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LA PRIMA SCULTURA DI MICHELANGELO
Scrisse il Vasari,1 nella prima edizione delle Vite: « dove {cioè nel giardino di S. Marco)
Lorenzo {il Magnifico) vedendo sì bello spirito {Michelangelo), lo tenne sempre in molta
aspettazione: et egli inanimito dopo alcuni giorni si mise a contrafare con un pezzo di
marmo, una testa antica, che v'era. Onde Lorenzo molto contento ne fece gran festa ».
Pubblicate nel 1550 le Vite, il Vasari trasse prò, per la posteriore edizione, di quanto gli
veniva tra le mani; e, avendo nel 1553 Ascanio Condivi, fido discepolo di Michelangelo,
edita in Roma la vita del grande maestro, copiò addirittura il particolareggiato racconto
relativo alla contraffazione della testa antica. Leggiamo i racconti del Condivi e del
Vasari.
Condivi, pag. 72 e seg. :
«Tra le altre {cose nel giardino mediceo a S. Marco) considerando un giorno la
testa di un Fauno, in vista già vecchio, con lunga barba e volto ridente, ancorché la
bocca per l'antichità appena si vedesse, o si cognoscesse quel che si fosse, e piacendogli
oltre a modo si propose di ritrarla in marmo. E facendo il Magnifico Lorenzo in quel
luogo allora lavorare i marmi, o vogliam dir conci, per ornar quella nobilissima Libreria,
ch'egli e i suoi maggiori raccolta in tutto il mondo aveano... lavorando, dico, tai marmi,
Michelagnolo se ne fece dare da quei maestri un pezzo, ed accomodato da quei medesimi
de' ferri, con tanta attenzione e studio si pose a ritrarre il Fauno, che in pochi giorni lo
condusse a perfezione, di sua fantasia supplendo tutto quello, che all'antico mancava,
cioè la bocca aperta a guisa d'uom che rida; giachè si vedea il cavo d'essa con tutti i
denti. In questo mezzo venendo il Magnifico, per vedere a che termine fosse l'opera sua;
trovò il fanciullo, ch'era intorno a ripulir la sua testa; ed accostatogli alquanto, conside-
rata primieramente l'eccellenza dell'opera, ed avuto riguardo all'età di lui, molto si
maravigliò: ed avengachè lodasse l'opera, nondimeno motteggiando con lui, come con un fan-
ciullo, disse: Oh tu hai fatto questo Fauno vecchio e lasciatigli tutti i denti. Non sai tu che a'
vecchi di tale età, sempre ne manca qualcuno? Parve mille anni a Michelagnolo che '1
Magnifico si partisse per correggere l'errore: e restato solo, cavò un dente al suo vecchio
di quei di sopra, trapanando la gengiva, come se ne fosse uscito colla radice, aspettando
l'altro giorno il Magnifico con gran desiderio. Il qual venuto, e vista la bontà e sempli-
cità del fanciullo, molto se ne rise; ma poi stimata seco la perfezione della cosa, e l'età
di lui, come padre di tutte le virtù, si deliberò d'aiutare e favorire tanto ingegno, e
pigliarselo in casa ».
Vasari, p. 152:3
« Andando eglino al giardino {Michelagnolo e Francesco Granaccio nel giardino di San
Marco), vi trovarono che il Turrigiano, giovane de' Torrigiani, lavorava di terra certe
figure tonde, che da Bertoldo gli erano state date. Michelagnolo, vedendo questo, per
emulazione alcune ne fece; dove Lorenzo, vedendo sì bello spirito, lo tenne sempre in
molta aspettazione; ed egli, inanimato, dopo alcuni giorni si mise a contraffare con
un pezzo di marmo una testa che v'era d'un fauno vecchio, antico e grinzo, che era
1 Edizione ia delle Vite, parte III, p. 951, Firenze, 2 Edizione del 1823, Pisa.
1550. 3 Edizione Sansoni, voi. Vili, p. 142, Firenze, 1881.
L'Arte. XXV, 23.
