L'ATTIVITÀ DEL TINTORETTO IN PALAZZO DUCALE
87
fino al 1585, si suppose che l'esaltazione dei quattro principi dovesse esser avvenuta
dopo la morte dell'ultimo. Tutte quattro le opere, però, sono già ricordate nel Riposo
del Borghini, che vide luce nell' '84.
Comunque, semestre meno o pivi poco conta, sta il fatto certo che questi quadri, e
quelli delle restanti sale, di cui non ho detto, furori ordinati nel periodo in cui il Tinto-
retto, assicurata ormai la sua fama, spiegava l'attività più intensa; quando, cioè, il
colossale impegno con la scuola di S. Rocco, le otto battaglie per i duchi di Mantova,
oggi a Monaco, i disegni per i musaici della basilica marciana, l'inizio dei lavori in
S. (iiorgio Maggiore, e gl'infiniti altri incarichi, cui egli si sobbarcava, non sapendo,
Fig. 5 — Tintoretto : Bacco e Arianna. Venezia, Palazzo Ducale,
uè volendo, con la generosa spensieratezza dei geni molto produttivi, « mai lasciar par-
tire alcuno malcontento dalla sua casa»; quando le circostanze, insomma, avevano
messo l'artista alle prese con la maggior quantità di lavoro, che possa assorbir le energie
d'una personalità eccezionale, eccitandone al massimo le attitudini creative.
« Il se sovdageait en créant des mondes » scrisse il Taine del Rubens.
Ripetiamo noi pel Tintoretto la bencalzante definizione, aggiungendole tuttavia il
commento fromentiniamo: soulager suppone una tensione, il «mal del troppo pieno»,
che in questo spirito, come in quello del Fiammingo, mancò.
.Mancò, anche perchè il fecondissimo Iacopo, mal per la sua fama! quando non potè
arrivare a tutto, affidò ad altri l'esecuzione dei suoi progetti e l'interezza del suo nome,
con un atteggiamento che in un tanto appassionato sognator di gloria stupirebbe, se
non si tenesse conto, nella valutazione degli atti d'un artista, per grande che sia, delle
circostanze pratiche, cui il suo spirito, come quello d'ognuno, dovè piegarsi, adattandosi.
87
fino al 1585, si suppose che l'esaltazione dei quattro principi dovesse esser avvenuta
dopo la morte dell'ultimo. Tutte quattro le opere, però, sono già ricordate nel Riposo
del Borghini, che vide luce nell' '84.
Comunque, semestre meno o pivi poco conta, sta il fatto certo che questi quadri, e
quelli delle restanti sale, di cui non ho detto, furori ordinati nel periodo in cui il Tinto-
retto, assicurata ormai la sua fama, spiegava l'attività più intensa; quando, cioè, il
colossale impegno con la scuola di S. Rocco, le otto battaglie per i duchi di Mantova,
oggi a Monaco, i disegni per i musaici della basilica marciana, l'inizio dei lavori in
S. (iiorgio Maggiore, e gl'infiniti altri incarichi, cui egli si sobbarcava, non sapendo,
Fig. 5 — Tintoretto : Bacco e Arianna. Venezia, Palazzo Ducale,
uè volendo, con la generosa spensieratezza dei geni molto produttivi, « mai lasciar par-
tire alcuno malcontento dalla sua casa»; quando le circostanze, insomma, avevano
messo l'artista alle prese con la maggior quantità di lavoro, che possa assorbir le energie
d'una personalità eccezionale, eccitandone al massimo le attitudini creative.
« Il se sovdageait en créant des mondes » scrisse il Taine del Rubens.
Ripetiamo noi pel Tintoretto la bencalzante definizione, aggiungendole tuttavia il
commento fromentiniamo: soulager suppone una tensione, il «mal del troppo pieno»,
che in questo spirito, come in quello del Fiammingo, mancò.
.Mancò, anche perchè il fecondissimo Iacopo, mal per la sua fama! quando non potè
arrivare a tutto, affidò ad altri l'esecuzione dei suoi progetti e l'interezza del suo nome,
con un atteggiamento che in un tanto appassionato sognator di gloria stupirebbe, se
non si tenesse conto, nella valutazione degli atti d'un artista, per grande che sia, delle
circostanze pratiche, cui il suo spirito, come quello d'ognuno, dovè piegarsi, adattandosi.