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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 4
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Nicco Fasola, Giusta: Ravenna e i principi compositivi dell'arte bizantina, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0281

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RAVENNA E I PRINCIPI COMPOSITIVI DELL'ARTE BIZANTINA

253

Guardiamo con occhio spregiudicato il quadro.
Dentro una lunetta larga e non molto alta sta se-'
duto il Cristo tra gli agnelli, in un paesaggio quasi
alpestre. Il tutto appare allo sguardo come una

visione di colori puri, chiari, senza note forti. Fondo
azzurrino con roccie verdognole, verde di erbe e
di piante, bianco d'agnelli; il Cristo vestito d'oro
non brillante, con manto azzurro, anch'esso senza
squilli.

Il buon l'astore siede in mezzo, [a maestosa
figura, con larga aureola, non è perduta nell'am-
biente ma quasi tocca la cornice. Seduto di tre
quarti, riconduce tutto il busto al primo piano
con un lento giro; ed in quest'atto; partecipando

al Pastore, alternano il loro bianco al colore del
terreno; e le interruzioni, e l'ordine generale sono
una volontà precisa ed un effetto artistico.

L'arco che raccoglie tutte le immagini, correndo
ininterrotto verso il suo culmine, dove trionfa, è
la base di quest'ordine; e questa scena ne utilizza
tutta la capacità espressiva.

In questa scena del buon l'astore, la composi-
zione in due gruppi triangolari, a lato di una mae-
stosa figura centrale, e le figure distribuite con
belle pause, ci presentano una geniale compo-
sizione del piano; uè alcuna altra forma che la
lunetta si sarebbe prestata a questo grandioso
effetto. L'arco si spegne: non si può pensare nulla

Fig. 8. — S. Lorenzo - Mausoleo di Galla Placidia - Ravenna. (Fot. .Miliari).

di due direzioni invece di stare ritto al centro,
unisce i gruppi laterali. Le pecore occupano luoghi
vari, stando sopra massi rocciosi danno ragione
del loro salire Coll'arco. Sono simmetriche, non
sovrapponibili geometricamente, ai lati del Cristo;
e per la nettezza del contorno e per l'eguale chia-
rezza del colore, salgono sì, ma senza addentrarsi
nello spazio, formando gruppi di sostegno alla
figura centrale. Le rocce stesse affiorano alla
superficie, e lodano nella loro simmetria il buon
Pastore. Verso gli angoli, in basso, ci sono zone
più scure; il colore invece si schiarisce verso l'alto,
dove le figure si diradano e la testa del Cristo trova
l'aperto cielo. Verso il cielo sale l'arco, e salgono
le linee degli agnelli, delle piante (osservare a
destra) con sensibilità e con libertà di movenze,
arrivando all'aureola del Cristo. Gli agnelli, volti

al di là: sale: e ne occupa l'altezza la figura divina;
anche psicologicamente è quello che nella limita-
zione della nostra veduta ci trova più docili, perchè
questa linea è per noi simbolo dell'universo.

11 carattere classico di questa scena, che tutti
hanno sentito, non è il Cristo-Apollo. Nessun
Apollo, nessun altro Dio romano o greco siede
così; nessuno è come questo sproporzionato. Ma
è classico lo spirito della scena; è classica la ca-
pacità di unificare in sistema quell'impressióne
ritmica del piano e del colore propria dell'Oriente,
dove è puramente decorativa. Qui il gesto del
Cristo, largo, calmo, raccoglie la direzione di tutte
le parti del quadro, ed il Cristo stesso trova la sua
grandezza, non tanto nelle sue linee e nelle sue
forme, ma nell'ambiente che gli sta attorno, che
lo valorizz.a.
 
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