LA PRIMA SCULTURA DI MICHELANGELO
Scrisse il Vasari,1 nella prima edizione delle Vite: « dove {cioè nel giardino di S. Marco)
Lorenzo {il Magnifico) vedendo sì bello spirito {Michelangelo), lo tenne sempre in molta
aspettazione: et egli inanimito dopo alcuni giorni si mise a contrafare con un pezzo di
marmo, una testa antica, che v'era. Onde Lorenzo molto contento ne fece gran festa ».
Pubblicate nel 1550 le Vite, il Vasari trasse prò, per la posteriore edizione, di quanto gli
veniva tra le mani; e, avendo nel 1553 Ascanio Condivi, fido discepolo di Michelangelo,
edita in Roma la vita del grande maestro, copiò addirittura il particolareggiato racconto
relativo alla contraffazione della testa antica. Leggiamo i racconti del Condivi e del
Vasari.
Condivi, pag. 72 e seg. :
«Tra le altre {cose nel giardino mediceo a S. Marco) considerando un giorno la
testa di un Fauno, in vista già vecchio, con lunga barba e volto ridente, ancorché la
bocca per l'antichità appena si vedesse, o si cognoscesse quel che si fosse, e piacendogli
oltre a modo si propose di ritrarla in marmo. E facendo il Magnifico Lorenzo in quel
luogo allora lavorare i marmi, o vogliam dir conci, per ornar quella nobilissima Libreria,
ch'egli e i suoi maggiori raccolta in tutto il mondo aveano... lavorando, dico, tai marmi,
Michelagnolo se ne fece dare da quei maestri un pezzo, ed accomodato da quei medesimi
de' ferri, con tanta attenzione e studio si pose a ritrarre il Fauno, che in pochi giorni lo
condusse a perfezione, di sua fantasia supplendo tutto quello, che all'antico mancava,
cioè la bocca aperta a guisa d'uom che rida; giachè si vedea il cavo d'essa con tutti i
denti. In questo mezzo venendo il Magnifico, per vedere a che termine fosse l'opera sua;
trovò il fanciullo, ch'era intorno a ripulir la sua testa; ed accostatogli alquanto, conside-
rata primieramente l'eccellenza dell'opera, ed avuto riguardo all'età di lui, molto si
maravigliò: ed avengachè lodasse l'opera, nondimeno motteggiando con lui, come con un fan-
ciullo, disse: Oh tu hai fatto questo Fauno vecchio e lasciatigli tutti i denti. Non sai tu che a'
vecchi di tale età, sempre ne manca qualcuno? Parve mille anni a Michelagnolo che '1
Magnifico si partisse per correggere l'errore: e restato solo, cavò un dente al suo vecchio
di quei di sopra, trapanando la gengiva, come se ne fosse uscito colla radice, aspettando
l'altro giorno il Magnifico con gran desiderio. Il qual venuto, e vista la bontà e sempli-
cità del fanciullo, molto se ne rise; ma poi stimata seco la perfezione della cosa, e l'età
di lui, come padre di tutte le virtù, si deliberò d'aiutare e favorire tanto ingegno, e
pigliarselo in casa ».
Vasari, p. 152:3
« Andando eglino al giardino {Michelagnolo e Francesco Granaccio nel giardino di San
Marco), vi trovarono che il Turrigiano, giovane de' Torrigiani, lavorava di terra certe
figure tonde, che da Bertoldo gli erano state date. Michelagnolo, vedendo questo, per
emulazione alcune ne fece; dove Lorenzo, vedendo sì bello spirito, lo tenne sempre in
molta aspettazione; ed egli, inanimato, dopo alcuni giorni si mise a contraffare con
un pezzo di marmo una testa che v'era d'un fauno vecchio, antico e grinzo, che era
1 Edizione ia delle Vite, parte III, p. 951, Firenze, 2 Edizione del 1823, Pisa.
1550. 3 Edizione Sansoni, voi. Vili, p. 142, Firenze, 1881.
L'Arte. XXV, 23.