Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 6.1868

DOI Heft:
Nr. 2 (Maro e Aprile 1868)
DOI Artikel:
Dei Cristiani condannati alle cave dei marmi nei secoli delle persecuzioni e della cura, ch'ebbe di loro la chiesa romana
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17355#0028

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
— 24 —

Non credo però che questi medesimi preposti militari
aìhcaesura delle miniere e quasi esattori del lavoro dei
condannati sieno stati altresì comandanti del presidio,
come opina il Borghesi. Nella storia dei confessori
metallici abbiamo veduto che il preposto dei metalli
ne consegnò molti al duce delle milizie , che li con-
dannò a morte ; il quale perciò dee essere stato un
vero dax militimi o ufficiale superiore, non semplice
centurione o beneficiario. E veramente per fare guar-
dia a tanta moltitudine di condannati erano necessarii
presidii assai forti. Nelle sole miniere del Porfirite
lavoravano non meno di due mila servi di pena (1).

I preposti militari delle caesurae mi sembrano equi-
valere soltanto agli appaltatori ed ai servi Caesaris,
che dovevano rendere conto di qualche speciale ratio
marmorum (2). Sopra costoro erano i procuratori im-
periali dei metalli, dei quali quasi ogni miniera aveva
il suo (3). Del rimanente chi vorrà pienamente di-
chiarare la gerarchia degli ufficiali e ministri d'ogni
grado addetti all' amministrazione dei metalli dovrà
confrontare le notizie sopra raccolte e le epigrafi dei
marmi grezzi, con le solenni monumentali memorie
delle cave granitifere e porfiretiche dell' alto Egitto (4);
delle quali miniere tanto i'requenle menzione abbiamo
trovalo negli annali ecclesiastici specialmente dei tempi
di Diocleziano.

Si è disputalo se coteste epigrafi e massime le
sigle e lettere indicanti il numero del locus ed altre
cifre sieno state incise quando i massi estivano dalle
miniere o quando sbarcavano sulle sponde del Tevere.

II Marini tenne la prima opinione (5); il Borghesi cre-
dette che ad appigliarsi alla seconda ci pieghino a viva
forza le cifre incise sulle colonne sopra citale. Impe-
rocché essendo state quivi dalla medesima mano inciso
diverse memorie dei LOCI, dei massi e delle OFFicmae,
e le officinae designando non le miniere mai laboratori
degli scarpellini, il grande maestro ne dedusse , che
tutto ciò dee riferirsi al luogo dello sbarco. Egli adun-

(1) V. Corp. inscr. graec T. Ili pag. 321.

(2) Vedi le iscrizioni raccolte dall'Henzen, 1. e, quello dei marmi di
Teos nella Lidia ( Lebas, Inscript. T. Ili num. 112 pag. 53 ) e i ra-
gionamenti del Franz nel Corp. inscr. graec. I. e.

(3) V. Franz, 1. c. p. 320, 321.

(4) V. Labus, Di un epigrafe latina scoperta in Egilto pag. 105 e
segg. Letronne, Inscr. de l'Egypte T. I pag. 147 e segg. Franz, I. c.
e pag. 351 e segg.

(5) Iscriz. Albane pag. 34.

que suppose, che la ripa del Tevere sia stata divisa
in molti compartimenti appellati LOCI, e che quivi
sia stato inciso sopra ogni masso il numero suo pro-
gressivo, quello del LOCVS, e talvolta anche il nome
dell' officina, nella quale il masso doveva essere la-
vorato (1). La nuova iscrizione da me prodotta, poi-
ché fra altri contrassegni nomina 1 OFFICINA COMO-
DIANA LVII, sembra confermare i raziocinii del Bor-
ghesi. Pur nondimeno veramente è cosa di per se
assai inverisimile, che siffatte iscrizioni sieno state
incise da chi riceveva i massi, e non da chi gli
spediva. Ed ecco nella Revue archeologique del-
l'Aprile di quest'anno a pag. 304 leggo la seguente
epigrafe veduta dal eh. sig. Daubrée sulla roccia viva
nel principio d'una galleria di miniera di rame presso
Sarrelouis sui confini del dipartimento della Mosella
in territorio prussiano :

1NCEPTA OFF!
CINA EMILIANA
NONIS MART.

Questa memoria incisa sulla roccia dimostra, che la
voce officina nel linguaggio degli antichi mineraj si-
gnifica non un laboratorio dove si dà forma alla ma-
teria bruta tratta dalle miniere, ma l'escavazione me-
desima del metallum. Tolta così la difficoltà, che aveva
svialo il Borghesi dall' opinione del Marini , torna
questa in onore ; e le epigrafi e cifre incise sui marmi
attribuiremo all' amministrazione locale delle miniere
ed alia spedizione del loro prodotto fatta dai sopra-
stanti alfe medesime. In fatti epigrafi similissime a
quelle, che leggiamo nei marmi grezzi derelitti sulle
sponde del Tevere, le leggiamo altresì nei massi de-
relitti delle miniere del marmo sinnadico in Frigia (2);
e in quelli delle miniere di Sègkedjik in Teos di
Lidia (3).

Adunque le officine commodiane furono cave di
marmi così appellate dall' imperatore Commodo, sotto
il quale furono scoperte ed iniziate; come le cave di

(1) Ann. dell' ist. arch. I. c. pag. 345, 346.

(2) Hamilton, Asia minor n. 163, 164, 168: cf. Inscr. christ.
T. I pag. 5.

(3) Le Bas, 1. c. e vedi la tav. 71 del suo Itineraire.
 
Annotationen