i82 VITTORIO
zato occorreva qualcosa di assai più mosso ed
enfatico, anche se non quanto quei barocchis-
simi trofei militari sulle porte laterali: elmi, trombe,
eroiche corazze, sventolanti bandiere, pittoresco
groviglio mosso come da una temporalesca bat-
taglia. Una certa grazia v'è nella figura a sinistra,
sinuosa di pieghe nel manto e nella veste; l'altra
è ancor più dura e vuota.
Prima di passare ad opere più avanzate di
tempo sarà il caso di ricordare due monumenti
sepolcrali di pochi anni distanti: la tomba di
Girolamo Sanminiati, uditore della S. Hot a
(t 1733), eretta a cura del fratello Ascanio in
S. Giovanni dei Fiorentini, e il monumento di
Maria Clementina d'Inghilterra (1737 c.) ai Santi
Apostoli. 1
Il monumento Sanminiati è un'opera assai
semplice e gentile, che fu certo disegnata tutta
dal Della Valle. Sull'alto basamento che si delinea
con lievissimo aggetto sulla parete, come una
targa, e contiene la lapide in marmo nero incor
niciata di giallo chiaro, sorge l'urna, appena profi-
lata, sulla quale un vispo puttino alato sorregge
un medaglione con il ritratto del defunto, pog-
giato su due volumi aperti nelle loro pagine lustre
e levigate. Semplice il motivo e disegnato con
elegante chiarezza, com'è fine il modellato di ciuci
putto che mi fa pensare a quello scolpito dal to-
scano Giuseppe Mazzuoli2 per il sepolcro Farsetti
nella chiesa della Maddalena, non per un vero
confronto, ma per ricordare l'arte del Mazzuoli
che, per quanto anteriore in tutto a quella del
Della Valle, n'è quasi un presentimento, nelle
opere più serene e composte, come la Prudenza
nella cappella Pallavicini in S. Francesco a Ripa
(1713 e).
Assai più fiorito e barocco è invece il monumento
ai SS. Apostoli, assai meno adattato al Della
Valle, con quel motivo scenografico del raggio
che piove dalla nuvoletta su l'urna che racchiude
i precordi della regina. Manca a quel motivo una
sintetica velocità, con troppa cura ne sono resi
1 In uno dei volumi del Libro de' Consigli conservato nel-
l'archivio dei SS. Apostoli (volume, dei verbali dal 1727 al
1754, pag. 57) si legge che il 9 febbraio 1737 si adunò il
consiglio dei PP. ai quali fu riferito « esser conveniente di
esporre qualche memoria nella quale apparisca che le in-
teriora della fel. mem. di Maria Clementina Sobieschi, Re-
gina d'Inghilterra passata a miglior vita fin dal mese di
gennaio del 1735, sono depositate nella noà Basilica » e che
perciò era bene « che se ne facesse una lapide e si mettesse
in chiesa ». Tale proposta fu approvata all'unanimità. Non
altro ivi risulta.
2 Cfr. V. Moschini, Scultura barocca in Roma dopo il
Bernini, in La Cultura, voi. II, fase. 6, 8 (1923).
MOSCHINI
ad uno ad uno gli elementi e specie stonano quei
ilue angeletti accanto all'urna, che, con le loro
forme piuttosto goffe e il loro rilievo accentuato,
non sono in armonia con il barocco unitivo del-
l'insieme che richiedeva una plastica sommaria
e una maggiore fusione di piani.
Ben più logicamente s'isolano le sculture nel
bel sepolcro del baronetto Tommaso Dereham
(t 1739) in S. Tommaso degli Inglesi. Nella sem-
plice architettura dell'insieme, disegnata dal Fuga,
sull'alto basamento, ai lati dell'urna sulla quale
è posto un tondo col ritratto del nobile inglese (che
risalta sul lucido marmo appena concavo dello
sfondo) si dispongono le due statue della Reli-
gione e della Fedeltà. Fa Religione, eretta, piut-
tosto fredda, statuina e povera di forme, regge la
croce; la Fedeltà, seduta, si volge a contemplare
l'altra figura, profilando il volto assorto e aggi-
rando il corpo riccamente panneggiato nelle ton-
deggianti membra, mentre alla sua destra, di
fianco, un cane protende il muso aguzzo. Assai
fine e penetrante è il ritratto dell'imparruccato
baronetto, scolpito nel medaglione nel cui tondo
è mirabilmente composto, e specie notevole è
quella statua della Fedeltà che se ha in sè molto
della plastica ricchezza di tante figure barocche si di-
spone con semplicità elegante, in posa tranquilla.
