Disegni di Stefano da Zevio, del Savoldo,
di Lorenzo Lotto, di Raffaello nell'Albertina di Vienna
Un disegno, fiore di gentilezza, tra i fogli dell'Albertina a Vienna, raffigura (Scuola
Romana, I-a) quattro angioli contornati a penna da un segno nitido e tenue, squisito
nella sinuosità delle sue gotiche volute (fig. [). Non a Lorenzo Ghiberti, come vorrebbe
Fig. i — Stefano da Zevio: Disegno, Vienna, Albertina.
la scritta, risale il raro studio, che ha in sè tutta la grazia e l'incantevole timidità, la
sottile eleganza del gotico fiorito veronese, e subito richiama i candidi angeli che spie-
gano l'immacolata bianchezza delle lunghe vesti, delle ali appuntite, dei rotuli serpentini
nel silenzio d'una verde chiostra, a San Fermo di Verona. Si rivedono, nel disegno, le
forme affilate, le sottili curve a falce, la nitidità d'intaglio che dà alle figure di Stefano
da Zevio apparenza di avorii; la stessa fantasia che spira dal quadro della Galleria
Colonna in Roma suggerisce qui il capriccioso asimmetrico volger delle grandi ali,
dietro i dorsi, in curve sottili e rigide, quasi orli di cetre preziose. In vari atteggiamenti
i quattro angioli si dispongono sul foglio: uno, seduto, contempla, con lo stupore proprio
di Lorenzo Lotto, di Raffaello nell'Albertina di Vienna
Un disegno, fiore di gentilezza, tra i fogli dell'Albertina a Vienna, raffigura (Scuola
Romana, I-a) quattro angioli contornati a penna da un segno nitido e tenue, squisito
nella sinuosità delle sue gotiche volute (fig. [). Non a Lorenzo Ghiberti, come vorrebbe
Fig. i — Stefano da Zevio: Disegno, Vienna, Albertina.
la scritta, risale il raro studio, che ha in sè tutta la grazia e l'incantevole timidità, la
sottile eleganza del gotico fiorito veronese, e subito richiama i candidi angeli che spie-
gano l'immacolata bianchezza delle lunghe vesti, delle ali appuntite, dei rotuli serpentini
nel silenzio d'una verde chiostra, a San Fermo di Verona. Si rivedono, nel disegno, le
forme affilate, le sottili curve a falce, la nitidità d'intaglio che dà alle figure di Stefano
da Zevio apparenza di avorii; la stessa fantasia che spira dal quadro della Galleria
Colonna in Roma suggerisce qui il capriccioso asimmetrico volger delle grandi ali,
dietro i dorsi, in curve sottili e rigide, quasi orli di cetre preziose. In vari atteggiamenti
i quattro angioli si dispongono sul foglio: uno, seduto, contempla, con lo stupore proprio