LA SCULTURA BAROCCA E L'ANTICO
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Il restauro non era naturalmente inteso con il criterio moderno, di massimo ri-
spetto dell'antico; i maestri barocchi, seguendo l'esempio dei cinquecentisti, e seguiti
in questo anche dai neo-classicisti del Settecento, si abbandonavano ad un radicale com-
pletamento delle mutile statue antiche, rifacendo gambe e braccia e teste, quasi sempre
Fig. 11 — Statua di Carlo Barberini. Fig. 12 — Statua onoraria eli Marcantonio Colonna,
(Torso antico completato dal Bernini e dall'Algardi). imitata dall'antico (1595).
Roma, Palazzo dei Conservatori. Roma, Palazzo dei Conservatori.
dando atteggiamenti del tutto arbitrarii, aggiungendo elementi e attributi congetturali;
talora persino unendo insieme pezzi di figure diverse.
Xotizic di restauri fatti da insigni artisti ci sono tramandate dai biografi antichi:
il Bellori ricorda a proposito del Duquesnoy « due famose statue antiche ristaurate da
Francesco, il Fauno del signor Alessandro Rondanini, supplite le braccia e le gambe,
che mancavano dalla mina, e la Minerva d'alabastro orientale, del signor Ippolito Vi-
telleschi, aggiuntavi la testa armata d'elmo, le mani e i piedi di metallo Corintio, cavato
da medaglie disfatte ».
Quando Alessandro Algardi bolognese, che doveva più tardi rivaleggiare col Bernini,
venne a Roma nel 1625, il cardinale Ludovisi, nipote di Gregorio XV, che rinnovava le
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Il restauro non era naturalmente inteso con il criterio moderno, di massimo ri-
spetto dell'antico; i maestri barocchi, seguendo l'esempio dei cinquecentisti, e seguiti
in questo anche dai neo-classicisti del Settecento, si abbandonavano ad un radicale com-
pletamento delle mutile statue antiche, rifacendo gambe e braccia e teste, quasi sempre
Fig. 11 — Statua di Carlo Barberini. Fig. 12 — Statua onoraria eli Marcantonio Colonna,
(Torso antico completato dal Bernini e dall'Algardi). imitata dall'antico (1595).
Roma, Palazzo dei Conservatori. Roma, Palazzo dei Conservatori.
dando atteggiamenti del tutto arbitrarii, aggiungendo elementi e attributi congetturali;
talora persino unendo insieme pezzi di figure diverse.
Xotizic di restauri fatti da insigni artisti ci sono tramandate dai biografi antichi:
il Bellori ricorda a proposito del Duquesnoy « due famose statue antiche ristaurate da
Francesco, il Fauno del signor Alessandro Rondanini, supplite le braccia e le gambe,
che mancavano dalla mina, e la Minerva d'alabastro orientale, del signor Ippolito Vi-
telleschi, aggiuntavi la testa armata d'elmo, le mani e i piedi di metallo Corintio, cavato
da medaglie disfatte ».
Quando Alessandro Algardi bolognese, che doveva più tardi rivaleggiare col Bernini,
venne a Roma nel 1625, il cardinale Ludovisi, nipote di Gregorio XV, che rinnovava le