In quel tempo all'incirca il Della Valle prese
parte alla decorazione della facciata di S. Maria
Maggiore (1741-1743I e se nulla si deve particolar-
mente osservare circa il rilievo dello Spirito
Santo, posto nel timpano della loggia della Bene-
dizione, (fiorita nuvoletta che non ha di per sè
nessun significato, semplice nota decorativa) è
bene notare la bella statua di S. Nicola Albergati,
posta all'estremità destra al disopra del primo
ordine della facciata. F questa una figura seria
e contegnosa di prelato, scolpita con notevole
pienezza plastica e mossa con nobile cadenza,
nella quale diviene composto l'oratorio gestire
delle statue barocche. Tra le altre statue della
facciata di S. Maria Maggiore questa del Della
Valle si distingue notevolmente, è meno assor-
bita nell'insieme architettonico, s'isola nel suo
moto, nella sua plastica.
Di poco posteriore è il medaglione a bassori-
lievo col ritratto del cardinale Pietro Marcellino
Corradini (t 1 743) sulla sua tomba eretta a cura
del cardinale Marcello Crescenzi in S. Maria in
Trastevere. Anche qui, come nel ritratto del baro-
netto Dereham, notiamo una medaglistica finezza
di disegno, nella figura del vecchio prelato nitida-
mente profilata sullo specchio di marmo azzurrino,
e molta penetrazione nell'espressione della figura
che con un tremito senile stringe in preghiera
le mani ossute.
zato occorreva qualcosa di assai più mosso ed
enfatico, anche se non quanto quei barocchis-
simi trofei militari sulle porte laterali: elmi, trombe,
eroiche corazze, sventolanti bandiere, pittoresco
groviglio mosso come da una temporalesca bat-
taglia. Una certa grazia v'è nella figura a sinistra,
sinuosa di pieghe nel manto e nella veste; l'altra
è ancor più dura e vuota.
Prima di passare ad opere più avanzate di
tempo sarà il caso di ricordare due monumenti
sepolcrali di pochi anni distanti: la tomba di
Girolamo Sanminiati, uditore della S. Hot a
(t 1733), eretta a cura del fratello Ascanio in
S. Giovanni dei Fiorentini, e il monumento di
Maria Clementina d'Inghilterra (1737 c.) ai Santi
Apostoli. 1
Il monumento Sanminiati è un'opera assai
semplice e gentile, che fu certo disegnata tutta
dal Della Valle. Sull'alto basamento che si delinea
con lievissimo aggetto sulla parete, come una
targa, e contiene la lapide in marmo nero incor
niciata di giallo chiaro, sorge l'urna, appena profi-
lata, sulla quale un vispo puttino alato sorregge
un medaglione con il ritratto del defunto, pog-
giato su due volumi aperti nelle loro pagine lustre
e levigate. Semplice il motivo e disegnato con
elegante chiarezza, com'è fine il modellato di ciuci
putto che mi fa pensare a quello scolpito dal to-
scano Giuseppe Mazzuoli2 per il sepolcro Farsetti
nella chiesa della Maddalena, non per un vero
confronto, ma per ricordare l'arte del Mazzuoli
che, per quanto anteriore in tutto a quella del
Della Valle, n'è quasi un presentimento, nelle
opere più serene e composte, come la Prudenza
nella cappella Pallavicini in S. Francesco a Ripa
(1713 e).
