tempo posteriore a quello nel quale il pittore umbro dipingeva a Roma fra il 1480 ed
il 1484 i suoi primi cicli di affreschi nella cappella Sistina e nella cappella Bufalini in Santa
Fig. 6 — San Girolamo e San Luca
Tivoli. Particolare degli affreschi della chiesa di San Giovanni Evangelista
Maria in Aracoeli.1 Tuttavia, ove si consideri come l’influenza di questo pittore si manifesti
negli affreschi tiburtini in guisa nè uniforme, nè profonda e certo in misura considerevolmente
inferiore a quella attestata dalle pitture che Antonazzo Romano fece per la chiesa di San Pietro
in Montorio a Roma,2 apparirà verosimile assegnare l’esecuzione del ciclo pittorico tiburtino,
a quel tempo della sua operosità nel quale egli cominciava a togliere dall’arte di Pinturicchio
le prime ed ancora incerte ispirazioni e quindi a quegli anni prossimi al periodo 1480-1484,
nei quali la copiosa e bella produzione del maestro umbro andava progressivamente allar-
gando e rafforzando l’efficacia del suo influsso sopra gli artisti contemporanei.
L’esame complessivo di questo notevole ciclo di pitture rivela, dunque, una personalità
artistica largamente dotata di qualità eminenti e . tuttavia non padrona nello stesso grado di
tutti i mezzi che concorrono a formare una grande opera d’arte.
La sua scarsa attitudine ad accrescere l’interesse della scena con gli accessori più in
uso in questo tempo, come gli ampi e giocondi paesaggi, le belle architetture, la ricchezza
e la eleganza dei costumi, la varietà degli attributi ; nonché il modo affatto convenzionale
e sommario nel quale sono trattati alcuni dettagli, come gli animali apocalittici, le nubi sulle
C. Ricci, Pintoricchio, Paris, 1903, pag. 245.
2 Cavalcaseli^ e Crowe, Op. cit., pag. 169.
ATTILIO ROSSI
Le già notate reminiscenze tratte dall’arte di Pinturicchio e palesi con sufficente chia-
rezza nell’affresco dell’Assunzione, muovono a riferire l’esecuzione delle pitture di Tivoli ad
un tempo posteriore a quello nel quale il pittore umbro dipingeva a Roma fra il 1480 ed
il 1484 i suoi primi cicli di affreschi nella cappella Sistina e nella cappella Bufalini in Santa
Fig. 6 — San Girolamo e San Luca
Tivoli. Particolare degli affreschi della chiesa di San Giovanni Evangelista
Maria in Aracoeli.1 Tuttavia, ove si consideri come l’influenza di questo pittore si manifesti
negli affreschi tiburtini in guisa nè uniforme, nè profonda e certo in misura considerevolmente
inferiore a quella attestata dalle pitture che Antonazzo Romano fece per la chiesa di San Pietro
in Montorio a Roma,2 apparirà verosimile assegnare l’esecuzione del ciclo pittorico tiburtino,
a quel tempo della sua operosità nel quale egli cominciava a togliere dall’arte di Pinturicchio
le prime ed ancora incerte ispirazioni e quindi a quegli anni prossimi al periodo 1480-1484,
nei quali la copiosa e bella produzione del maestro umbro andava progressivamente allar-
gando e rafforzando l’efficacia del suo influsso sopra gli artisti contemporanei.
L’esame complessivo di questo notevole ciclo di pitture rivela, dunque, una personalità
artistica largamente dotata di qualità eminenti e . tuttavia non padrona nello stesso grado di
tutti i mezzi che concorrono a formare una grande opera d’arte.
La sua scarsa attitudine ad accrescere l’interesse della scena con gli accessori più in
uso in questo tempo, come gli ampi e giocondi paesaggi, le belle architetture, la ricchezza
e la eleganza dei costumi, la varietà degli attributi ; nonché il modo affatto convenzionale
e sommario nel quale sono trattati alcuni dettagli, come gli animali apocalittici, le nubi sulle
C. Ricci, Pintoricchio, Paris, 1903, pag. 245.
2 Cavalcaseli^ e Crowe, Op. cit., pag. 169.