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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0472

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BIBLIOGRAFIA

4i7

C. De Laurentiis, Antica scultura in pietra nella
chiesa di Santa Maria Mater Domini in Chieti (Na-
poli nobilissima, 1904, voi. XIII, pag. 122-125).

E una Madonna di forme bizantine, ma di origine locale,
come opina l’A;, che l’assegna al 1200 circa, e la trova im-
portante come incunabulo dell’arte italiana.

G. Di Marzo, Di un aneddoto del Montorsoli nel suo
soggiorno in Messina (Arch. stor. sicil., 1904, XXIX,
pag. 91-102).

Pubblica e illustra due documenti del 155 I, riferentisi ad
un Lazzaro Carrara o da Carrara, lavorante di marmi, che
fu carcerato per furti in danno del Montorsoli, quando questi
trovavasi in Messina per fare la fonte di piazza del Duomo.
M. Faloci Pulignani, Una pagina di arte Umbra:
Nota. Foligno, 1903.

L’A. studia la porta maggiore della collegiata di Bevagna
e quella di San Silvestro del paese stesso, la porta della chiesa
di Santa Maria di Spello, la porta minore del duomo di Fo-
ligno, e quella di San Giovanni Profiamma presso Foligno,
eseguita nel XII-XIII secolo da artisti locali fra i quali riman-
gono i nomi di Rodulfus, Bonellus e magister Filippus.

G. Giovannoni, Note sui marmorari romani (Arch.
d.R. Soc. Romana di st. p., voi. XXVII, pag. 5-26;
Roma, 1904).

Fra le varie questioni di che sono ancora oggetto i mar-
morari romani del medio evo, il G. studia qui la genealogia
dei Cosmati ; riassume perciò la questione, « aggiungendovi
alcuni elementi di documentazione finora non conosciuti, ret-
tificandone altri mal conosciuti, riunendo le testimonianze sto-
riche che risultano provate ed evidenti, escludendo le altre
dalla discussione ». Stabilisce come capisaldi le date sicure
conservate nelle epigrafi originali, e diverse altre di ragio-
nevole probabilità; ma riconoscendo ch’esse sole non sono
sufficienti per risolvere la questione (la quale finora era im-
postata sulle due ipotesi del Clausse e del De Rossi), ricerca
gli aiuti più efficaci che possono venire dallo studio analitico
delle forme artistiche e dalle notizie degli archivi. E appunto
per quest’ultima categoria di notizie è importante il contri-
buto dato dal G. all’argomento: fra i nuovi documenti ch’egli
cita, uno, del 1264, conferma di {deferenza l’albero genea
logico proposto dal De Rossi, venendo però a scinderlo con
la rivelazione di una famiglia di marmorari Melimi (fra i
quali fu pure un Cosma) che fiorì nella seconda metà del
Duecento, mentre l’altra, progenie di un Tebaldo, avea svolta
la sua attività negli ultimi decenni del secolo xn e i primi
del xm ; una nettissima divisione stilistica, secondo ha con-
statato il G., corrisponde poi a questa divisione genealogica,
con caratteri spiccatamente classici, nelle opere del gruppo
anteriore, mentre il secondo gruppo si ispira alla decisa arte
gotica. Il G. parla infine del magister Drudus, già da lu1
studiato, aggiungendovi qualche dato nuovo.

G. La Corte Cailler, Andrea Calamech, scultore ed
architetto del sec. XVI: memorie e documenti. Mes-
sina, 1903, in-8°, pag. 88.

Sulla scorta di nuovi documenti l’A. dà nuove notizie sulle

opere di Andrea in Messina (lo scultore morì nel 1589) e
su altri membri della famiglia Calamecca.

F. Pintor, Nuovi documenti celliniani (Rivista d’arte,
1904, II, 120-132).

Importanti lettere e memoriale (1564) di B. Cellini in-
torno ai pergami di Santa Maria del Fiore che l’artista pro-
gettava di formare di marmo con « dieci puttini di dua braccia
l’uno di gran rilievo, come se tondi si facessino, et tutto la-
vorato il lavoro del quadro di vari intagli, et sotto a ciascun
pergamo . . . quattro Capricorni tondi di tutto rilievo ... et
quattro corni di dovitia pieni di frutta e fogliami, con quattro
cherubini di bella grandezza » adornandoli poi con bassori-
lievi di bronzo delle storie del Testamento. Il lavoro non fu
che incominciato appena. Tali documenti trovansi alla Biblio-
teca nazionale di Firenze.

E Polaczek, Magister Nicholas Pietri de Apulia-aus
Pisa (Repertormm f kw., 1903. 361-371).

Esaminate le diverse opinioni sulle origini di Niccolò Pi-
sano ed accennato alle difficoltà cronologiche e stilistiche che
sorgono contro la teoria formulata dal Bertaux circa l’atti-
vità di Niccolò a Castel del Monte e nel castello svevo di
Prato, l’A. indica come un nuovo elemento per la soluzione
del problema, l’epigrafe della Fonte di Perugia ove Niccolò
e Giovanni son detti « natu Pisani » : Niccolò nacque a Pisa
e la designazione « de Apulia » va riferita al nome del padre
suo. L’A. cerca confermare con l’esame stilistico questa opi-
nione. Le somiglianze fra Castel del Monte e il pulpito di
Pisa si spiegano mediante la diffusa influenza gotica. In To-
scana d’altra parte già si trovavano gli elementi che pote-
rono dar origine all’arte di Niccolò della quale l’A. designa
in quest’ordine i punti salienti: bassorilievi del refettorio di
Santa Croce; Pisa; Lucca; Siena; Perugia.

M. Reymond, La Madone Corsini de Luca della Robbia
(Rivista d’arte, 1904, II, 5, pag. 93-100).

L’A. attribuisce all’ultimo periodo di Luca, 'quando l’ar-
tista cercò le più intime espressioni, un tondo policromo della
Madonna col Bambino conservato nel palazzo Corsini, a Fi
renze.

D. Sant’Ambrogio, Il bassorilievo del 1566 già esi-
stente nella chiesa di San Pietro, in Novi (Rassegna
d’arte, IV, pag. 77-78, fig.).

Espone alcune notizie e congetture sulla provenienza di
quel bassorilievo, che è stato poi trafugato nel 1892.

P. Schubring, Niccolò da Bari (Zeitschr. f. bild. K.,
1904, 209-218).

Rassegna delle opere di Niccolò dell’Arca. A questo scul-
tore l’A. attribuisce anche la cancellata della quarta cappella
a destra in San Petronio.

L. Thuasne, Note sur Jean Colombe enlumineur (Rev.
des biblioth., Paris, 1904, XlVe a., pag. 59-62).
L’artista appartiene alla famiglia del grande scultore Mi-
chel Colombe, ma finora non si ha che la notizia della sua
esistenza e della sua professione, desunta da una lettera di
Carlotta di Savoia, moglie di Luigi XI, del 1470 circa.

ICArte. VII, 54.
 
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