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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 7.1904

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Fasc. 4
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https://doi.org/10.11588/diglit.24149#0475

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BIBLIOGRAFIA

4 20

W. H. J. Weale, The Death of John van Eyck: a
new Discovery ( Th? Burlington Magazine, 1904, IV,255).

In base ai nuovi documenti conviene ritenere che Gio-
vanni van Eyck sia morto nel 1441, non nel 1440, come
finora credevasi.

Incisioni, disegni, miniature, oreficerie,

ceramiche, intagli in legno, in avorio, ecc.

L. Delisle, Les heures de Jacques Cceur (Biblioth.
de V Éc. de Chart., LXV, p. 126-131 ; Paris 1904).

Rende conto della memoria pubblicata da Franz Boll nella
Zeitschrift fùr Bùcherfreunde (maggio 1902) col titolo: «Jac-
ques Coeurs Gebetbuch in der Munchener Hof-und Staatsbi-
bliothek », e la giudica favorevolmente. Quel codice è dichia-
rato uno dei prodotti più autentici dell’arte francese del xv sec.

De Mondion, Notes sur une statuette en bois peìnt
du XVII si è eie (Bull, de la Soc. des ariti qu. de l’Ouest,
t. X, p. 23-35, 1 tav. ; Poitiers, 1904).

Fa statuetta, eh’è il tipo delle belle madonne di quel
secolo, si trova in Francia nel castello d’Artigny (Loudun);
viene illustrata dal punto di vista artistico e storico.

Antonio Munoz, Byzantinische Kunstwerke in
der Mostra dell' antica arte senese (Byzantinische Zeit-
schrijt, 1904).

Nella Mostra teste chiusasi dell’arte antica senese figu-
rava un reliquiario bizantino appartenente all’ ospedale di
Santa Maria della Scala, racchiudente una scatola d’oro con
la rappresentazione della Crocifissione, attribuito al ix eecolo,
L’A. pensa invece che il rilievo appartiene al xil secolo.
Esso fu acquistato nel 1359 dall’ospedale della Scala, da un
mercante Pietro di Giunta Torrigiani che l’aveva portato da
Costantinopoli. Valendosi di documenti dell’Archivio dell’ospe-
dale, l’A. fa la storia dell’acquisto e coglie l’occasione per
illustrare anche l’evangelario miniato della Biblioteca comu-
nale di vSiena già appartenuto all’ospedale della Scala e ac-
quistato insieme con le reliquie.

S. De Schryver, Quelques anciennes cloches d’égli-
ses de Jabrication belge en Italie et en Angleterre (An-
nate s de la Soc. d’archéol. de Bruxelles, t. XVI, 1902,
PP- 437-446, con fig.).

Brevi notizie, non inedite, sopra una campana ancora esi-
stente a Portofìno in Liguria (sec. xvi) e altre già fabbri-
cate per la repubblica di Genova nel Belgio, nonché su
varie campane istoriate e rare che si trovano in Inghilterra.

C. Dodgson, Some rare woodeuts by Wolgemut
(The Burlington Magazine, 1904, IV, 245-255).

Illustrazione di alcune incisioni del Wolgemut in diversi
Stati.

R. E. F., Study of a goal by Pisanello (The Bur-
lington Magazine, 1904, IV, 53).

Disegno della collezione del duca di Devonshire, forse
studio per l’unicorno della medaglia di Cecilia Gonzaga.

Enrico di Geymuller, Una osservazione in ordine
al disegno attribuito a B. Peruzzi, nella Rassegna di
giugno 1904 (Rassegna d’Arte, 1904, settembre).

Il disegno pubblicato dal Ferri come opera del Peruzzi,

non può appartenere a questo maestro, perchè in esso son
figurati i contrafforti del tamburo di San Pietro secondo il
modello del Buonarroti, la cui esecuzione è di venti anni
posteriore al 1536 anno della morte del Peruzzi!

G. PI., Note sur les Bibles à images: mss.frangois
166 et 167 de la Bibl. Nationale (Bibl. de VÉcole des
Chartes, 1903, LXIV, 699 e. segg.).

Nella Rivista delle Biblioteche di Anversa, G. Huet con-
ferma i rapporti indicati dal Delisle fra la Bibbia n. 166 e
le Riches Heures di Chantilly, ma crede che non sia uscita
dalla medesima bottega di miniatori la Bibbia n. 167.

Emil Jacobsen, Die Handzeichnungen der Uffizien
in ihren Bezichungen zu Gemàlden, Skulpturen und Ge-
banden in Florenz (Rep. fùr Kunstw, 1904, 401-429).

L’A. continua in questa seconda parte del suo studio a
mettere in relazione i disegni degli Uffizi, con le sculture, pit-
ture e fabbriche di Firenze. Esamina i disegni che si riferi-
scono al chiostro dello Scalzo, al Palazzo Vecchio (Verrocchio,
Michelangelo, Daniele da Volterra, Leonardo?) alle chiese
delFAnnunziata, del Carmine, di Santa Croce, di San Lorenzo,
di Santa Maria Novella, di Or San Michele, Ognissanti

H. Martin, Les esquisses des ininiatures (Rev. ar-
chéologique, 1904, IV, p. 17-45).

L’A. ritiene che, almeno in Francia, vi fossero degli
atéliers di miniatura, dove i miniatori lavoravano sotto la dire-
zione e secondo le istruzioni di un artista Queste istruzioni,
oltreché verbalmente, erano date con brevi note scritte, tut-
tora reperibili in molti codici, ma spesso anche per mezzo
di schizzi o bozzetti, i quali, o erano su fogli separati a guisa
dei cartoni per i quadri, o erano delineati sul posto stesso
ove dovea eseguirsi la miniatura, oppure erano tracciati sul
margine del foglio, donde poi, fatta la miniatura, dovevano
cancellarsi. Spesso la cancellazione era dimenticata, e l’A. ha
trovato quindi, in alcuni codici della Biblioteca dell’Arsenale
a Parigi, centinaia di questi schizzi, i quali, non di rado,
hanno valore artistico superiore alla miniatura che n’è deri-
vata, il che persuade l’A. della giustezza delle sue conget-
ture.

G. Perroni-Grande, Un orafo genovese a Messina
nel sec. XV (Arch. slor. messiti., a. IV, p. 216-219;
Messina 1903I.

L’orafo è Giacomo de Rebrocco; si riportano due docu-
menti del 1470 e 1471.

J. Poppelreuter, Der ationyme Meister des Poli-
phìlo (Zur Kunstgesch. des Auslandes, XX), Strassburg,
1904, p. 61.

Nella Bibbia Mallermi e nell’Hypnerotomachia l’A. trova
il tipo di due diversi generi delle vignette veneziane; nelle
incisioni del Polifilo, delle quali esamina i caratteri, osserva
somiglianze con opere di Palma il Vecchio.

Att. Rossi, La coperta eburnea dell’Evangelarìo di
Lorsch nella Biblioteca Vaticana (Bessarione, a. Vili,
p. 36-48, 166-170, 1 tav. ; Roma 1904).

Descrive il celebre avorio, e con larga copia di argomenti
comparativi, discutendo le varie opiniQni emesse dai dotti sn
l’età e la provenienza artistica di quest’opera, mostra doversi
 
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