Ri FRATTI DEL BALDOVINETTI, DEL PERUGINO, DEL FRANCIA, DI TIZIANO n
quadro, ci presentano il Baldovinetti in quel fugace periodo in cui la sua arte sembra
anello di transizione fra le intarsiate composizioni di Paolo Uccello e gli spianamenti
prospettici delle forme di Piero della Francesca.
Un contorno tagliente nitido sicuro delinea con meravigliosa precisione i tratti
dell'aguzzo profilo, la breve bocca, la fronte piatta, il naso a becco d'uccello, sporgente e
sottile, le palpebre fini tra cui s'apre immoto il penetrante occhio, nella sua chiarità
acuta e fredda, in accordo con la pallida, secca fisionomia, che pure nella monumentale
immobilità esprime un'energia latente e Imperiosa, l'attività di uno spirito pronto, acre
Fig. 2 — Pietro Perugino: Ritratto.
Firenze, Galleria degli Uffìzi.
ed inquieto. Prende posto, la finissima pittura, fra i capolavori ritrattistici del Quattro-
cento fiorentino.
Uri altro ritratto (fig. 2), nella Galleria degli Uffizi, porta il nome di Lorenzo di Credi.
Raffigura un busto d'uomo appoggiato a un parapetto, sul fondo nudo di una stanza
aperta, per la finestra, versò campi piantati d'alberi e dolci colli azzurrini, sotto un
terso cielo di cobalto: finissima pittura, che non ha rivelata ancora la propria origine.
Non in Toscana dobbiamo infatti ricercare l'autore, ma in Umbria, nel periodo più glo-
rioso dell'arte perugina. Facile cancellare dalla rara opera il nome di Lorenzo di ( redi: nè
il color delle carni, caldo e brunito, nè gli azzurri e i verdi del fondo, nè la sorprendente
vivacità dello sguardo trovan riscontri fra le pitture di Lorenzo, tranquillo spirito schivo
di ogni accento vivido, divoto coloritore di monacali figure dalle carni ceree, bianchicce,
quadro, ci presentano il Baldovinetti in quel fugace periodo in cui la sua arte sembra
anello di transizione fra le intarsiate composizioni di Paolo Uccello e gli spianamenti
prospettici delle forme di Piero della Francesca.
Un contorno tagliente nitido sicuro delinea con meravigliosa precisione i tratti
dell'aguzzo profilo, la breve bocca, la fronte piatta, il naso a becco d'uccello, sporgente e
sottile, le palpebre fini tra cui s'apre immoto il penetrante occhio, nella sua chiarità
acuta e fredda, in accordo con la pallida, secca fisionomia, che pure nella monumentale
immobilità esprime un'energia latente e Imperiosa, l'attività di uno spirito pronto, acre
Fig. 2 — Pietro Perugino: Ritratto.
Firenze, Galleria degli Uffìzi.
ed inquieto. Prende posto, la finissima pittura, fra i capolavori ritrattistici del Quattro-
cento fiorentino.
Uri altro ritratto (fig. 2), nella Galleria degli Uffizi, porta il nome di Lorenzo di Credi.
Raffigura un busto d'uomo appoggiato a un parapetto, sul fondo nudo di una stanza
aperta, per la finestra, versò campi piantati d'alberi e dolci colli azzurrini, sotto un
terso cielo di cobalto: finissima pittura, che non ha rivelata ancora la propria origine.
Non in Toscana dobbiamo infatti ricercare l'autore, ma in Umbria, nel periodo più glo-
rioso dell'arte perugina. Facile cancellare dalla rara opera il nome di Lorenzo di ( redi: nè
il color delle carni, caldo e brunito, nè gli azzurri e i verdi del fondo, nè la sorprendente
vivacità dello sguardo trovan riscontri fra le pitture di Lorenzo, tranquillo spirito schivo
di ogni accento vivido, divoto coloritore di monacali figure dalle carni ceree, bianchicce,