Il modello del Crepuscolo di Michelangelo
Nella piccola stanza clic s'apre sulla cappella medicea, si vede il modelletto in
creta indurita (altezza massima crii. 29, lunghezza citi. .',4. profondità citi. 14) di Mi-
chelangelo per il Crepuscolo (fig. 1), da unirsi alla serie pubblicata dal T.hodc ' e a
quella esistente nel Victoria and Albert Museum. Il movimento dei muscoli appare nudo
e potente, nell'atletica forma: le piastre cretacee ne modellano il rilievo con meravi-
gliosa energia. Il torso massiccio s'abbatte sul curvo coperchio del sarcofago, ma il
braccio puntellato ad esso, leva irresistibile, vince l'inerzia della massa; e mentre nella
statua della sagrestia (fig. 1) un tetro sconforto vince il gigante, e la spalla s'incurva, si
rilascia, seguendo la curva del volto chino a guardale verso la tomba, nell'abbozzo s'ap-
punta, (piasi a staccali' di un colpo violento la statua dal sarcofago; la testa, pur volgendo
al basso il cupo sguardo, si tiene eretta, in uno scatto di rivolta e di sfida. E gli ocelli
cavi, ombrati dall'arco uncinato del sopracciglio, che un tocco di dita modella con affi-
latezza di lama, il naso stretto e ricurvo, l'oblunga testa d'uccello notturno, dominata
da una fronti- che sembra inturgidirsi all'impeto d'iracondi pensieri, creano alla fosca
immagine una infernale torbida e sovrumana vita: anche le chiome, modellate impressio-
nisticamente, circondano di una burrascosa ghirlanda la cupa fisionomia. E tutto il
corpo, che nel sacello mediceo aderisce, per la sottostante lastra spianata, al sarcofago,
qui sembra staccarsi per la concava lama che una ditata segna, passando, parallela alle
curve del corpo: la gamba appuntata, il cuneo aguzzo della spalla, l'arco del sopracciglio,
svolto su piano obliquo, movendosi all'unisono, su linee continuate e parallele, espri-
mono in potente accordo, con formidabile unità, l'azione, mentre nella statua, spio-
venti all'unisono, esprimono l'abbattimento della sconfitta, non la minaccia, la rivolta
pronta a scatenarsi.
Nessuno dei bozzetti per le tombe medicee concede, come questo, di seguire passo
passo la costruzione delle titaniche forme di Michelangelo: le piastre, che rivestono come
d'una scorza la gamba distesa, ancor chiusa nell'involucro marmoreo, si accumulano
sulla gamba piegata, sul torace, sulla spalla, seguendo, con la svariata foggia, lo sviluppo
del corpo muscoloso, e mettendo in rilievo, senza i passaggi clic lo scalpello otterrà nel
marmo, la turgidezza dei muscoli, lo scavo delle articolazioni, l'immane vitalità della
forma. Anche più alto valore di questa forma umana, composta come un conglomerato,
.ha, pei' la conoscenza dell'opera di Michelangelo, il sarcofago, che ci dimostra quale
fosse l'architettura delle tombe nel pensiero del (irande. Le forme generali sono le stesse
a cui si attennero i traduttori, ma notevolmente diverse le proporzioni: più ampio, nel
sarcofago abbozzato, l'intervallo tra la base del coperchio e la voluta del sommo, più
energico il distacco tra i piani della massa, indicati, come il drappo cadente dalla
figura, con audaci nervose impronte di dita sulla creta: l'unità di organismo, l'equiva-
lenza di valore dinamico tra le masse del sarcofago, piegate verso terra con sforzo di
sovrapposti archi da una mano potente, e la massa della figura che tende a sradicarsene,
è più immediata e perfetta in questo prodigioso abbozzo che nel monumento mediceo.
Adolfo Venturi.
' Henry ThoDB, Michtlangtlot Toitmodelle aus
(/er Hàhnelschen Sammlnng, in Monatshefte fili Kunst-
Wiffenschaft, anno VI, dispensa 7, luglio 1913. Nel
migliore dei bozzetti pubblicati dal Thode. quello della
Notte, si ritrovano parti eseguite con piccole falde di
creta, come nel bozzetto del Crepuscolo qui pubblicato.
