Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

DOI issue:
Fasc. 3
DOI article:
Bibliografia
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0390

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
BIBLIOGRAFIA

335

A. Baumstark, Rine syrische « tradìtio legis» und
ihre Parallelen (Oriens christianus, 1903, I, pag. 173
e 200).

In una miniatura del manoscritto Barberiniano siriaco
VII-62 (fine del secolo xi) Cristo è rappresentato ritto in
piedi in atto di porgere le chiavi a Pietro e di benedire
Mose; da Paolo Silenziario sappiamo che in un altare di
Santa Sofia si vedeva Cristo fra i Santi Pietro e Paolo: con
queste osservazioni VA. pensa di opporsi all’ opinione del
De Rossi e del Wilpert secondo i quali la rappresentazione
di Cristo che dà la legge a Pietro ed a Paolo appartiene
all’ iconografia romana.

A. Chiappelli, Il ritratto di Dante nel Paradiso
dell’ Orcagna (Nuova Antologia, 1903, aprile, 533-551).

Il Paradiso dell’Orcagna deriva probabilmente dall’altro di
Giotto della Cappella del Podestà ove è ritratto Dante. E uso
di Andrea Orcagna di ritrarre persone anche delle età pre-
cedenti alla propria, e uso del tempo unire alla glorificazione
di San Tommaso il nome e l’opera del poeta. Ciò premesso,
l’autore analizzala figura ch’egli indica come ritratto di Dante,
paragonandola al termine più sicuro, alla figura che ne fa il
Boccaccio. Un gruppo d’indizi esterni (la sua vicinanza con
un ritratto che può credersi il Petrarca, l’aver Dante frequen-
tato le scuole di Santa Maria Novella, il culto in cui lo do-
veva tenere il priore Jacopo Passavanti ispiratore del dipinto,
ecc.) confermano il risultato delle analisi precedenti.

I. R. Dieterich, Das Por trai Kaiser Friedrichs II
v. Hohenst. (Zeitschr. fi. bild. Kunst, luglio 1903).

Il Lenormant, il Reinach, il Michon credono opera ro-
mana il busto che corona la facciata della cattedrale di
Acerenza; il Delbriich lo crede scultura dell’epoca sveva.
E’A. cerca di confutare l’opinione del Delbriich con criteri
stilistici e riesce ad escludere che il busto possa in ogni ma-
niera considerarsi come ritratto di Federico TI che sempre,
nei sigilli, nell’ augustale, nella gemma già posseduta da
Raumer e ricavata dalle sculture di Capua, fu rappresentato
non barbato ma imberbe.

E, von Dobschutz, Die Vision des Ezechìel (cap. 37)
auf einer byzantin. Elfenbeinplatte (Rep. f. Kw., 1903,
282-288).

Un avorio bizantino del IX secolo nel British Museum, nel
quale il Graeven scorse Cristo al limbo, mediante una più
esatta interpretazione di un’ iscrizione, è decifrato come rap-
presentazione della visione d’ Ezechiele.

G. Fogolari, Le figure degli scacchi in un trattato
del Trecento (Nozze HermaninIlauplmann, Perugia,
1904, 36-46).

Si illustra un disegno che rappresenta la scacchiera con
tutte le sue figure, contenuto nel Codice vaticano lat. i960,
Chronicon Magnum di Fra Paolino Minorità (secolo xiv).

R. Fòrster, Philostrats Genuilde in der Renaissance
(Jahrb. d. kónigl. preuss. Kunstsamml., 1904, 15-48).

Il libro delle Immagini di Filostrato ebbe fortuna fra gli
umanisti italiani del secolo xv, fu tradotto, fu alfine stampato
a Venezia da Aldo nel 1503. Esso divenne fonte iconografica
pei pittori. Il Mantegna mostra di aver conosciuto il secondo

quadro delle Immagini nel dipinto del dio Conio eseguito per
Isabella Gonzaga nel 1506, ma è soltanto dopo il 1515 che
si ritrovano vere riproduzioni pittoriche delle descrizioni di
Filostrato e precisamente della Festa degli Eroti (il quadro
degli Amorini dì Tiziano, ora al Prado; vari disegni fram»
mentati che sembrano provenire da un originale, ora perduto,
di Raffaello ; un affresco di Giulio Romano a Villa Madama ;
un disegno di N. Poussin all’ Albertina) ; dello Stagno (affresco
di Giulio Romano a Villa Madama); di Dedalo intento a fabbri-
care la giovenca di Pasife (Villa Madama); di Ercole e i Pigmei
(quadro di Dosso Dossi ora nel Museo di Graz; due quadri
di Cranach il Giovane); di Arianna (che, in parte, ha ispirato
il Baccanale di Tiziano, ora al Prado); di Semele (disegno di
Giulio Romano all’Albertina) ; del Bosporos (affreschi nel pa-
lazzo del T.).

J. de Jongl, Un nouveauportrait de Dante (Gazette
des Beaux-Arts, ottobre, 1903, pag. 313-317).

L’A. mette in dubbio le congetture del Chiappelli.

L Pillton, Deux vies dyévéques sculptées à la cathé-
drale de Rouen (Gazette des Beaux-Arts, 1903, XXX,
441-454; 1904, XXXI, 149-157).

Nelle due porte laterali della cattedrale di Rouen sono
vari bassorilievi della fine del secolo xill o del principio
del xiv. Quelli della porta sinistra rappresentano la vita di
Giuditta e la parabola del vecchio malvagio; quelli della
porta destra la vita dei due vescovi Santi Romano e Ouen.
L’autore illustra questi ultimi bassorilievi, confrontandoli con
le leggende dei due santi.

G. PoGGr, Il Supplizio di Creso nel camino B or ghe-
rigli (Atene e Roma, 1904, VI, 282-291).

Il Poggi spiega l’altorilievo del Camino Borgherini (nel
Museo Nazionale di Firenze), ponendolo a confronto con
una narrazione di Nicolò Damasceno.

S. Reinach, Portraitsprésumés de St.-Louis et de sa
famille (Gazette des Beaux-Arts, sett., 1903, p. 177-188).

11 R. crede di vedere tali ritratti nelle sculture decorative
della cappella del castello di Saint-Germain-en-Laye. Contrad-
dice con ciò al pregiudizio che nel xm secolo l’arte gotica
non abbia prodotto ritratti.

W. Schultzk, Iconografia dei mosaici di San Vitale
(Byzantin. Zeitschr., 1904, pag. 291 e segg.).

Lo Schultze osserva, contro l’opinione del Quitt, che
Gitfstiniano cercò sempre una forinola intermedia fra il Mo-
nofisitismo ed il Diofisitismo, sì che appare inverosimile che
i mosaici di San Vitale vogliano essere nel loro ciclo ico-
nografico una affermazione di quest’ultima dottrina della
quale Teodora, che pure è rappresentata nei mosaici, fu
avversaria. Se i mosaici avessero veramente avuto il conte-
nuto ideologico indicato dal Quitt, essi sarebbero stati rivolti
a magnificare la Vergine, il cui culto ebbe la massima im-
portanza nella controversia fra le due dottrine: il concetto
supposto dal Quitt sarebbe stato inintelligibile alla massima
parte dei fedeli. Con semplicità si può invece spiegare il
ciclo dei mosaici di San Vitale: il Cristo troneggiale nel-
l’abside è segno della potenza divina; i sacrifici di Abramo,
di Melchisedec e di Abele adombrano il sacrificio della Croce;
 
Annotationen