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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0463

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408

CORRIERI

di rilievo e fiancheggiato da due candeliere su fondo
rosso bruno.

A destra della figura centrale è A. Eramus, se-
duto, in abiti vescovili ; stringe con la sinistra il pa-
storale, e con la destra benedice una moltitudine che
gli è davanti, la quale conduce vacche, buoi ed altri
quadrupedi. Il fondo figura un paesaggio. Anche in
questo quadro sono incorniciature ben lumeggiate,
fasce decorate con ornati a stampini e altri fregi di
finissimo gusto.

A manca è un colossale San Cristofaro, deperito
nella parte inferiore e alquanto guasto da ritocchi. Vi
erano molte iscrizioni in nero, una delle quali a mala
pena appare sotto la figura di S. Eramo :

Questa figura dì S. Eramu ave facta
pegnere.. . elemosinis . . , die
X abrilis a. d. MCCCCCXXXXV.

I dipinti studiati rivelano la medesima disposizione,
il colorito e la tecnica istessa dei freschi che un pittore
sulmonese, Giambattista di Mastro Francesco, della
cui operosità artistica dirò altra volta, compiva nella
prima metà del secolo xvi nella fronte di un’antica
cartiera, che sta fuori Sulmona; alle sponde del Gizio.1
Non è il caso ora di un’analisi minuta; dirò solo che
nelle due opere si vede chiaro, massimamente per le
figure di San Cristofaro, l’uso dei medesimi spolveri.
Ond’è probabile che la decorazione pittorica dello
esterno di Santa Maria del Borgo sia uno dei tanti
lavori dell'artista sulmonese.

L’architettura dell’ interno non attrae il visitatore.

II sesto pilone della nave in cornu Evangelii, nella
faccia di fronte alPentrata, ha un San Nicola, la cui
testa, conservatissima, è di una vigorosa modellazione,
e nella faccia che guarda la nave mediana, altra figura
abrasa, con questa sciitta graffita, che ricorda la chiesa
del quattrocento :

Die 6 meiis . . . 1462
Nìchola Sanese.

Nel muro a sinistra entrando dalla porta laterale,
è un quadro scompartito in tre rettangoli, con San
Pietro, Sant’Apollonia, San Rocco. Sotto ciascuna
figura è un’iscrizione in nero; quella del terzo ret-
tangolo, che è intera, dice così:

Questa figura de Sancto Rodio ha facta

piegnere notavo Iovani. S. Domenico. S. Ricordo

p. sua. di votìone 1538.

Le fasce che corrono nel perimetro di ciascuno
scomparto hanno fregi stampati. Fu autore di questo
trittico l'artista che eseguì gli affreschi esterni.

Negli scaffali della sagristia della medesima chiesa
si conserva una croce astile del secolo xiv. E alta

1 P. Piccirilli, Artisti abruzzesi, ecc. Teramo, De Carolis, 1901.

m. 0.43, senza il nodo, coii una traversa di m. 0.35.
Le figure sono lavorate a sbalzo. Artistico è il fregio
delle costole: un viticcio con foglie di edera, che in-
treccia uccelli, quadrupedi, ecc. Gli smalti dei meda-
glioni sono rotti e caduti. Nel titolo, in lettere teu-
toniche di nero, è scritto: IHCNAZA.

Questa croce, che somiglia moltissimo a quella
della chiesa madre di Goriano Sicoli (prov. di Aquila)
non ha alcun marchio. Però la modellazione un poco
rude delle figure, l’ornato, la tecnica, ecc. fan pensare
che sia opera di argentiere sulmonese.

Un bacile di rame lavorato a cesello, che era negli
stessi scaffali, non si sa dove sia andato a finire.

* * *

L’Abruzzo possiede un patrimonio artistico impo-
nente, che scrittori coscienti, fra i quali il Bertaux, 1
che tiene il posto d’onore, vanno mettendo in evi-
denza con lodevole risolutezza, epurando, allargando
le indagini e meglio analizzando quanto è stato detto
da eruditi non adatti alla critica dell’arte. Ma questo
patrimonio, per colpa di municipi indolenti e per ne-
gligenza di coloro cui è affidato, si assottiglia e de-
perisce sempre, onde una rigorosa sorveglianza oggi
s’impone.

Sulmona, luglio 1904.

P. Piccirilli.
Notizie di Napoli.

L’Arco di Alfonso d’Aragona. — I lavori di re-
stauro a questo insigne monumento sono già da molti
giorni terminati, e, fra breve, tolte le impalcature,
l’Arco, dopo circa quattordici anni dacché fu sottratto
alla vista, tornerà a mostrarsi degnamente all’ammi-
razione degli intelligenti.

E, invero, se non gli si fosse portato pronto e be-
nefico rimedio, forse a quest’ora avrebbe ceduto agli
oltraggi degli uomini e del tempo. Preso di mira dalle
artiglierie di Gonsalvo di Cordova ne riportò gravi
danni; le parti marmoree perdettero le connessioni fra
loro; le grappe di ferro e i perni si gonfiarono e spez-
zarono il marmo. La statica dell’edificio era tutt’altro
che sicura, ma non pare che i conservatori dei monu-
menti si dessero soverchio pensiero di questa condi-
zione di cose, poiché tutti i progetti di restauro com-
pilati dal tempo dei Borboni fino ad ora prendevan
cura del restauro artistico anziché di quello riguar-
dante la stabilità del monumento ; e si deve soltanto
alla cifra elevata dei preventivi (tra le ioo e le 250
mila lire) se non furono compiuti lavori che potevano
essere di serio pericolo per la vita di quest’opera d’arte.

1 L'Art dans V Italie Meridional. Tome premier, de la fin de
l’Empirà à la conquète de Charles d’Anjou, Paris, Albert Fonte-
moing, 1094.
 
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