Nella piccola stanza clic s'apre sulla cappella medicea, si vede il modelletto in
creta indurita (altezza massima crii. 29, lunghezza citi. .',4. profondità citi. 14) di Mi-
chelangelo per il Crepuscolo (fig. 1), da unirsi alla serie pubblicata dal T.hodc ' e a
quella esistente nel Victoria and Albert Museum. Il movimento dei muscoli appare nudo
e potente, nell'atletica forma: le piastre cretacee ne modellano il rilievo con meravi-
gliosa energia. Il torso massiccio s'abbatte sul curvo coperchio del sarcofago, ma il
braccio puntellato ad esso, leva irresistibile, vince l'inerzia della massa; e mentre nella
statua della sagrestia (fig. 1) un tetro sconforto vince il gigante, e la spalla s'incurva, si
rilascia, seguendo la curva del volto chino a guardale verso la tomba, nell'abbozzo s'ap-
punta, (piasi a staccali' di un colpo violento la statua dal sarcofago; la testa, pur volgendo
al basso il cupo sguardo, si tiene eretta, in uno scatto di rivolta e di sfida. E gli ocelli
cavi, ombrati dall'arco uncinato del sopracciglio, che un tocco di dita modella con affi-
latezza di lama, il naso stretto e ricurvo, l'oblunga testa d'uccello notturno, dominata
da una fronti- che sembra inturgidirsi all'impeto d'iracondi pensieri, creano alla fosca
immagine una infernale torbida e sovrumana vita: anche le chiome, modellate impressio-
nisticamente, circondano di una burrascosa ghirlanda la cupa fisionomia. E tutto il
corpo, che nel sacello mediceo aderisce, per la sottostante lastra spianata, al sarcofago,
qui sembra staccarsi per la concava lama che una ditata segna, passando, parallela alle
curve del corpo: la gamba appuntata, il cuneo aguzzo della spalla, l'arco del sopracciglio,
svolto su piano obliquo, movendosi all'unisono, su linee continuate e parallele, espri-
mono in potente accordo, con formidabile unità, l'azione, mentre nella statua, spio-
venti all'unisono, esprimono l'abbattimento della sconfitta, non la minaccia, la rivolta
pronta a scatenarsi.
Nessuno dei bozzetti per le tombe medicee concede, come questo, di seguire passo
passo la costruzione delle titaniche forme di Michelangelo: le piastre, che rivestono come
d'una scorza la gamba distesa, ancor chiusa nell'involucro marmoreo, si accumulano
sulla gamba piegata, sul torace, sulla spalla, seguendo, con la svariata foggia, lo sviluppo
del corpo muscoloso, e mettendo in rilievo, senza i passaggi clic lo scalpello otterrà nel
marmo, la turgidezza dei muscoli, lo scavo delle articolazioni, l'immane vitalità della
forma. Anche più alto valore di questa forma umana, composta come un conglomerato,
.ha, pei' la conoscenza dell'opera di Michelangelo, il sarcofago, che ci dimostra quale
fosse l'architettura delle tombe nel pensiero del (irande. Le forme generali sono le stesse
a cui si attennero i traduttori, ma notevolmente diverse le proporzioni: più ampio, nel
sarcofago abbozzato, l'intervallo tra la base del coperchio e la voluta del sommo, più
energico il distacco tra i piani della massa, indicati, come il drappo cadente dalla
figura, con audaci nervose impronte di dita sulla creta: l'unità di organismo, l'equiva-
lenza di valore dinamico tra le masse del sarcofago, piegate verso terra con sforzo di
sovrapposti archi da una mano potente, e la massa della figura che tende a sradicarsene,
è più immediata e perfetta in questo prodigioso abbozzo che nel monumento mediceo.
Adolfo Venturi.
' Henry ThoDB, Michtlangtlot Toitmodelle aus
(/er Hàhnelschen Sammlnng, in Monatshefte fili Kunst-
Wiffenschaft, anno VI, dispensa 7, luglio 1913. Nel
migliore dei bozzetti pubblicati dal Thode. quello della
Notte, si ritrovano parti eseguite con piccole falde di
creta, come nel bozzetto del Crepuscolo qui pubblicato.