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ADOLFO VENTURI
La bionda gentildonna Liechtenstein, triste e pensosa nel suo malato pallore sul
bruno fondo lucente dei ginepri, e anche più VAnnunciata degli Uffìzi a Firenze, dalle ven-
tilate chiome attorte in spire di luce e i carnosi irregolari lineamenti, offrono un riscontro
evidente con la testina di Vienna, valida prova dell'appartenenza a Leonardo di tutto
il ciclo di opere primitivo, verrocchiesco, comprendente l'Angelo del Battesimo di Andrea
del Verrocchio, il ritratto Liechtenstein, YAnnunciazione della Galleria di Firenze e l'An-
nunciazione del Museo del Louvre.
I-^vidente è infatti la mano di Leonardo nel fine disegno: i fitti tratteggi, che, in
sovrapposte curve, solcano, quasi strigilature, l'ondata superfice, si rivedono anche in
qualche suo disegno degli ultimi tempi, negli studi di acconciatura muliebre, a Windsor,
per esempio; e questi tratteggi, che, ricorrendo circolarmente, determinano la morbida
rotondità delle guance e i rilievi della convessa fronte, sono condotti da sinistra a destra
Fig, 2 — Leonardo da Vinci :
Studio per la Madonna del Gatto.
Londra, Coli. Arthur H. Pollen.
sul collo indietreggiante. Si osservino quei tratti, non continui e nitidi, ma tremuli, in-
crespati, sinuosi, consueti a Leonardo, distruttore del linearismo fiorentino, e il sottile
movimento di mezze luci che essi determinano sulla ondeggiante superficie del volto.
Solo nelle opere di Leonardo rivediamo questi irregolari crii di palpebre, un contorno
così festonato e discontinuo, la grazia infantile della bocca tumida e sinuosa, la viva-
cità dell'atteggiamento indietreggiante, subito ripercossa dal moto arioso delle chiome,
delle ciocche ondate alianti intorno al collo e alla rotonda testa, che alla gentilezza ardita
dei ritratti muliebri fiorentini unisce una deliziesa meditabonda serietà fanciullesca,
li infine di Leonardo è la pallida fosforescenza, che traluce dalle chiare iridi della figu-
rina di Vienna, come più tardi dagli occhi periati dell'Angelo per la Madonna delle Rocce,
sopra un foglio ora nel Palazzo reale di Torini), e dalle ambrate iridi della Vergine del
Louvre, nota come studio per la Madonna Litta.
Al signor Arthur Hungerford Pollen di Londra gli studiosi di Leonardo devono la
fortuna di poter aggiungere ai disegni giovanili un prezioso acquerello che chiude la
ADOLFO VENTURI
La bionda gentildonna Liechtenstein, triste e pensosa nel suo malato pallore sul
bruno fondo lucente dei ginepri, e anche più VAnnunciata degli Uffìzi a Firenze, dalle ven-
tilate chiome attorte in spire di luce e i carnosi irregolari lineamenti, offrono un riscontro
evidente con la testina di Vienna, valida prova dell'appartenenza a Leonardo di tutto
il ciclo di opere primitivo, verrocchiesco, comprendente l'Angelo del Battesimo di Andrea
del Verrocchio, il ritratto Liechtenstein, YAnnunciazione della Galleria di Firenze e l'An-
nunciazione del Museo del Louvre.
I-^vidente è infatti la mano di Leonardo nel fine disegno: i fitti tratteggi, che, in
sovrapposte curve, solcano, quasi strigilature, l'ondata superfice, si rivedono anche in
qualche suo disegno degli ultimi tempi, negli studi di acconciatura muliebre, a Windsor,
per esempio; e questi tratteggi, che, ricorrendo circolarmente, determinano la morbida
rotondità delle guance e i rilievi della convessa fronte, sono condotti da sinistra a destra
Fig, 2 — Leonardo da Vinci :
Studio per la Madonna del Gatto.
Londra, Coli. Arthur H. Pollen.
sul collo indietreggiante. Si osservino quei tratti, non continui e nitidi, ma tremuli, in-
crespati, sinuosi, consueti a Leonardo, distruttore del linearismo fiorentino, e il sottile
movimento di mezze luci che essi determinano sulla ondeggiante superficie del volto.
Solo nelle opere di Leonardo rivediamo questi irregolari crii di palpebre, un contorno
così festonato e discontinuo, la grazia infantile della bocca tumida e sinuosa, la viva-
cità dell'atteggiamento indietreggiante, subito ripercossa dal moto arioso delle chiome,
delle ciocche ondate alianti intorno al collo e alla rotonda testa, che alla gentilezza ardita
dei ritratti muliebri fiorentini unisce una deliziesa meditabonda serietà fanciullesca,
li infine di Leonardo è la pallida fosforescenza, che traluce dalle chiare iridi della figu-
rina di Vienna, come più tardi dagli occhi periati dell'Angelo per la Madonna delle Rocce,
sopra un foglio ora nel Palazzo reale di Torini), e dalle ambrate iridi della Vergine del
Louvre, nota come studio per la Madonna Litta.
Al signor Arthur Hungerford Pollen di Londra gli studiosi di Leonardo devono la
fortuna di poter aggiungere ai disegni giovanili un prezioso acquerello che chiude la