Assai più fiorito e barocco è invece il monumento
ai SS. Apostoli, assai meno adattato al Della
Valle, con quel motivo scenografico del raggio
che piove dalla nuvoletta su l'urna che racchiude
i precordi della regina. Manca a quel motivo una
sintetica velocità, con troppa cura ne sono resi
1 In uno dei volumi del Libro de' Consigli conservato nel-
l'archivio dei SS. Apostoli (volume, dei verbali dal 1727 al
1754, pag. 57) si legge che il 9 febbraio 1737 si adunò il
consiglio dei PP. ai quali fu riferito « esser conveniente di
esporre qualche memoria nella quale apparisca che le in-
teriora della fel. mem. di Maria Clementina Sobieschi, Re-
gina d'Inghilterra passata a miglior vita fin dal mese di
gennaio del 1735, sono depositate nella noà Basilica » e che
perciò era bene « che se ne facesse una lapide e si mettesse
in chiesa ». Tale proposta fu approvata all'unanimità. Non
altro ivi risulta.
2 Cfr. V. Moschini, Scultura barocca in Roma dopo il
Bernini, in La Cultura, voi. II, fase. 6, 8 (1923).
MOSCHINI
ad uno ad uno gli elementi e specie stonano quei
ilue angeletti accanto all'urna, che, con le loro
forme piuttosto goffe e il loro rilievo accentuato,
non sono in armonia con il barocco unitivo del-
l'insieme che richiedeva una plastica sommaria
e una maggiore fusione di piani.
Ben più logicamente s'isolano le sculture nel
bel sepolcro del baronetto Tommaso Dereham
(t 1739) in S. Tommaso degli Inglesi. Nella sem-
plice architettura dell'insieme, disegnata dal Fuga,
sull'alto basamento, ai lati dell'urna sulla quale
è posto un tondo col ritratto del nobile inglese (che
risalta sul lucido marmo appena concavo dello
sfondo) si dispongono le due statue della Reli-
gione e della Fedeltà. Fa Religione, eretta, piut-
tosto fredda, statuina e povera di forme, regge la
croce; la Fedeltà, seduta, si volge a contemplare
l'altra figura, profilando il volto assorto e aggi-
rando il corpo riccamente panneggiato nelle ton-
deggianti membra, mentre alla sua destra, di
fianco, un cane protende il muso aguzzo. Assai
fine e penetrante è il ritratto dell'imparruccato
baronetto, scolpito nel medaglione nel cui tondo
è mirabilmente composto, e specie notevole è
quella statua della Fedeltà che se ha in sè molto
della plastica ricchezza di tante figure barocche si di-
spone con semplicità elegante, in posa tranquilla.
In quel tempo all'incirca il Della Valle prese
parte alla decorazione della facciata di S. Maria
Maggiore (1741-1743I e se nulla si deve particolar-
mente osservare circa il rilievo dello Spirito
Santo, posto nel timpano della loggia della Bene-
dizione, (fiorita nuvoletta che non ha di per sè
nessun significato, semplice nota decorativa) è
bene notare la bella statua di S. Nicola Albergati,
posta all'estremità destra al disopra del primo
ordine della facciata. F questa una figura seria
e contegnosa di prelato, scolpita con notevole
pienezza plastica e mossa con nobile cadenza,
nella quale diviene composto l'oratorio gestire
delle statue barocche. Tra le altre statue della
facciata di S. Maria Maggiore questa del Della
Valle si distingue notevolmente, è meno assor-
bita nell'insieme architettonico, s'isola nel suo
moto, nella sua plastica.
Di poco posteriore è il medaglione a bassori-
lievo col ritratto del cardinale Pietro Marcellino
Corradini (t 1 743) sulla sua tomba eretta a cura
del cardinale Marcello Crescenzi in S. Maria in
Trastevere. Anche qui, come nel ritratto del baro-
netto Dereham, notiamo una medaglistica finezza
di disegno, nella figura del vecchio prelato nitida-
mente profilata sullo specchio di marmo azzurrino,
e molta penetrazione nell'espressione della figura
che con un tremito senile stringe in preghiera
le mani ossute.