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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 3
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Brunelli, Enrico: Antonello de Saliba
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0327

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ENRICO BRUNELLI

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giamento, a quelle di Catania e di Vizzini. Il quadro porta la data del 1516, e il nome di
un Maso d’Abrugnano, di cui il Grosso Cacopardo, che lesse incompletamente l’iscrizione,
ha coniato un pittore Tommaso- d’Arze, la cui esistenza è accettata dal Di Marzo e dal
Morelli. Se veramente questo Maso è l’autore, dobbiamo vedere in lui un seguace fedelis-
simo di Antonello de Saliba ; se, come nulla esclude, è il committente, ci appare probabile
che debba vedersi in quella Madonna un saggio, già trascurato e debole, ma tutto ancora
d’ispirazione veneziana, dell’arte del de Saliba.

Entro il duomo di Messina, nella navata di destra, è un’immagine di San Sebastiano
in figura intera, traduzione non priva di pregio del quadro autentico d’Antonello seniore,
posseduto dal Museo di Dresda. Tutte le guide e gli scrittori messinesi tacciono di questo
dipinto, che potrebbe credersi una delle migliori opere di Antonello de Saliba, probabil-
mente dei suoi anni giovanili, quando l’arte e gli esempi dello zio gli erano maggiormente
presenti.

Un terzo quadro che si potrebbe (ma non senza riserva) assegnare in Messina ad Anto-
nello de Saliba è quello della Vergine del Rosario, che orna l’altare dell’oratorio della
Madonna della Pace; quadro ben noto per il panorama interessante che ci offre della città,
quale era alla fine del secolo XV. In alto due angioletti incoronano la Madonna, che sor-
regge il Bambino benedicente, e porge a un pontefice la corona del Rosario ; si riconosce
facilmente, in questa parte dell’opera un maestro prossimo al de Saliba, e sotto l’influenza
evidente di Antonello seniore : influenza che si manifesta in special modo nelle pieghe ango-
lose, bruscamente interrotte, delle vesti degli angioletti. Più sotto, a destra e a sinistra, si
svolgono due gruppi di prelati e di confratelli, e qui si palesa schietta l’influenza dell’arte
fiamminga; i gruppi, composti di figure d’un tipo fisionomico uniforme, dalla costruzione
della testa ossuta e dura, offrono stretto rapporto con quelli analoghi del quadro della
Disputa di San Tommaso nella Pinacoteca di Palermo (n. 103), di cui fra breve dovrò
parlare.

Il quadro dell’oratorio della Pace venne dipinto nell’anno 1489, e quindi, se potesse sicu-
ramente assegnarsi al de Saliba, segnerebbe una data molto importante per la sua biografia;
nel tempo stesso che offrirebbe un interessante documento di una evoluzione nella sua maniera
da forme antonellesche-fiamminghe, a forme antonellesche-veneziane. Evoluzione di cui potreb-
bero darci migliore criterio di prova, due quadri, esistenti in Palermo, nei quali può, con
minore incertezza, vedersi la mano del de Saliba, cui furono già attribuiti dal Cavalcasene;
la Disputa di San Tommaso, già accennata, e il trittico dell’Adorazione dei Magi, nella chiesa
di Santa Maria del Cancelliere.

Il quadro della Disputa di San Tommaso venne assegnato al maggiore Antonello, per
antica tradizione, accolta dal Puccini. Altri l’assegnò a Salvatore d’Antonio, a Pietro da
Messina, a Iacobello d’Antonio, persino a Masaccio.1 Ma unica ipotesi attendibile è quella
del Cavalcasene.

La composizione è ricca, abbondante di figure, rigorosamente simmetrica. Nel centro,
sovra un trono marmoreo decorato a mosaico, entro un piccolo portico sorretto da pilastri
elegantemente intagliati, siede il santo che atteggia le mani al noto gesto di chi enumera
gli argomenti che svolge. Quattro puttini, che ripetono le forme ingrate del Bambino Gesù
di Catania, stanno sulle basi del trono e sui capitelli di due pilastri, e portano i libri degli
Evangeli. A sinistra un gruppo di prelati, ai quali sovrasta la figura del pontefice (Urbano IV?),
con piviale aureo e col triregno in capo; a destra un gruppo di gentiluomini, ai quali sovrasta
la figura d’un re spagnolo, con vestimenta ricchissime e col Toson d’oro che gli pende dal
collo. Altre figure si scorgono nel fondo fra i pilastri; la decorazione architettonica e una

1 Puccini, Memorie istorico critiche di Antonello La Pinacoteca di Palermo, Palermo, 1873, pag. 55 ;

degli Antonj, Firenze, 1809, pag. io; Di Marzo Ferro, Salvo di Pietraganzili, Palermo, la sua storia, i suoi

Guida per Palermo, Palermo, 1858, pag. 195; Meli, monumenti, Palermo, 1891, pag. 288,
 
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