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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0474

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BIBLIOGRAFIA

419

A. Mari, Intorno ad Antonello da Messina (Arch.
stor. mess., anno IV, pag. 206-212, 1903).

Notizie tratte dall’articolo su Antonello e gli artisti tede-
schi e fiamminghi a Venezia, pubblicato dal Ludwig nel
Jahrb. a. K. Preuss. Kunstsamm. Con 5 documenti.

A. Marics, Hubert and John van Eyck: thè question
of their collaboration. Londra, 1904, pp. 38.

L’A. sostiene la veracità della tradizione della collabora-
zione dei due fratelli: non Uberto, ma Giovanni fu quegli
che visitò il Mezzogiorno d’Europa.

A. Marqu >nd, A Paintìng by Hieronymus Bosch
in thè Princeton Art Museum. (Princeton University
Bulletùi, 1903, XIV, II, 41-47).

Attribuisce al fantastico e mostruoso Bosch un quadro
rappresentante Cristo dinanzi a Pilato.

PI. Modern, Giovali Battista Tiepolo: eine Stadie.
Wien, Artaria & C. 1902, in-40, pag. 63, lìgg. e 2
tavole.

Ila dato occasione a questo studio la scoperta fatta a
Vienna in casa Artaria nel 1900 di tre grandi tele del Tie-
polo che decoravano originariamente la villa Girola sul lago
di Como, e che da gran numero d’anni stavano arrotolate
e dimenticate in una soffitta. Sono, a quanto sembra, com-
posizioni magnifiche, e per ciò degne della fama dell’artista,
e rappresentano: il Trionfo di Anfitrite, Ero e Selene, Bacco
ed Arianna. Studiandole e dandone conto, il M. ha sentito
il desiderio di riprendere in esame tutta la vita e l’attività
artistica del Tiepolo, su cui per verità non abbiamo sinora
che studi parziali o sommarii. Anche questo non è un grosso
volume, ma ricchissimo com’è di notizie e spoglio di inutili
divagazioni, riesce di non lieve importanza, anche indipen-
dentemente dal nuovo contributo che dà con la pubblica-
zione delle tre opere ritrovate ed anche con una particolare
rassegna delle opere del Tiepolo esistenti a Vienna, molto
numerose, se sono tutte autentiche. Buone sono anche le
riproduzioni.

L. Olcott, Di alcune opere poco note di Matteo
di Giovanni. (Rassegna d'arte, anno IV, pag. 65-68,
fig e tav.).

Sono cinque Madonne su tavola che l’A. pubblica per
la prima volta: una trovasi nella pieve di San Lorenzo a
Percena, la seconda nella chiesa di San Sebastiano a Siena,
la terza nella chiesa di Sant’ Eugenia, la quarta presso il
conte Emilio Tolomei, la quinta nella Pieve di Corsano presso
Siena.

F. M. Perkins, Un quadro sconosciuto del Sassetta.
(Rassegna d'arte, IV, pag. 76-77).

Una Madonna che si conserva nella sacrestia del duomo
di Grosseto, e ultimamente esposta alla Mostra d’arte antica
a Siena.

E. Robiony, Un presunto quadro del Correggio (Ri-
vista d'arte, 1904, II, pag. 133-138).

Dalle carte Farnesiane di Napoli l’A. trae notizia di un
quadro posseduto nel 1717 dall’ab. Taia, a Firenze, e rap-
presentante il « Trionfo della Virtù » come il quadro del
Louvre, ma in forma quadrata e con l’aggiunta della figura

di un cavallo. L’attribuzione del quadro al Correggio era
controversa.

D. Sant’Ambrogio, Notizie e schiarimenti intorno
al quadro di Tiziano esposto a Betlinzona. (Bollettino
stor. della Svizzera ital., anno XXVI, pag. 24-27; Bel-
linzona, 1904).

E il ritratto di Eleonora Gonzaga, compiuto da Tiziano
nel 1553, ed or ritrovato nel villino Berrà di Montagnola
presso Lugano dall’A., che ne dimostra qui l’affermata au-
tenticità.

D. Sant’Ambrogio, U71 quesito leonardesco. (Na-
tura ed arte, 1904, XIII, pag. 622-624).

Sul sarcofago dell’arcivescovo Serafino di Squillace nella
cattedrale d’Otranto (secolo xv-xvi) è incisa una sentenza
latina, che si è trovata poi riprodotta da Leonardo nella pa-
gina anteriore del cod. L dell’Istituto di Francia. Questa
singolare combinazione non può far ritenere che Leonardo
l’abbia ricopiata dal monumento stesso, che cioè egli sia
stato ad Otranto? E in tal caso non sarebbe ragionevole pen-
sare ch’egli siasi recato lè intraprendendo quel viaggio in
Oriente che molti gli attribuiscono? Tale il quesito.

F. Schmidt, Musaici ed affreschi della moschea Ka~
chrie-Giami. (Bollettino dell'Istituto archeologico russo
in Costantinopoli ; Sofia, 1902, Vili, pag. 119-152).

Tutti i musaici della moschea (già chiesa del monastero
di Chora) furono eseguiti per ordine di Teodoro Metochita,
ministro e amico dell’imperatore Andronico l’anziano, e pos-
sono essere riferiti ai primi venticinque anni del secolo xiv.

La pittura a fresco, che si trova nel luogo annesso, unito
per mezzo di un’arcata al nartece della chiesa (l’A. dimo-
stra che fu il refettorio del monastero, e non una cappella
gentilizia, come si credeva finora), fu fatta egualmente nel
tempo del Metochita, ma subì restauri ed aggiunte in epoca
posteriore (verso la fine del XIV o la prima metà del XV
secolo).

L. Sette, Frammenti di un affresco nella chiesa di
San Giorgio di Govo. (Tridentum, 1903, IX-X, 2 ta-
vole).

Di questa chiesetta gotica del Trentino non restano che
i muri cadenti e scarsissime traccie di un affresco che raf-
figurava l’Ultima Cena. L’A. con molta cura descrive e il-
lustra la chiesa e il dipinto (il quale sarebbe della fine del
secolo xiv o princ. del xv) sulla scorta di qualche tenue
documento che ha potuto rintracciare.

T. Uspenskij, Frammenti di musaico nella chiesa
di San Giovanni Evangelista in Ravenna. (Bollettino
dell'Istituto archeologico russo in Costantinopoli, vo-
lume Vili, fase. 1-2, pag. 63-78; Sofia, 1902).

L’A. suppone che il musaico del vecchio pavimento della
chiesa, i cui avanzi son ora incastrati nel muro della cap-
pella di San Bartolomeo, rappresenti diversi episodi della
IV Crociata, cioè l’assedio di Zara e di Costantinopoli da
parte della flotta veneziana, le trattative di resa della prima
di dette piazze forti, l’uccisione del principe Alessio IV, e
finalmente, la conclusione d’un patto tra il doge Enrico Dam
dolo e il sultano d’Egitto, Malek-Adel.
 
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