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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 3
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Bouchot, Henri: L' esposizione dei Primitivi francesi ed i suoi risultati
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0283

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L'ESPOSIZIONE DEI «PRIMITIVI» FRANCESI ED 1 SUOI RISULTATI

233

del signor Reboul? Non
parlo del piccolo dittico "di
J. de Matheron che sembra
di mano propria del Fre-
menti Dalle poche opere
contemporanee rimaste pos-
siamo ben apprezzare l’in-
fluenza che il Roveto ardente
ebbe nella regione. E come
sarebbe stato altrimenti ? An-
che nei suoi più minuti par-
ticolari quel quadro è opera
di maestro ; gotico, invero :
ma doveva egli preannun-
ziare Raffaello per poterci
garbare ? Colui che fu capace
di concepire in tal maniera
un trittico enorme, con dei
ritratti maggiori del natu-
rale, colui che osò trattare
l’assieme ed i particolari con
tanta sicurezza, non merita
disprezzo nemmeno da parte
degli innamorati dell’Italia.

Egli è quello che è, sempli-
cemente ; ha una propria
personalità, senza troppe re-
miniscenze estranee : se con
alcuno egli si accorda, ciò
è con lo Charonton che lo
precedette nel suo paese.

A proposito di questo
maestro voglio richiamare
una particolarità d’una certa
importanza e che forse po-
trà indicare la via ad una
nuova scoperta. Un serio
esame della tavola del Palazzo di Giustizia, esposta, ci fa riconoscere che l’artista non lavorava
dal vero ma bensì sulla scorta di documenti che gli erano stati forniti. Il re che si vede a sinistra
non rappresenta nè Carlo VII, nè Luigi XI; è invece una figura impersonale. Il Carlomagno
che si scorge a destra è il più curioso, il più irsuto- monarca che si possa immaginare: la
sua fisionomia burbera, inquadrata da una cornice di barba nera, il suo cappello aguzzo,
hanno indotto a supporre che il pittore sia stato uno straniero ; fiammingo o tedesco, natu-
ralmente, giacché l’arte non ha frontiere! Or chi voglia volgere uno sguardo alla Resurre-
zione di Lazzaro degli Uffizi, che reca la firma di Nicola Froment e la data del 1461, potrà
rivedere a destra in alto, nella parte centrale, il Carlomagno del quadro del Palazzo di Giu-
stizia. Un identico modello servì alle due figure, un modello raro così da richiamare l’atten-
zione. E ancora, i carnefici del Calvario del quadro di Parigi hanno grandi rapporti con
altre figure sul primo piano della medesima scena nel trittico di Firenze. Non voglio dedur
conclusioni ma segnalare un fatto che potrebbe anche soltanto significare la presenza contem-
poranea di Nicola Froment e del pittore del quadro del Palazzo di Giustizia, in una bottega

Nicola Froment: Resurrezione di Lazzaro (particolare del trittico)
Firenze, Uffizi (Fotografia Alinari)

L’Arte. VII, 31.
 
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