DOI issue:
Fasc. 4
DOI article:Venturi, Adolfo: Pile d'acquasanta disegnate da Michelangelo
DOI Page / Citation link: https://doi.org/10.11588/diglit.17342#0226
Pile d'acquasanta disegnate da Michelangelo
L'architettura della cappella medicea rivela, per la maestà e l'energia delle linee,
la traduzione del disegno michelangiolesco, anche negli arredi marmorei: l'altare
(fig. i), la cui mensa è sorretta da una mirabile balaustra rovescia incassata negli
Fig. r — Altare nella Cappella medicea a Firenze.
angoli (fig. 2), e la pila d'acquasanta, pure incassata nell'angolo di due pilastri abbi-
nati (fig. 3), alta su doppio piedistallo prismatico e sul fusto in forma di slanciata
e robusta anfora reggente la vasca circolare, massiccia, con un forte scavo sotto il lab-
bro ricurvo. Nell'energia di questo scavo, e nel zig-zag creato dalle basi dei pilastri e
dai sovrapposti dadi marmorei incuneati nell'angolo di essi, come infine nella generale
austera nudità della forma, si vede la prova che la pila risalga a uno schizzo primitivo
di Michelangelo, guasto dai traduttori, angustiati anche da restrizioni di spazio e indotti
da esse a dare soverchia, e perciò antimichelangiolesca, snellezza alla forma. Questa
eccessiva magrezza di forma vien meno a un'altra pila, il cui zoccolo, foggiato a dado,
similmente s'incassa nell'angolo tra l'armadio brunelleschiano e la parete ove s'apre la
porta d'entrata alla sagrestia vecchia di San Lorenzo (fig. 4). Da un cubo di marmo
variegato s'innalza il piedistallo di marmo scuro, a reggere il vaso, tondo, grave, mas-
siccio, di marmo bianco; forse per intonarsi alla decorazione policroma della cappella,
Michelangelo ci offre l'unico suo esempio di effetti ottenuti con marmi di vario colore.
Ogni particolare della superba opera porta l'impronta grandiosa delle costruzioni miche-
langiolesche, la solidità delle masse, il collegamento rigoroso delle parti, la ricerca dei
contrasti. Michelangelo fu certamente disegnatore di questo rarissimo monumentale arredo
L'architettura della cappella medicea rivela, per la maestà e l'energia delle linee,
la traduzione del disegno michelangiolesco, anche negli arredi marmorei: l'altare
(fig. i), la cui mensa è sorretta da una mirabile balaustra rovescia incassata negli
Fig. r — Altare nella Cappella medicea a Firenze.
angoli (fig. 2), e la pila d'acquasanta, pure incassata nell'angolo di due pilastri abbi-
nati (fig. 3), alta su doppio piedistallo prismatico e sul fusto in forma di slanciata
e robusta anfora reggente la vasca circolare, massiccia, con un forte scavo sotto il lab-
bro ricurvo. Nell'energia di questo scavo, e nel zig-zag creato dalle basi dei pilastri e
dai sovrapposti dadi marmorei incuneati nell'angolo di essi, come infine nella generale
austera nudità della forma, si vede la prova che la pila risalga a uno schizzo primitivo
di Michelangelo, guasto dai traduttori, angustiati anche da restrizioni di spazio e indotti
da esse a dare soverchia, e perciò antimichelangiolesca, snellezza alla forma. Questa
eccessiva magrezza di forma vien meno a un'altra pila, il cui zoccolo, foggiato a dado,
similmente s'incassa nell'angolo tra l'armadio brunelleschiano e la parete ove s'apre la
porta d'entrata alla sagrestia vecchia di San Lorenzo (fig. 4). Da un cubo di marmo
variegato s'innalza il piedistallo di marmo scuro, a reggere il vaso, tondo, grave, mas-
siccio, di marmo bianco; forse per intonarsi alla decorazione policroma della cappella,
Michelangelo ci offre l'unico suo esempio di effetti ottenuti con marmi di vario colore.
Ogni particolare della superba opera porta l'impronta grandiosa delle costruzioni miche-
langiolesche, la solidità delle masse, il collegamento rigoroso delle parti, la ricerca dei
contrasti. Michelangelo fu certamente disegnatore di questo rarissimo monumentale arredo